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Sulla Via del Guerriero dello Spirito

di Rais Jibril - 26/05/2009

Fonte: terraeliberazione

 

"Benedetto il tempo in cui qualche solitario poteva scandagliare il proprio abisso, senza essere preso per un ossesso o per un demente. Sacrificavano anche dieci o vent’anni, o tutta una vita, per un presentimento, per un baleno di assoluto.

La parola “profondità” ha un significato, soltanto se viene riferita ai tempi in cui il monaco era considerato come il più nobile esemplare umano...

Perfino se avesse solo i suoi lati negativi, il monachesimo varrebbe più di qualunque altro ideale. Più che mai si dovrebbero costruire monasteri -per coloro che credono a tutto e per coloro che non credono a niente-.

Dove fuggire? Non esiste più nessun luogo, dove sia possibile esecrare professionalmente questo mondo".

E.M.Cioran (Il funesto demiurgo)

 

Chi non fugge, si barrica.

Gli impegni "non rinviabili" ci risucchiano: il gioco della vita funziona così. Il dominio dell’economia e della paura, unito alla confusione parodistica in materia di spiritualità, rendono difficile, anche a chi ne intuisce la necessità, il dire "stop" e cambiare la Vita. Chi non fugge, si barrica. Chi non fugge da qualcosa, da qualcuno, da sè, finisce per chiudersi... o per disperdersi del tutto in azioni sostitutive, compensative, alienate, lontane dal costituire risposta all'esigenza di "un ritorno all'evidenza che salvi l'umanità impazzita"* ristabilendo il primato dell'essere sull'avere.

Tra la fuga e la chiusura c'è la Vita. E, a nostro parere, dedicare del tempo, ogni giorno, alla preghiera e alla meditAzione aiuta la Vita fino a diventarne il centro essenziale. Nella preghiera e nell’alleanza con gli Angeli è il fondamento "militare" della R/Esistenza a questo presunto "migliore dei mondi possibili", all'Impero, allo sradicamento dell'Uomo dalla Terra e della Terra dal Sacro.

Camminare,camminando...

Proponiamo ai nostri amici (credenti, miscredenti, agnostici) una traccia per un cammino che si fa camminando, e dei semi...

C’è un Regno Invisibile che comprende anche le attività della nostra Anima. La sede della nostra Anima è il Cuore. E se è facile trovare qualcuno che “non crede” all’esistenza del Regno Invisibile, meno facile è trovare qualcuno che non “sente” nulla nel profondo del Cuore.

Nella Lingua del Corano il Cuore è chiamato qalb: è il recettore degli attributi divini e il luogo di produzione del nafas, la forza che attiva la Vita, attraverso il respiro...

Col permesso del Dio, cioè con l’idhn di Allah, attraverso il Suono della Parola Sacra, cioè la Preghiera, è come se le forze potenziali e latenti nel Se individuale fossero risvegliate e sviluppate. Ciò sarà tanto più facile quanto più saremo purificati da ogni genere di tossine e quanto più sapremo già respirare normalmente (solo una piccola minoranza in verità, oggi, è capace di respirare...normalmente).

Nel Corano il Dio dice: "Ricordatevi di Me, Io mi ricorderò di voi". Ricordo in arabo si traduce con la parola: DHIKR. Il dhikr, cioè il “ricordo”, è la preghiera più diffusa nel Sufismo, cioè nell’esoterismo islamico al cui centro sono posti gli Insegnamenti autentici di Gesù, che è Colui che tornerà nel Giorno del Giudizio (un “dettaglio” escatologico la cui potenza è occultata alle sradicate masse del cosiddetto “mondo libero, occidentale e cristiano” tanto quanto alle diseredate masse del cosiddetto “mondo islamico”).

Come recitare la preghiera sufi? Dal punto di vista dell’ortodossia, cioè della Regola, occorre aver prima ricevuto la benedizione rituale di un Maestro, cioè la barakah divina veicolata da uno Shaykh . Ma se si ha il Cuore pulito e il Corpo il più possibile purificato, questo non impedisce di poter cominciare a pregare e camminare, nella certezza che quando l’allievo è pronto il Maestro spunta sempre...

Chiariamo che non stiamo proponendo una conversione all’Islam. Questa può avvenire e può non avvenire. Ci riferiamo al sufismo, cosiccome, nel Cammino, si attingerà alla Bhagavad Gita, al Vangelo degli Esseni , ... come una bussola. La scelta delle modalità operative del Cammino è relativamente autonoma e il rischio del "fai da te" è l'altra faccia di un formalismo religioso che NON APPARTIENE AL CAMMINO DEL GUERRIERO DELLO SPIRITO.

 La preghiera...

Procurati un tasbìh, un rosario...che abbia 99 perline, a meno che non riesci a contare mentre preghi. Procurati un tasbìh... 99 sono i principali “attributi divini”, cioè i Nomi di Dio che nel tempo occorrerà “ricordare”, ricondurre al proprio Cuore. L’unità del dhikr è composta dalla ripetizione di un Nome per 99 volte. Ciascun Nome evoca e attiva sensibilità e funzioni diverse...Per avere una idea tecnica di cosa sia un dhikr pensa al mantra buddista che hai sentito in qualche film. Sono quasi la stessa cosa. Alle origine del sufismo c’è anche una vasta e provvidenziale migrazione di monaci buddisti...

Prima di cominciare la recitazione lavati, respira lentamente per un paio di minuti... Puoi fare dhikr seduto su un tappeto e in penombra orientato correttamente verso Mecca... Ma se ci riesci fallo in mezzo al traffico, nel caos... A Dio piacendo comincerai a “vedere” la Realtà come non l’hai “vista” prima... Se vuoi ascoltare un dhikr on line (www.sufi.it). La corretta esecuzione del dhikr (o del mantra o altre preghiere conformi) è alla base del Cammino del Guerriero dello Spirito. Il dhikr ha un suo sviluppo comunitario, lo ziqqero, che si recita in gruppo, in cerchio, tra iniziati e con modalità di cui è inutile scrivere.Il dhikr piú diffuso consiste nella formula «La-ilaha-illa-Llahu», che vuol dire «Non c’è Dio all’infuori di Dio» ed è il primo fondamento dell’Islam. Gli altri dhikr piú diffusi sono “costruiti” con i 99 Nomi di Dio preceduti da «il Dio è...», cioè «Allahu...», e dunque, per esempio: Allahu al Hakam (Il Dio è il Giudice), e cosí via.

Il cammino si compie quando il viandante diventa la Via, il Mezzo, la Preghiera stessa. Libero da ogni intralcio e da ogni regola ormai superflua ogni sua Azione sarà una goccia di Luce regalata al Mondo.

Della Tradizione

La Via realizzativa che proponiamo è caratterizzata dalla ricerca pratica di forme superiori di coscienza individuale, finalizzate all’ evoluzione sociale e spirituale della Realtà Umana. Non ci interessano presunte “ortodossie”, più o meno settarie, che, al di la del seguito inerziale e ruolo politico di cui tuttora godono, hanno in verità in gran parte consumato le proprie traiettorie spirituali; nè ci appartengono derive new age, next age e quantaltro la fantasia dei daimòn del nostro Tempo non mancherà di partorire.

C’è una sola Tradizione alla quale attingere: essa custodisce la Bhagavad Gita, il Vangelo degli Esseni, l’Apocalisse di Giovanni, l’Epistola dei Settanta Veli di Muhyi al-Din ibn al-Arabi... e le Religioni della Natura e della Vita dei popoli antichi.

La Tradizione alla quale attingere non è costituita da nessuna “religione” in particolare.

Jannat e i monaci guerrieri di Alamut

 Il nostro occhio, dicono, vede attualmente 48 colori: prima ne distingueva molti di più, e comunque i colori, in natura, sono decisamente molti di più.

Il nostro udito sente solo una infima parte dei Suoni del Mondo, su un numero limitato di frequenze. In altri Tempi, forse, anche questo senso doveva essere molto più sviluppato...

La mitologia ci ha lasciato tracce sufficenti su un Tempo in cui gli Uomini non conoscevano paura ed “economia”.

La moderna etnoantropologia ha rilevato sufficenti conferme.

Ci fu un Tempo, lungo millenni, abitato da uomini come Anteo e centauri come Kiron: la cui sapienza immediata, salute interiore e fortezza fisica, di cui a stento riusciamo ad avere una misura, all’esplosione di quel Tempo si trasmisero in qualche forma -secondo la narrazione più ottimistica- attraverso Ercole e Prometeo, al mondo umano che conosciamo...

Ma chi è l’Uomo Vero? Non è certo l’Adam decaduto che non sa rispondere, in verità, alla domanda che Dio gli rivolge: “Non sono forse il vostro Signore?” (Corano, 7,171)... La risposta è il cammino, sulla via del Guerriero dello Spirito, come quello che tentarono, mille anni fa, sebbene in forme estreme, i monaci guerrieri di Alamut, i “Templari dell’Islam”: liberi dalla zavorra di formalismi e sudditanze, per l’avvento di una religione personale della Resurrezione spirituale che ha bisogno di essere difesa fino al termine della Notte del Destino (laylat al-Qadr, Corano, sura 97), con l’esaurirsi di questo ciclo di occultazione del Vero, in quella Resurrezione (Qiyamat al-Qiyamat) che concluderà l’attuale Aion nella restaurazione dell’umanità e del suo Angelo nel loro stato iniziale: Invaribile Mezzo del Jannat, l’Adam reintegrato nel Giardino Paradiso.

 Il Guerriero dello Spirito, impara a vedere e sentire molto di più: il suo udito vede i Suoni e il suo occhio sente i Colori. Saldamente insediato nell’Invariabile Mezzo egli è l’Uomo Vero, Figlio del Cielo e della Terra: cosí lo descrive la Tradizione (René Guénon, La Grande Triade).

Sia chiaro, siamo i primi a non credere che, soprattutto in questa Epoca, per quanta buona volontà si possa avere, sia sufficente “la tecnica” per accedere pienamente alla “Stazione spirituale” in cui vive il “Guerriero dello Spirito”. Oggi più che mai la “tecnica” è necessaria, ma senza la Grazia non si va da nessuna parte.

Ciò nulla toglie al fatto che questa sia una Via Realizzativa ancora in qualche modo comprensibile e praticabile. Dunque: fare bene quello che può essere fatto e consegnarsi con Fede alla Grazia.

Tutto questo comporta dei pericoli, ma sempre ben minori di quelli che corriamo, nel Corpo nella Mente nell’Anima, passando ore e ore davanti a una TV, nel mangiare scatolame transgenico o agli ormoni prodotto dalle multinazionali, nel tirare un calcio a un pallone nike cucito a mano da bambini pakistani massacrati di lavoro, nel respirare l’aria in una via del centro, nel bere l’acqua del rubinetto di casa, nel ricoverarsi per cure in certi ospedali, nel mandare figli a scuola o in discoteca. Nel non cercare Dio, nel non vivere per la Libertà autentica.

Una via pratica

La nostra Via Realizzativa non è di tipo ascetico-isolazionistico. Essa si sviluppa sul piano personale come lotta per sottrarre il proprio Ego ai démoni che ci trascinano verso il basso materialistico o verso un alto ingannevole e illusorio. E’ questo il grande Jihad, la lotta quotidiana contro i démoni ché imparerai a vederli all’opera concretamente nel pilotare la tua vita.

Autodeterminare il proprio Cammino, porre il proprio Ego al servizio dell’Evoluzione Spirituale propria e della Realtà Umana in cui si vive, cavalcare il proprio Ego come un destriero purosangue nelle battaglie della Vita.

Della purificazione

La purificazione del proprio corpo e della propria mente costituisce il primo passo pratico -quotidiano, regolare- che determina lo Stile di Vita del Guerriero dello Spirito. La purificazione, che ha Regole precise, è la prima condizione materiale perchè egli possa essere un Guerriero dello Spirito, che produce Amore per la Vita e per la Terra. Un giglio nella palude.

La purificazione è un passo pratico quotidiano, regolare, come la preghiera. Dunque comprende delle Regole e degli Esercizi semplici -ma non per questo sempre facili- sulla cui corretta applicazione ed esecuzione occorre essere sempre più che Vigili.

Vegliare su se stessi, vegliare in armi anche nel sonno, è la prima Regola. Acquisirla dispiega la Via all’apprendimento di una intera Tecnica di Combattimento, sulla "linea militare" di Gesú.

L’aspirante Guerriero, come fosse una preghiera, deve formulare davanti a Dio e agli Angeli il proprio Intento di Purificazione.

Il Guerriero dello Spirito, come fosse una preghiera, vive dentro le Regole e vi rientra rapidamente quando le infrange (e questo capita e può accadere in qualunque momento: vegliare in armi su di sé non è una bella frase, ma la prima Regola!).

La purificazione non è uno di quei concetti vaghi sul quale tutti si ritrovano “daccordo”.

Su ogni dieci uomini e donne che formulano l’Intento di intraprendere la Via del Guerriero dello Spirito, 9 non riescono a completare neanche il primo passo pratico, ché i démoni dell’Epoca dello sradicamento se li sono già riportati via nel Mondo Illusorio in cui vive la Massa frastornata.

Ai sopravvissuti alla decimazione si rivolge il seguente documento, frutto più che altro di studio e di buona volontà pratica. Senza pretese letterarie, né di altro genere che non sia di carattere “militante”. Stiamo solo cercando di accendere un piccolo fuoco nella Notte. Chi ci si vuole sedere intorno, camminando sulla Via, non potrà che trovarlo.

Per aprire la Porta della Purificazione ci vogliono le Chiavi giuste. Non tutte le Chiavi risultano buone per tutti, ma alcune di queste Chiavi funzionano normalmente per chiunque abbia formulato con sincerità l’Intento e abbia accumulato cosí una Forza sufficente a compiere il passo pratico.

Prima regola: essere elegantemente sobri, non sprecare nulla, dal cibo alla voce alla propria energia sessuale. Fare buon uso delle cose.

Non fumare, non bere alcolici. Queste Regole, in specifiche Vie Realizzative, hanno delle eccezioni, che non devono comunque fornire alcun “alibi”. Ci riferiamo all’uso rituale di certe droghe per raggiungere Stati Alterati di Coscienza intesi come Passaggi o Stazioni funzionali alla propria Evoluzione.

E ci riferiamo anche al consumo di vino ai pasti, che Gesù sacralizzò, confermando una Regola già esistente presso gli Esseni, per non dire di Dioniso, del culto della Grande Madre e di quel nostro mondo mediterraneo che orbitava intorno a centri spirituali come Delfi, Eleusi... discorso che ci porterebbe troppo lontano: ogni cosa a suo tempo.

Intanto è più importante evitare di mangiare carne impura e altri cibi “sconsigliati” dalle tradizionali Vie realizzative. Ci si dirà: qual’è la carne impura? Tutta la carne allevata industrialmente e i suoi derivati, oltrechè il maiale poichè ne accogliamo il divieto assoluto, che serve anche a portare l’attenzione e la vigilanza su tutto quello che mangiamo. Ma il non mangiare carni proibite non è più importante dell’evitare il più possibile lo smog e gli ambienti non sani: prestare attenzione ai luoghi in cui si vive, predisporsi all’autodifesa fisica e alla lotta qualora necessario e solo se necessario.

Non usare psicofarmaci, ormai fenomeno di massa e strumento di controllo sociale, classica risposta satanica a problemi reali che il corpo e la mente e l’anima pongono e a cui solo la Tradizione Autentica può dare Risposte Autentiche, altro che pasticche!.

Non idolatrare in nessuna forma nessuno, tantoppiù “uomini” o “cose” pubblicizzati dalla “Società dello Spettacolo”. Nessuna “Via realizzativa” può essere proposta attraverso i mass-media, dunque è bene non perdere troppo tempo davanti al “tabernacolo” dello Spettacolo.

Meglio un buon libro, una lunga passeggiata, o una chiacchierata con un amico. Meglio giocare coi bambini. Meglio meditare, pregare. Meglio evolversi.

Il Guerriero dello Spirito sa cosa fare, come farlo, quando farlo: non glielo ha insegnato nessuno perchè l'ha sempre saputo. E anche il non fare è un fare a volte più importante del fare stesso.

Entriamo ora nel merito di una delle Chiavi di accesso alla Porta della Purificazione: la Pratica del Digiuno.

Il digiuno è la forma di guarigione naturale più antica che si conosca.

Il digiuno, nella Tradizione, va eseguito in relazione ai cicli lunari e dura perlomeno dall’alba al tramonto **, quando può essere interrotto con un dattero e un bicchier d’acqua e poi un piccolo pasto da consumare con sobrietà, nell’ombra, e che non sia più di quello che si può permettere il più povero della propria comunità.

Il digiuno corretto, anche ripetuto e prolungato, gradualmente, per più giorni, comprende cibo, bevande, fumo, rapporti sessuali, astensione da immagini e parole non collegate alla preghiera. Sul controllo delle proprie immagini mentali la Tradizione rimanda alla Fonte Pura dello Yoga, ma anche, per esempio, all’Epistola dei Settanta Veli di Muhyi al-Din Ibn al-Arabi (1165-1240).

Il digiuno, tanto più viene correttamente praticato quanto più, all’inizio, può produrre effetti non piacevoli: mal di testa, vomito, diarrea, urinazione... Respirare bene e pregare, i piccoli malesseri sono la Cura, non la Malattia. Passeranno presto.

I maestri del digiuno sono gli sheik sufi.

Il Sufismo è la Via più Pura dell’Islam, in cui gli insegnamenti di Gesù e di Muhammad, che Dio li Benedica fino alla fine del Mondo, vivono nella Vita, si fanno pane quotidiano.

Imparare a mangiare anche il pane quotidiano del Digiuno -a farlo bene come una preghiera equivale ad acquisire un’Arma nel Jihad e a porsi chiaramente sulla linea militare di Gesù, il Sigillo della Santità.

 L’Intelletto

 La Via della Conoscenza è la Via dell’Intelletto, non della “mente”, del “mentale”.

L’Intelletto Agente è l’Arma Cosmica che Dio ci ha donato per prenderci cura della Terra, per Amare la Creazione a partire dalla nostra piccola Patria-Matria, per imparare a spiritualizzare la Materia e materializzare lo Spirito. Oltre il cosmopolitismo apolide e il folclorismo sterile, due trappole ideologiche che solo l’Intelletto Agente, nel pieno delle sue funzioni, è in grado di discriminare.

Il nome “Adam” richiama alla radice quello di “Terra”. La “Terra” non è un “caso”, un “accidente”, un “intralcio”, “il dominio dell’illusorio”, né la realtà virtuale narrata nel film “Matrix”. Cosiccome non è un pozzo senza fondo, da vampirizzare impunemente. La Terra, Gea, il Sistema-Gaia, questo Corpo celeste che respira, è lo splendore concreto e immediato della Manifestazione spettacolare di Dio; ed essa ci è Madre in senso fisico e metafisico... Essa è il piccolo mistero dell’Uomo, poichè custodisce il Sentiero piú autentico verso la sua liberazione dall’ignoranza e la sua realizzazione nella Conoscenza, nel senso che a questa parola attribuisce la Tradizione. La Terra e l'Umanità, a partire dalla propria Terra e dal proprio Popolo...

La confusione, il disordine e gli squilibri che caratterizzano la nostra Epoca derivano dal cattivo utilizzo di “funzioni superiori’ di cui l’Uomo, l’Adam decaduto, è con evidenza dotato.

Questo cattivo utilizzo è causato o, comunque, aggravato dallo sradicamento dell’Uomo dal Sacro e del Sacro dalla Terra. Il vuoto che si produce non è colmabile dallo sviluppo di protesi tecniche. Nella Società Tradizionale a cui aspiriamo lo sviluppo Tecnico si dispiegherà in funzione dell’Evoluzione Spirituale e Socialista della Realtà Umana e non della sete di profitti di quattro pescecani globali. Ma ora e qui, chi non vuole portare il cervello all’ammasso, ha ben poche “vie di salvezza”; una di queste è la Via del Guerriero dello Spirito, cammino identitario attraverso il quale tenere vivo l’Intelletto Agente, materializzare lo Spirito e spiritualizzare la Materia.

Attraverso la chiarezza verso se stessi e lo sviluppo di un legame profondo e operante con la propria Vita scopriremo di essere “programmati” per vivere in sintonia con le altre dimensioni e forze cosmiche dalle quali dipendiamo. Comprendere e comprendersi nella propria Terra assoluta, cosmica, concreta, ci fa vedere quanto l’infelicità, il dolore, il Male... siano il prodotto inevitabile della nostra ignoranza, presunzione, vigliaccheria, ignavia.

Questo cammino identitario, questo vedere dentro la Realtà: la Via, la Verità, la Vita, non necessita la ricerca di nuovi guru o l’attesa di chissà quali “rivelazioni” new age dallo Spettacolo Globale, nè alcun “miracolo”, che, ci è stato detto, nei Tempi Ultimi i “miracoli” sono i trucchi preferiti da Shaytan, Satana l’Impostore...

La Via della Conoscenza implica uno Stile di Vita costruito, nella preghiera, sui concetti fondamentali di autodifesa dall’inquinamento, meditazione simbolica, educazione al silenzio, vigilanza interiore, radicamento nell’ora e qui, Azione tradizionale. La Via della Conoscenza è quella indicata dal piú grande “scienziato” della Storia: Gesú, l’Esseno, il rivivificatore di Simboli, il Sigillo dei Santi. A ciascuno i suoi Maestri.

La Via della Conoscenza, abbiamo chiarito, implica uno Stile di Vita costruito, nella preghiera, sui concetti fondamentali di autodifesa dall’inquinamento, meditazione simbolica, educazione al silenzio, vigilanza interiore, radicamento nell’ora e qui, Azione tradizionale.

La preghiera, a Dio e agli Angeli, ai Santi e ai propri Grandi Antichi, è anche un appello interiore alla mobilitazione delle proprie Forze. Il Guerriero dello Spirito, prega ogni giorno, almeno una volta dopo il tramonto, perchè è consapevole che senza il sostegno concreto di Forze metafisiche nessuna sua Azione otterrà il risultato prefissato.

I concetti di Preghiera e Azione a cui ci riferiamo sono molto distanti da quella che ne è l’opinione corrente... e vanno ricondotti, in questa epoca, alla Grande Battaglia contro lo sradicamento dell’Uomo dal Sacro e del Sacro dalla Terra. Una Terra assoluta, una Terra cosmica, una Terra concreta come la propria.

Poichè ciascun luogo è il centro del mondo e “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi” (Proust), il Guerriero dello Spirito combatte per ristabilire il flusso ontologico tra il Cielo la Terra e l’Uomo, e lo fa nella propria Patria millenaria.

La Sicilia è una di queste Patrie millenarie, e, tra l’altro, pare avere una propria specificità nella “geografia del sacro”. Ce ne occuperemo.

Ci si chiederà, molto concretamente, “come pregare?”. La vera Religione è “Via della Luce”. Essa non deve fondare né Chiese, né Partiti, né Stati. Ma Uomini. Non scuola di chierici piú o meno fanatici o caritatevoli, ma Scuola di Guerrieri dello Spirito che combattono per la Vita, la Terra, la Civiltà. Il Guerriero dello Spirito pratica la Carità (cioè innesta l'Azione con l'Amore) e la Solidarietà, ma la Via è anche e soprattutto altro.

“Come pregare?”. Non occorre abiurare cose in cui si crede, purchè non siano veicolo di idolatria. Si tratta invece di innestare queste cose con l’Amore. Il come e dove pregare verrà da sé.

La Via del Guerriero dello Spirito è una Via pratica; la Tradizione, come vedremo, propone diverse Tecniche di Preghiera. Per quanto riguarda il dove pregare, senza nulla togliere alla particolare sacralità di determinati Luoghi, è chiaro che “il Grande Tutto è (in ogni) qui , non occorre cercare un posto speciale per la pratica” (Dogen Zenji, 1200-1258).

Seguendo Gesú, sulla Via del Sufismo, l’esoterismo islamico, si incontra l’insegnamento del piú grande Maestro Sufi di tutti i tempi, Muhyi al-Din Ibn al-Arabi (1165-1240): “Il mio cuore è in grado di assumere qualsiasi forma: chiostro di monaci cristiani, tempio di idoli, prateria di gazzelle, Pietra Nera dei pellegrini, Tavola della Legge mosaica, Corano... L’Amore è il mio credo e la mia fede”.

La Via del Guerriero dello Spirito è radicata, con sensibilità contemporanea e intelletto vivace, nella Tradizione millenaria; essa non ha nulla a che vedere con Chiese ridotte a macchine spettacolari, né con sette di misticanti new age che spacciano pillole scadute di “felicità” in offerta speciale.

L’Azione

L’ideologia attivistica è la cancrena che corrode l’organismo della cultura occidentale privandola di ogni possibile base di stabilità e di Armonia.

Nel caratteristico mondo forgiato dalla mentalità attivistica non contano le forme superiori di attività o di azione, quelle che posseggono un carattere interiore, trascendente, sovrasensibile e invisibile, come l’attività contemplativa, l’Azione spirituale diretta alla trasformazione del proprio mondo interiore o azioni cosí poco “produttive” come la preghiera, il canto sacro, la recita dei dhikr, dei mantra...della Fatiha islamica o del Pater Noster cattolico.

Per l’attivismo esiste solo l’azione produttrice di risultati materiali. L’attivismo -caratteristico, per esempio, dei cattivi studenti e delle cattive padrone di casa- si accompagna frequentemente con la pigrizia, l’incuria e l’accidia, vizi che apparentemente sono la negazione dell’attivismo stesso.

L’attivismo -vera e propria malattia psichica che può assumere carattere di estrema gravità- è anche causa della maggior parte delle perturbazioni della vita personale e collettiva che oggi affliggono l’umanità.

L’attivismo riduce l’attività umana alle sue dimensioni superficiali, si limita all’attività esclusivamente esteriore.

La sola cosa che interessa è l’attività o azione volta alla conquista del mondo esterno, proiettata allo sfruttamento della natura e dell’uomo, concentrata nella trasformazione e manipolazione delle cose. L’attivismo consiste, pertanto, in una concezione erronea della Realtà, una visione sfocata della dimensione attiva della Vita.

Tutt’altra è la tipologia dell’Uomo d’Azione. Il vero Uomo d’Azione sa come bisogna agire, organizza la sua Azione con logica e disciplina, misura e soppesa bene tutti i suoi gesti, è cosciente delle sue limitazioni e dei limiti a cui è soggetta la propria attività; conosce l’importanza che ha poter contare su un solido fondamento per quello che si fa e vede con chiarezza che tutta la sua condotta deve adeguarsi a norme molto precise per poter dare risultati.

Egli può rinunciare a tutte le sue illusioni perchè ha imparato a difendere e a realizzare i suoi Sogni.

@ 1999. Rais Jibril

* questa espressione la riprendo da un documento di monaci benedettini.

** Oltre al digiuno del mese lunare di Ramadan, gli sheik sufi consigliano di effettuare la pratica del digiuno il primo giorno del mese lunare, nel giorno intermedio e/o nell’ultimo. Sono indicati anche i giorni dell’ayyam bayad 13°, 14°,15° del mese lunare.