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Elezioni: quel poco che c'è da dire

di Gabriele Adinolfi - 08/06/2009

       

  
 A scrutinio concluso una prima analisi dei risultati delle europee 
 

In tutta Europa crollano le sinistre storiche e crescono quasi ovunque le forze populiste.

In Italia cambia poco. Fronte a un astensionismo abbastanza alto e in un'elezione politica basata sul proporzionale è netto il calo del Pd che registra uno scarto di oltre nove punti, e quasi tre milioni di voti, dal Pdl. Crescono IdV e Udc, favoriti dal genere di elezione. L'area governativa, che guadagna una manciata di seggi a Strasburgo, si aggira attorno ai voti delle ultime politiche pur senza il computo di Mpa e Pensionati. Forte la crescita della Lega che beneficia delle politiche dei ministri Zaia e Maroni e specificatamente dei respingimenti degli immigrati alle frontiere.

Si attende lo spoglio delle preferenze per poter fare un bilancio politico serio che si articolerà esaurientemente solo dopo i risultati delle provinciali e delle comunali.

Alcuni dati minori sono da mettere in luce sin da ora. Le ultradestre grottescamente divise restano al palo; anche la scelta del Popolino della Libertà (Destra-Pensionati-Alleanza centro-Mpa) risulta sterile. Ed è proprio la Destra a pesare sui risultati frenando con i suoi scadenti consensi la spinta propulsiva di pensionati e autonomisti.

E' proprio Storace a fallire appieno; la Fiamma Tricolore, che era stata sua alleata nel 2008 riprende all'ex Governatore del Lazio largamente il suo pur scarso bacino di voti mentre Forza Nuova beneficia del cambio di orientamento in famiglia da parte di qualche decina di migliaia di storaciani scontenti e aumenta così un po' il suo esiguo capitale. Le gerarchie tra le microdestre si delineano in modo definito e forse definitivo: i missinfiammisti contano il doppio circa dei forzanovisti mentre i missindestristi praticamente evaporano. Tutti insieme avrebbero potuto concorrere per il rimborso elettorale ma non per eleggere qualcuno.

Il trinariciutismo paleostalinista antifa di Rifondazione risulta penalizzante per il carrozzone rosso e così il partito che ha predicato e protetto l'odio ideologico non raggiunge la soglia dello sbarramento. Da notare invece la prima di Sinistra e Libertà che, senza avere alle spalle le strutture dei partiti comunisti, al termine della sfida si ritrova praticamente alla stessa quota del duo Ferrero - Diliberto. Il risultato è numericamente incoraggiante ma non si tratta solo di questo. La neonata formazione sta provando a disegnare un esperimento di sinistra nuova e innovativa che la colloca più nella lunghezza d'onda della vittoriosa Europe-Ecologie di Cohn-Bendit e Bové che non in quella della grande famiglia dei dinosauri da cui è sortita.

Se la tendenza si conferma potremo avere in Italia una terza forza reale e attuale, oltre a Pdl e Lega, le altre essendo solo espressioni di interessi, di burocrazie, di nomenklature legate ad equilibri e ad epoche inattuali oppure non essendo affatto forze o neppure soggetti.