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L'indifferentismo morale dell'occidente

di Massimo Fini - 31/08/2009

La Chiesa ha accusato il governo italiano per l’ennesima tragedia del mare avvenuta nel Canale di Sicilia dove su un gommone alla deriva sono morti più di settanta migranti eritrei, fra cui 18 donne, alcune incinte. Una cosa spaventosa, ma non capisco che cosa c’entri il nostro governo in questo caso. Siamo stati noi a salvare i cinque superstiti che
ora vengono curati al Centro di accoglienza di Lampedusa.
Gianni Cervi, Milano



NON MI PARE che la Chiesa abbia accusato il governo per questo specifico episodio ma, in generale, per la politica sull’immigrazione. Continuo a stupirmi quando la Chiesa attacca leggi dello Stato italiano perché le due istituzioni dovrebbero rimanere separate («libera Chiesa in libero Stato» aveva detto Cavour), ma non intendo entrare nella questione immigrazione perché è troppo ampia per una risposta a una lettera, dato che è il modello di sviluppo occidentale ad averla creata con la sua intrusività che ha distrutto le economie di sussistenza del Terzo Mondo (anche se il caso degli eritrei è diverso perché fuggono da una dittatura e sono esuli politici). Mi ha colpito invece che una ventina di navi siano passate vicino al gommone senza dar retta alle invocazioni d’aiuto. Esiste un’antica legge
del mare che impone, moralmente, di portare aiuto a chi è in difficoltà. Oggi, nella Modernità, non è più così. E’ il segno di un indifferentismo morale che ha colpito il nostro mondo per il quale la vita degli «altri» non vale niente (E non solo in mare. Basta sentire gli alti lai che eleviamo per la morte di qualche soldato occidentale in Afghanistan e le stragi di afgani, talebani e non, che con estrema disinvoltura compiamo ogni giorno). E su questo indifferentismo il richiamo della Chiesa è
assolutamente legittimo.