Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Recupero impossibile

Recupero impossibile

di Joseph E. Stiglitz - 02/04/2009

Fonte: ildirittodisapere

 
 
Alcuni pensano che eleggere Barak Obama avrebbe cambiato le sorti degli Stati Uniti.
Non è a fatto così, ci sono già alcuni che cominciano a incolpare Obama e la sua squadra.

Infatti Obama ha ereditato un’economia in caduta libera ed era impossibile che potesse cambiare la situazione entro poco tempo da quando ha presso la guida del paese.
Qualche mese prima che Bush lasciasse il suo incarico, sembrava come un cervo spaventato davanti ai riflettori delle macchine: paralizzato e incapace di fare niente E’ un sollievo che Gli Stati Uniti abbiano un presidente capace di attuare: quello che ha fatto è una gran differenza.

Purtroppo, ciò che sta facendo non è sufficiente. Il piano sembra grande: più del 2% del PIL annuo, ma un terzo di esso è destinato a tagli fiscali. Poiché gli americani si trovano ad affrontare notevoli debiti con una rapida crescita della disoccupazione (con il peggior sistema di compensazione di disoccupazione di tutti i paesi industrializzati) e con un calo dei corsi azionari, è probabile che risparmino gran parte della riduzione fiscale.

Quasi la metà dello stimolo è destinato a compensare l'effetto di contrazione dei tagli statali. I cinquanta Stati nel paese devono mantenere un equilibrio di bilancio. Pochi mesi fa è stato stimato che il disavanzo complessivo ammontava a 150,000 milioni di dollari, ora la cifra deve essere molto più grande, infatti, solo il disavanzo in California è ora di 40.000 milioni di dollari.

Il risparmio delle famiglie inizia a crescere, il che è buono per la salute delle sue finanze nel lungo termine ma disastroso per la crescita economica. Nel frattempo, gli investimenti e le esportazioni sono in calo. Gli stabilizzatori automatici degli Stati Uniti -la progressività dei nostri sistemi fiscali, la forza del nostro sistema di sicurezza sociale sono stati molto indeboliti, ma forniscono un certo stimolo, anche se il disavanzo del bilancio previsto vola al 10% del PIL.

In breve, lo stimolo rafforzerà l'economia americana, ma probabilmente non basterà per tornare a registrare una forte crescita. Questa è una brutta notizia per il resto del mondo, perché una forte ripresa globale ha bisogno di una forte economia degli Stati Uniti.

Il vero fallimento del programma di recupero Obama non è il piano di stimolo, ma gli sforzi per rilanciare i mercati finanziari. Errori in Stati Uniti insegnano importanti lezioni al resto dei paesi nel mondo, che ora hanno o avranno problemi con le loro banche:

- Ritardare la ristrutturazione delle banche è costoso, sia per quanto riguarda i costi dei salvataggi sia per i danni che soffrirà l'economia in generale.

- Ai governi non piace ammettere i costi totali del problema, allora fanno in modo di dare al sistema bancario solo il necessario per sopravvivere, ma non è sufficiente a ripristinare la malattia.

- La fiducia è importante, ma deve essere basata su fondamenti solidi. Le misure non dovrebbero essere basate sulla fiction che i prestiti sono stati fatti bene, e che la tenacia imprenditoriale dei manager e i regolatori dei mercati finanziari si ripristineranno una volta che si riacquisti la fiducia.

- C'è da aspettarsi che i banchieri agiscano nel loro interesse, sulla base degli incentivi concessi. Questi incentivi perversi hanno portato a un'eccessiva assunzione di rischio e le banche sono in procinto di affondare, ma sono troppo grandi perché falliscano, e queste si prenderanno ancora più rischi. Sapendo che il governo raccoglierà i pezzi distrutti se necessario, rinvieranno la concessione di mutui e pagheranno milioni in premi e dividendi.

- Socializzare le perdite e privatizzare i profitti sono più preoccupanti delle conseguenze di nazionalizzare le banche. La situazione diventa peggiore per i contribuenti. Nel primo ciclo d’iniezioni di denaro si ottenne circa $ 0,67 in attivo per ogni dollaro iniettato (anche se gli attivi sono stati sopravalutati e il loro valore è diminuito subito dopo). Ma con l'ultima iniezione di denaro contante si calcola che gli americani prendano $ 0,25 o meno per ogni dollaro messo. Questo significa un grande debito nazionale in futuro. Uno dei motivi del nostro impoverimento è che se avessimo un giusto valore dei nostri soldi, a questo punto saremo stati l'azionista di maggioranza di almeno una delle grandi banche.

- Non confondiamo il salvataggio dei banchieri e degli azionisti con il salvataggio delle banche.
Gli Stati Uniti potrebbero aver salvato le banche, e non gli azionisti, spendendo molto meno di quanto abbiano già fatto.

- L'economia del filtraggio della ricchezza non ha mai funzionato. Dare soldi alle banche non ha aiutato i proprietari dei mutui: ogni giorno aumentano gli sfratti. Consentire la bancarotta di AIG poteva danneggiare alcune istituzioni del sistema, ma sarebbe stato meglio che scommettere più di 150.000 milioni di dollari e aspettare che quel denaro finisca dove ci sarebbe bisogno.

- La mancanza di trasparenza ha messo il sistema finanziario degli Stati Uniti in questo pasticcio. La mancanza di trasparenza non lo salverà. Obama promette farsi carico delle perdite per convincere i fondi speculativi (hedge founds) e altri investitori privati l'acquisto degli attivi tossici. Ma questo non stabilisce "i prezzi di mercato", ha detto l'amministrazione. Se il governo paga le perdite, i prezzi saranno distorti. Le banche hanno già subito perdite e ora hanno i loro benefici a scapito dei contribuenti. Inserendo gli hedge found come terzi, non potranno che aumentare i costi.

Meglio guardare avanti, che indietro, concentrarsi soltanto sulla riduzione del rischio di nuovi prestiti e garantire che i fondi possano creare nuove possibilità di prestito. Come un punto di riferimento per ogni 700.000 milioni di dollari buttati dentro una nuova banca, usando il leveraged da un rapporto di 10 a 1, si sarebbero potuti finanziare sette bilioni di nuovi prestiti.

Il tempo di credere che si possa creare qualcosa dal nulla dovrebbe essere superato. Le risposte della politica miope, che pensa poter uscire dalla crisi con mezze misure per compiacere i contribuenti da una parte e le banche dall’altra, solo prolunga il problema. Ci aspetta un punto di stallo. Ci sarà più bisogno di soldi, ma gli americani non sono in animo di dare ancora di più, soprattutto con le misure prese finora. Il fiume di denaro si sta prosciugando e con lui l’ottimismo e le speranze leggendarie degli Stati Uniti.

Joseph E. Stiglitz es catedrático de Economía de la Universidad de Columbia y premio Nobel de Economía en 2001. © Project Syndicate, 2009.

Traduzione IDS.


Versione originale:

JOSEPH E. STIGLITZ
Fonte:
www.elpais.com
Link:
http://www.elpais.com/articulo/semana/manera/recuperarse/elpepueco/20090329elpneglse_12/Tes


Traduzione IDS