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Democrazia Statistica. Sei solo un numero?

di Alessandro Cappelletti - 22/07/2009

Tutti noi ce la prendiamo con la storia
ma io dico che la colpa è nostra,
è evidente che la gente è poco seria
quando parla di sinistra o destra
.

Giorgio Gaber

 

L’avvento dell’Era Automatica, dove tutto è ingranaggio del meccanismo sociale, ha portato al fallimento cerebrale dell’umanità e alla morte del Pensiero Critico che dagli antichi greci era giunto fino a noi. Linea piatta su cui tutto si posa come polvere. L’incapacità di analizzare la modernità ci ha condotto al vuoto Sistemico che non riesce a interpretare la complessità del nostro tempo. I cervelli ormai atrofizzati si limitano ad accettare formulazioni di pensiero solo dopo che altri hanno ingoiato, masticato e digerito qualcosa per noi, monosillabi e frammenti che combinati a seconda delle situazioni creano opinione e consenso. Da Eraclito ai Think Tank, i bidoni che contengono il Pensiero gelosamente custodito dai Guardiani della Stabilità.

 

«Un pensiero viene quando vuole lui, non quando decido io. Per cui è una falsificazione dello stato dei fatti dire che il soggetto “io” è la condizione del predicato “penso”. Esso pensa: ma che questo esso sia quel vecchio famoso “Io” per dirla con garbo, è solo una supposizione, un’affermazione, soprattutto non è una “certezza immediata”» (Nietzsche, Al di là del bene e del Male).

Così scriveva il filosofo tedesco poco più di cent’anni fa cercando di dimostrare l’infondatezza dell’assioma cartesiano che è alla base della moderna filosofia.

E’ il pensiero che pensa e si pensa e quindi “è”, mentre l’”Io” non fa altro che registrare e prendere coscienza dell’Essere di questo pensiero. Solo l’Oltre-Uomo attraverso la propria Volontà di Potenza, ovvero creatrice, artefice del proprio Destino, può superare la dimensione passiva del pensare per creare il Pensiero. Ma per arrivare a questo, l’uomo deve liberarsi dal condizionamento a cui si è legato indissolubilmente attraverso l’illusione delle religioni, delle comodità tecnologiche e delle conquiste prometeiche della Scienza.

La possibilità di decidere del proprio destino è forzatamente legata ai condizionamenti culturali e commerciali a cui siamo sottoposti quotidianamente, da quando andiamo a far la spesa in un qualunque centro commerciale, a quando guardiamo le ultime notizie al telegiornale. Crollate le ideologie, sono rimaste le frattaglie delle idee, ridotte ormai a categorie di marketing cui rivolgersi per stabilire a quale ammasso dedicare attenzione. In questi anni di sdoganamenti, per fare un esempio, vediamo proliferare pubblicazioni e documentari revisionisti dedicati al fascismo e al post-fascismo, non più considerato “male assoluto”, ma fenomeno politico in cui si nascondevano anche elementi positivi di studio se non addirittura personalità degne di stima o almeno patetica compassione per la tragica fine per non parlare delle riabilitazioni di letterati una volta considerati “dannati” da parte di un certo establishment culturale responsabile, in precedenza, dell’ostracismo di quegli stessi artisti. Succede a destra come a sinistra, in una confusione di ruoli che lascia spiazzati. Veltroni che dedica una via a Di Nella, Fini che difende la Costituzione, Pansa che svela le atrocità dei partigiani, Telese che ricorda la morte violenta dei ragazzi dal cuore nero. D’altronde, oggi, cos’è rimasto di destra, cosa di sinistra?

Fare il bagno nella vasca è di destra
far la doccia invece è di sinistra
un pacchetto di Marlboro è di destra
di contrabbando è di sinistra.
Ma cos’è la destra cos’è la sinistra

Già ci era arrivato Gaber anticipando i tempi nel 1994 ed oggi lo vediamo drammaticamente quando siamo chiamati a esprimere il nostro voto in cabina elettorale.

Svuotati i partiti dei contenuti a favore delle leadership personalistiche, l’indifferenziazione dei programmi elettorali non fa altro che intrecciare i percorsi politici come fossero l’elica del DNA, all’interno della quale esiste sì una diversità di monomeri, che però si conclude nella sintesi unica degli elementi nel momento in cui si compie la generazione finale dell’organismo. L’esempio più clamoroso di questa assenza di dialettica può dirsi quello della Germania dove governa una coalizione formata dai partiti che si erano fronteggiati in campagna elettorale, di fatto annullando in un unico calderone la diversità delle posizioni. Il sogno di Grande Coalizione striscia da alcuni mesi anche in Italia, dove solo il recente G8 è riuscito momentaneamente a calmierare la

reazione del Sistema ai tentativi gollisti di smarcamento che Berlusconi tenacemente prova a fare, nonostante Pd e Pdl, non facciano altro che rincorrersi sui contenuti politici più hot del momento, dal federalismo all’immigrazione, dalla sicurezza alla tassazione.

L’adesione a questo Sistema di regole, dopo la conquista imperialistica delle menti da parte del pensiero liberal-progressista di stampo materialista, ha trasformato i movimenti politici in un ventre molle dove le distinzioni sono annullate al punto che, quando non addirittura contigui, i programmi sono sempre più spesso intersecanti e la scelta per questo o quel candidato, viene fatta più per simpatia che non per convergenza.

Esauriti i contenitori politici che raccoglievano i voti d’opinione nell’era pre-tangentopoli, la dimensione dei moderni partiti si focalizza sul personaggio che blandisce con slogan pre-confezionati l’elettorato in maniera del tutto trasversale e oltre-ideologica. Il momento delle votazioni, quindi, non va più verso una scelta di programma, ma diventa sempre più una sorta di sondaggio demoscopico al punto che possiamo ormai parlare di Democrazia Statistica: il voto conta come riferimento di possibile vendite future.

D’altronde, la derubricazione del concetto di Cittadino, cioè di componente politico della Società dotato di diritti e doveri il cui scopo è quello di partecipare alle sorti della comunità in cui vive, a quello di Consumatore, cioè di micro-organismo economico che muove e compone il Mercato attraverso le proprie scelte, ha significato anche la trasformazione da soggetto agente in un contesto storico a oggetto passivo di analisi attraverso la segmentazione della popolazione, convenientemente selezionata in recinti di osservazione commerciale-comunicativa. Così suddiviso in categorie di mercato, si priva il moderno Cittadino-Consumatore della consapevolezza del proprio luogo di appartenenza. Non esiste più l’identità sociale, ma una molteplice e frammentaria identificazione nel prodotto acquistato. Uno specchio rotto che riflette mille volte la stessa immagine che si ignora.

Viene in mente la figura, tracciata da Jünger nel Trattato del Ribelle, dell’elettore indeciso se adeguarsi al Sistema o rischiare conseguenze nefaste per avere espresso la propria ribellione. Oggi il potere è sicuramente meno pericoloso per l’incolumità fisica degli oppositori, ma non per questo meno subdolo e feroce. Opporsi con un voto estremista o di protesta, autorizza il Potere stesso a difendersi dagli attacchi di quelle frange minoritarie che rifiutano lo stato delle cose. Opporsi con l’astensione o la scheda bianca non fa altro che portarci in quella categoria di indecisi a cui il Potere rivolgerà gli appelli più sentiti e appassionati, più sensuali, perché è proprio da quella massa di indecisi che dipenderà il futuro della nazione, proiettando la responsabilità della vittoria o della sconfitta proprio sugli scontenti e sugli insoddisfatti.

Che fare? Posto che ciascuno di noi ha le facoltà (potenzialmente, almeno…) di decidere in totale coscienza e indipendenza su cosa scegliere per se stesso, nonostante i messaggi subliminali cui siamo sottoposti quotidianamente, è un dato di fatto che le conseguenze finali di voto non avranno gli esiti che si desideravano in campagna elettorale, ma anzi porteranno ad un’amministrazione che spesso deluderà le attese degli elettori.

Eppure, la volontà di concentrarsi su pochi e definiti obiettivi, può portare a risultati inaspettati.

Così avveniva negli anni 70 quando i sindacati avevano il potere di influenzare le categorie produttive e i governi. Così avviene oggi per chi avesse la volontà di agire e la costanza di lottare per ciò in cui crede. Qualsiasi giudizio si voglia esprimere sulla Lega, per esempio, è solo merito delle illusioni secessioniste di Bossi l’aver introdotto il federalismo nella geografia istituzionale italiana. Allo stesso modo il sempre maggior successo di UGL tra i lavoratori, ha portato il Ministro Sacconi a sussurrare timidamente di Partecipazione, nonostante sia parte del bagaglio culturale anche della CISL da sempre. E piace illudersi di pensare che le azioni spettacolari dei sostenitori del Mutuo Sociale abbiano sensibilizzato questo Governo all’emergenza abitativa di milioni di famiglie italiane con alcuni provvedimenti che alleviano parzialmente, molto parzialmente, dalla grave pena di affitti e mutui da usura.

Idea + Progetto + Volontà + Azione = Cambiamento

Che il voto abbia esiti scontati, è evidente a chi abbia il coraggio di scrostare la patina illusoria di diversità dei partiti che si affrontano. Che esista una possibilità di influenzare le agende politiche attraverso azioni lobbistiche di associazioni culturali che si muovono politicamente, dipende solo dalla volontà e dalla determinazione a partecipare di ciascuno di noi.

La Democrazia si sta evolvendo in senso statistico per quanto riguarda il voto, ma sta lasciando il fianco scoperto a chi abbia il coraggio di sporcarsi le mani e prendere parte ai tentativi di cambiamento che partono dal basso, che partono dal Popolo. La Libertà passa attraverso ciascuno di noi. In questi scenari di cambiamento, perdere l’occasione di agire direttamente per cambiare un Sistema in Crisi sarebbe grave e criminale.

Nihil difficile volenti!

 

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