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Quanto ci sono costati Camera e Senato nel 2008

di Alessandro Tauro - 17/07/2009

Fonte: alessandrotauro.blogspot



Sono passati appena due anni dall'esplosione del tormentone che ha accompagnato la fase finale dello sciancato governo Prodi II, eppure sembrano passati decenni.
Ciò che prima sembrava essere una questione dirimente della politica italiana ora è solo un ricordo sbiadito. Eppure allora non si parlava d'altro: "la casta".

Fu sufficiente la pubblicazione nel maggio del 2007 del celebre ed omonimo libro scritto da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo per dar vita ad un tema politico che fu determinante nel crollo dei consensi ad un centrosinistra già alla deriva.

Da maggio a novembre, ogni quotidiano pubblicava almeno un articolo al giorno sulla questione dei "costi della politica", Rizzo e Stella in un giorno scrivevano a riguardo più di quanto il Sommo Poeta avesse scritto in tutta la sua esistenza, Grillo pubblicava post a raffica, oltre che sui condannati in Parlamento, sui costi del mantenimento di questa classe politica allo sfacelo.

Tra il 21 aprile e il 23 aprile scorsi, Camera e Senato hanno pubblicato i resoconti di bilancio per l'anno 2008.
Repubblica e Corriere in primis nel 2007 cavalcavano a spron battuto la campagna di "moralizzazione e sobrietà" della classe politica. Ora Repubblica dedica un articoletto al bilancio presentato al Senato (in cui la "colpa" delle spese viene fatta ricadere quasi esclusivamente sui vitalizi dei senatori non rieletti e si esaltano le promesse virtuose di Schifani) e basta. Il Corriere dorme completamente.

Dal 2007 a oggi sono cambiate tante cose in Italia, tra cui il "comandante in capo". E con esso, evidentemente, anche la capacità di critica dei "giornalisti" (o presunti tali).

Eppure le chicche che emergono dai resoconti dei bilanci di Camera e Senato non sono certo meno importanti di quelle di due anni fa.

Nel 2008 il Senato della Repubblica ha avuto un incremento di spesa del 2% rispetto all'anno precedente, mentre la Camera dei Deputati ha assestato i costi finali sul 3.75% in più rispetto al 2007. 523 milioni di euro il costo del mantenimento del Senato, 1,490 miliardi di euro quello della Camera.
Alla faccia della sobrietà e del congelamento quinquennale degli stipendi voluto dall'allora Presidente, Fausto Bertinotti!

Oltre al blocco degli stipendi, la coppia Bertinotti-Marini aveva a suo tempo imposto anche una drastica riduzione dei rimborsi di viaggio, comportando un crollo delle spese di oltre il 17%. E ad inizio legislatura, sono arrivate nuove norme sulla riduzione dei parlamentari in missione e delle delegazioni ufficiali.
Tutte scelte che, evidentemente, non sono servite a molto.

Se calcoliamo gli aumenti dal 2002 al 2008 per il Senato scopriamo che le tasche dei contribuenti hanno dovuto tirar fuori il 29.13% in più di quanto costavano i nostri rappresentanti 6 anni fa.

Al Senato, mentre nel mondo la tecnologia gratuita VOIP la fa da padrone, le spese per i rimborsi telefonici sono salite del 19% in un anno.
I gruppi parlamentari si sono dimezzati di numero rispetto alla scorsa legislatura (da 11 a 6), eppure le spese per il loro mantenimento sono scese soltanto del 3,74%.

Da qualche parte si è però deciso di tagliare, forse dove serviva mantenere più soldi possibili: nelle attività delle Commissioni Parlamentari d'inchiesta, che hanno visto ridursi il budget del 34,29%, mentre la Commissione Parlamentare di controllo (ops, pardon, "di vigilanza") sulla RAI ha assistito ad un aumento di spesa del 71,74%!!

La "comunicazione istituzionale" sulle attività del Senato ha prodotto un aumento di spesa del 1,16%, mentre però le spese per i servizi informatici (quelli che porterebbero a cali di spese in tutti gli altri capitoli se finanziati adeguatamente) sono state tagliate di oltre il 16%.

Se si vanno a spulciare i singoli capitoli di spesa, scopriamo che lo sperpero diventa comicità allo stato puro: 72 mila euro all'anno per fantomatiche "medagliette parlamentari" (dev'essere qualcosa stile "segno di riconoscimento dei super-eroi"), 2 milioni di euro di energia elettrica (la vera causa dell'introduzione del nucleare in Italia), 300 mila euro per tende e biancheria, 435 mila euro per vestiario di servizio (circa 4 mila euro a seduta per vestire i Commissari come damerini dell'800) e 900 mila euro per arredi e tappezzeria.
E stiamo parlando solo del Senato.

Per il resto le cose alla Camera non vanno troppo diversamente da quello che accade al Senato, anche se hanno imparato a camuffare i capitoli di spesa più buffi come le medagliette dei super-eroi in altri capitoli più vasti. Ci tengono di più all'immagine.

La Camera fa eccezione in senso "etico", in quanto aumenta i fondi per la Commissione Antimafia e li riduce a quella sulla Vigilanza RAI, ma aumenta i costi in quasi tutte le altre voci, compresa energia elettrica (paghiamo 480 € al mese di elettricità per ogni deputato) e telefonia (320 € il costo mensile delle telefonate di un deputato, alla faccia di Skype e delle tariffe "tutto incluso").

D'altronde se consideriamo il numero di telefonate fatte da Berlusconi al cellulare di Tarantini, possiamo anche pensare che in fondo i costi telefonici sono anche fin troppo bassi.