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Assalto al carcere

di Christian Elia Naoki Tomasini - 15/03/2006

Fonte: peacereporter.net

 

L'esercito israeliano attacca il carcere di Gerico. Rapiti cooperanti a Gaza
La rabbia dei palestinesi per l’assalto al carcere di Gerico esplode come una bomba a Gaza.In seguito all'irruzione israeliana nel carcere, miliziani delle Brigate dei Martiri di al Aqsa e del Fronte popolare sono entrati con la forza negli uffici delle organizzazioni non governative internazionali di Gaza City, sequestrando almeno otto internazionali.
 
Tra i cooperanti sequestrati ci sarebbero un canadese, un olandese, due francesi, uno spagnolo e tre statunitensi. Sei italiani invece, che lavorano per le ong Cric e Peace Brigades International  sono riusciti a scappare, rifugiandosi nell'appartamento di un palestinese.
"Siamo in un luogo sicuro - racconta uno dei cooperanti italiani a Gaza - al momento dell'assalto non ci trovavamo nella sede della nostra organizzazione perché poche ore prima ci avevano avvertito che la situazione era tesa e ci avevano suggerito di andare a casa. Stavamo sul tetto del nostro condominio, cercando di comunicare con i nostri telefoni satellitari, quando abbiamo visto una trentina di uomini armati avvicinarsi al palazzo dove si trovano diverse Ong internazionali".
Un altro cooperante riferisce che oltre agli otto internazionali rapiti, sarebbero stati sequestrati anche dei giornalisti e del personale medico non meglio precisato. "Quanto a noi - ha dichiarato - non abbiamo avuto il tempo di fare i bagagli, ma con ogni probabilità verremo evacuati al più presto dalla Striscia. Le rappresentanze diplomatiche stanno già organizzando il trasferimento". Al momento la situazione a Gaza City non sembra essere sotto controllo: la polizia palestinese cerca di presidiare le strade, ma altri edifici di istituti internazionali sono stati attaccati. "La sede del British Council e di un albergo sono state attaccate, dalle finestre vediamo il fumo che proviene dal palazzo dell'istituto britannico e si sentono ancora spari ed esplosioni".
 
i prigionieri che si sono consegnati ai militari israelianiI moti di protesta sono cominciati quando l'esercito israeliano ha fatto irruzione nel carcere palestinese di Gerico, in Cisgiordania, sfondando i muri e uccidendo almeno un palestinese. Le truppe israeliane chiedevano la consegna di Ahmed Saadat, leader del fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, ritenuto responsabile dell'uccisione del ministro israeliano del turismo Zeevi nel 2002. La Corte di Giustizia palestinese, il mese scorso, ha sentenziato che ‘mancano le prove di un collegamento diretto tra Saadat e l’omicidio di Zeevi e che quindi il leader del Fplp doveva essere rilasciato. Saadat era detenuto nel carcere di Gerico che, secondo gli accordi internazionali, è gestito dai poliziotti dell’Autorità Nazionale Palestinese. Israele però, in piena campagna elettorale per le presidenziali del 28 marzo prossimo, ha ritenuto inaccettabile il rilascio di Saadat e ha deciso di prelevarlo per rinchiuderlo in un carcere israeliano. Circa un quarto d’ora prima che arrivassero i militari israeliani, inglesi e statunitensi avevano abbandonato la struttura. Così è cominciata la battaglia e il carcere è sotto assedio, mentre Saadat e gli altri membri del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina si sarebbero rifiutati di uscire dalla prigione per consegnarsi all'esercito israeliano.Solo 44 prigionieri palestinesi si sono consegnati agli israeliani.
 
A quel punto la rabbia ha scatenato i militanti delle Brigate e del Fplp a Gaza che hanno esortato statunitensi e britannici a lasciare immediatamente i Territori palestinesi. E non solo a Gaza. "La notizia non è arrivata inaspettata", dice Giulia Caroccia, una cooperante italiana da Ramallah, "da qualche giorno le sedi diplomatiche occidentali avevano messo in allarme gli stranieri su possibili disordini e rapimenti". Quindi sapevano, in particolare Usa e Gran Bretagna, che Israele aveva in mente il colpo di mano a Gerico, ma hanno lasciato fare pur sapendo che la responsabilità della prigione ricadeva anche su di loro. "Non è vero che, come hanno scritto, l'esercito israeliano ha tentato di entrare a Ramallah", raccontano dagli uffici di al-Haq, l'organizzazione non governativa che si batte per il rispetto dei diritti umani, "qui l'eco dei fatti di Gerico si è sentito al mattino, quando un corteo improvvisato si è prima radunato nella piazza al-Manar e ha poi proseguito verso la Muqata". Ma la rabbia della gente verso gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, rei agli occhi dei palestinesi di aver lasciato agire liberamente Israele a Gerico, ha avuto i suoi effetti anche a Ramallah. "I manifestanti hanno occupato la sede del British Council e danneggiato una banca inglese, ma è finita così, salvo qualche colpo sparato in aria e le manifestazioni bloccate dalla polizia palestinese. La situazione è tranquilla e il consolato italiano ha rassicurato noi italiani in città”.