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Piano, col piano-casa

di Susanna Dolci - 25/03/2009

 
 
Chissà se il premier Silvio Berlusconi in verità abbia pensato al Piano Casa non per «battere la crisi» ed aiutare gli italiani in difficoltà ma per aggiungere una terrazza verandata in quel di Arcore? Chissà se il capo del Governo italiano, nei prima e dopo incontri ed accordi con le regioni e nella futura realizzazione del DDL da portare al Consiglio dei Ministri in tutta fretta e furia, metterà una buona parola per quelle ben 150mila famiglie che «potrebbero presto restare senza abitazione». E già, perché i dati del Sunia e della Cgil parlano chiaro e soprattutto evidenziano come «la crisi economica acuisca il fenomeno degli sfratti per morosità da cui emerge che è sempre più forte la difficoltà delle famiglie in affitto sostenere gli attuali livelli di mercato… nel triennio 2009/2011 si prevede che altre [su citate] 150.000 famiglie perderanno la propria abitazione subendo uno sfratto per morosità incapaci di far fronte al pagamento dell’affitto…

Solo negli ultimi cinque anni circa 120.000 famiglie hanno perso la loro abitazione, come emerge dai dati del Ministero dell’Interno del dicembre 2008. Nella quasi totalità, per circa 100.000 casi, il provvedimento di sfratto è stato eseguito per morosità a causa dell’incidenza altissima dell’affitto sul reddito percepito». Ed ancora: «Per il segretario generale del Sunia, Luigi Pallotta, di fronte a questo scenario il Governo si propone di varare un Piano Casa che non affronta i problemi di queste famiglie e che, anziché concentrarsi sul rilancio del mercato dell’affitto a prezzi sostenibili, si indirizza ancora una volta verso la casa di proprietà che in Italia ha raggiunto livelli difficilmente superabili».

Ma non basta: «Rispetto a queste che sono le vere esigenze del Paese il Governo propone un Piano per chi ha già casa’ osserva la segretaria confederale della Cgil, Paola Agnello Modica. In attesa di conoscere la integrale proposta del Governo di un piano che viene spacciato per Piano Casa ma che in realtà un Piano per l’edilizia - prosegue la sindacalista - già è chiaro che dall’agenda politica sparisce il tema dell’edilizia sociale e dell’affitto».

Sul sito
www.governoblerusconi.it , aggiornato al 17 marzo scorso e su tutti i quotidiani sino al 21 marzo c.a.. è possibile visionare ciò che ha frullato nella testa di Berlusconi, in odor di mattoni e santità dimenticando, però ed è vero, che tutto questo cemento a gettata sarà riservato nella quasi totalità a chi una casa o più già ce l’ha. E non una casa qualunque ma ville e villette, edilizia residenziale con annessi e connessi, edifici da abbattere e ricostruire altrove (come con i mattoncini Lego), etc. etc. Tenendo conto, a detta del governo, sempre ed in ogni caso dei vincoli ambientali e paesaggistici, del decoro architettonico ed amene similarità.

Si parla anche di edilizia pubblica ed edilizia residenziale pubblica per quelle categorie di cittadini da tutelare e proteggere. Ma è pur sempre presente per tutti loro la scure del mutuo che, seppur agevolato, sempre mutuo è! Se nessuno (Regioni, Comuni, Soprintendenze) a 30 giorni dalla pubblicazione del prossimo decreto sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana si pronuncerà contro o comunque a sfavore di una o più parti del ddl, si darà avvio alla danza dei cantieri, benedetti da un rapido snellimento ad hoc delle scartoffie d’ufficio a metà tra la sburocratizzazione ed una vera e propria edilizia libera ed a suon di semplici notifiche di inizio attività o con conforme certificazione.

Domanda 1: Cui prodest tutto ciò? Costruttori? Proprietari che hanno a riscontro le caratteristiche ad uopo? Speculatori di rito e razza? Abusivismo a tutto spiano? Deregulation?

Domanda 2: E per chi non ha un tetto suo e non può più permettersi di stare in affitto? Quale futuro? Ponti? Caritas? Macchina, se c’è?

Domanda 3: Si sarebbe potuto fare diversamente od altro? Tipo recupero diretto dello Stato di stabili ed immobili fatiscenti od abbandonati da riutilizzare in edilizia a basso costo e per tutti? Mutui agevolati con garanzia sempre dello stato nei momenti di difficoltà? Affitto agevolato ed assicurato secondo le fasce dei redditi (carta canta)? Aiuti concreti sia ai locatori che ai locatari affinché si possa affittare tutto e tutti senza spiacevoli sorprese? Controlli sui valori effettivi e catastali degli immobili con conseguente revisione degli estimi al fine di limitare quegli affitti forzosamente in nero ed esagerati alle condizioni reali degli immobili?

Aggiungete, da qui, tutte le domande e considerazioni che volete. Ed anche le soluzioni sono ben gradite. Tenete presente che l’opposizione, sin qui, non si è lamentata più di tanto… Quasi quasi che tutti, esclusa PRC, vogliano giocare al piccolo manovale edile in cantiere e che sia assai piacevole come sollazzo… Intanto a farne le spese è «il mercato dell’affitto privato caratterizzato da quella famiglia tipo che oggi più che mai subisce gli effetti della crisi economica: il 20,5% dei nuclei sono unipersonali. Il 67% delle famiglie in affitto percepisce un solo reddito e in queste il 39,6% è rappresentato da operai e il 29,2% da pensionati, più di un quinto dei capofamiglia ha oltre 65 anni e un quarto è costituito da donne»… A questi dove lo mettiamo il 20% in più della cubatura che Silvio ha promesso ad ogni singola unità immobiliare di proprietà? Dove? Chissà… la fantasia ha grandi ali….