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Gianfranco Fini, eversore della Costituzione

di Miguel Martinez - 18/05/2009

Al costo di farmi qualche nemico, ho sempre evitato di demonizzare il simpatico cialtrone, puttaniere e truffatore che attualmente gioca a fare il presidente del consiglio della repubblica italiana.

Uno dei motivi è che ritengo infinitamente più pericoloso - nonché più profondamente malvagio nell'animo - l'ombra che lo segue ovunque: Gianfranco Fini.

L'altro giorno, Gianfranco Fini ha
ricevuto i rappresentanti delle principali associazioni gay.

La notizia, nel circo mediatico, può essere rappresentata in tre modi.

Che bello, esiste una Destra Moderna, cosa che pare ecciti molto certa sinistra.

Allarme, la serpe fascista prova a ingannare le colombe omosessuali.

Schifo, il traditore del fascismo se la fa con i froci.

In tutti e tre i casi, si inserisce l'evento in un modello prestampato, che a sua volta rafforza il pregiudizio di partenza.

Tutti questi modi di presentare l'incontro mascherano l'unico elemento significativo.

E cioè una frase che Gianfranco Fini ha detto, e che è molto più significativa e radicale di tutte le sue chiacchiere sul fascismo storico.
"Da parte sua, Fini, ha invece spiegato come lui intende la società moderna, una società «dove al posto dell'interesse per la Nazione o per la classe sociale come accadeva una volta, si deve porre attenzione piuttosto all'individuo. Da qui - ha proseguito Oliari - ha auspicato che l'interesse per l'individuo porti ad una fine anche delle discriminazioni»."
Gianfranco Fini coglie perfettamente la dissoluzione dello stato sociale e della responsabilità collettiva - la fine della "repubblica fondata sul lavoro" - e la sua sostituzione con il modello dell'individuo che a parità di reddito, deve avere pari accesso al mercato.

E' una frase molto più profondamente eversiva e anticostituzionale di qualunque altra pronunciata da esagitati esponenti della maggioranza. Dire che Benito Mussolini è stato il più grande statista del Novecento (visto? la frase ve la ricordate ancora!) è un errore fattuale - i grandi statisti vincono le guerre, non le perdono; ma non è un programma politico. Mentre quello che Gianfranco Fini ha detto davanti ai rappresentanti delle associazioni gay è un programma politico, storico, sociale, economico e culturale.

Che passa del tutto inosservato, mascherato in questo caso da un divertente e molto italico balletto di vanterie e dispetti tra le diverse associazioni.

Per gli amanti del teatrino riportiamo per intero l'articolo di Nardini, perché ci ricorda che persino le associazioni gay sono molto più arcaiche - democristiane? berlusconiane? cattocomuniste? - di Gianfranco Fini.


 Fini riceve le associazioni gay. E loro litigano
di Daniele Nardini
Mercoledì 13 Maggio 2009

Storico incontro tra il Presidente Fini e gli esponenti delle associazioni gay. Ma Arcilesbica rifiuta di partecipare. Le Trans protestano per l'esclusione. GayLib esclusa da Arcigay.

Gay.it - Fini riceve le associazioni gay. E loro litiganoÈ stato un incontro storico quello tra il Presidente della Camera Gianfranco Fini e le quattro associazioni gay nazionali (sarebbero state cinque se Arcilesbica non avesse rifiutato, «siamo in campagna elettorale e il rischio di strumentalizzazione è alto», aveva detto la presidente Polo).

Arcigay, Famiglie Arcobaleno, Agedo e GayLib sono stati ricevuti da Fini nel suo uffico di presidenza verso le 15:00 e insieme hanno parlato soprattutto di omofobia. A raccontarci i retroscena è il presidente di Gay Lib Enrico Oliari.

«È stato un incontro molto cordiale durato un'ora e mezza durante il quale il Presidente ha preso molti appunti. Uno alla volta lo abbiamo informato sulla realtà gay oggi. Gli abbiamo spiegato che l'omofobia è ancora largamente presente nella società e che in Parlamento giace una legge in merito. Si è parlato anche di discriminazioni sul lavoro, visto che era presente per Gay Lib anche la poliziotta lesbica che è stata minacciata di licenziamento dopo il uso coming out.»

Da parte sua, Fini, ha invece spiegato come lui intende la società moderna, una società «dove al posto dell'interesse per la Nazione o per la classe sociale come accadeva una volta, si deve porre attenzione piuttosto all'individuo. Da qui - ha proseguito Oliari - ha auspicato che l'interesse per l'individuo porti ad una fine anche delle discriminazioni».

Organizzatrice dell'incontro è stata la deputata del PD Paola Concia che in questi giorni sta lottando in Commissione Giustizia per l'approvazione della legge contro l'omofobia. E a proposito di omofobia, anche la data non è casuale. Mancano pochi giorni, infatti, al 17 maggio, giornata contro l'omofobia e la transfobia. «Non abbiamo ricevuto promesse - ha detto il presidente di Gay Lib - ma abbiamo portato a casa il suo interesse per la legge della deputata Concia.»

Ma a rovinare la festa ci si è messa Arcigay. «Il presidente Aurelio Mancuso ha voluto eslcudere Gay Lib dal comunicato stampa post-incontro pensando, come sempre, di rappresentare tutti i gay italiani». E infatti, nella lista di partecipanti all'incontro diffusa da alla stampa da Arcigay manca proprio Gay Lib. «Rappresentiamo i gay liberali che si riconoscono nel centro-destra - dice a Gay.it il presidente Oliari -. Mancuso invece continua a ignorarci secondo una logica per cui 'Il movimento sono io', una frase che gli ho sentito dire davvero.»

Polemiche anche dalle transessuali. Mentre Arcilesbica polemizza sull'invito del Presidente Fini perché indetto durante la campagna elettorale, l'associazione Transgenere protesta per l'esatto contrario. «Per l’ennesima volta il movimento Trans italiano, non è stato invitato ad un appuntamento istituzionale ha spiegato Fabianna Tozzi, presidente di Trans Genere -.  La nostra non vuole essere la solita polemica sul fatto che qualcuno debba parlare in nostra vece, ma sul fatto che non siamo stati neppure interpellati. Le associazioni trans ed il coordinamento nazionale hanno appreso di questo incontro per puro caso, dal comunicato stampa di ArciLesbica, dove spiegavano i motivi della loro assenza pur essendo invitate. Forse sarebbe meglio ribadire che il movimento Trans esige di autorappresentarsi e non di essere rappresentato da qualcun altro.»
 
«È vero - ci dice il presidente di Gay Lib - le transessuali non sono state nemmeno citate. A dettare l'agenda degli inviti e paretendere di rappresentare tutti è stato, come al solito, il presidente di Arcigay Aurelio Mancuso.»