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I cittadini al posto dei partiti

di Antonio Serena - 08/12/2009

Fonte: liberaopinione.net


 

Credo che neppure Roberto Michels, mettendo a nudo i  limiti delle oligarchie partitiche,  avesse potuto prevedere che la dittatura dei partiti sarebbe arrivata agli attuali  livelli di degenerazione.

A parte i gossip sui frequentatori di trans o minorenni e le  continue  liti tra rappresentanti di partiti della stessa coalizione con un presidente della Camera che accusa il Presidente del Consiglio, appartenente al suo stesso schieramento politico, di essere un monarca assoluto (alla faccia dei vantaggi del bipolarismo!)continuiamo da tempo a leggere sui giornali che, dopo Berlusconi, anche  il  Presidente del Senato  Renato Schifani sarebbe stato in combutta con la mafia.

 I vertici istituzionali del nostro Stato annoverano già un Presidente della Repubblica che in età matura inneggiava all’invasione sovietica dell’Ungheria, un ministro in carica abituato a  “pulirsi il culo con il tricolore”, personaggi coinvolti in questioni di camorra e iscritti nelle liste della massoneria, deputati condannati in ultimo grado e regolarmente ripresentati dai rispettivi partiti e queste ricorrenti illazioni sul Presidente del Consiglio e sulla seconda carica dello Stato non giovano certo all’immagine già sbiadita del nostro Paese. Suona poi un po’ strano che quando i toni sull’argomento tendono ad alzarsi, subito il Ministro degli Interni annunci la cattura di nuovi pericolosi latitanti di “ Cosa nostra”.

Non essendo magistrati, non riteniamo esser nostro compito  quello di  entrare nel merito della di questi addebiti; a noi compete unicamente il diritto-dovere di denunciare il perdurare di questa situazione. Assolutamente anomala, in quanto se quanto concerne questi signori risultasse rispondente al vero, essi dovrebbero immediatamente dimettersi dai loro incarichi; altrimenti, non potrebbe essere ulteriormente accettabile l’impotenza di uno Stato e di una giustizia che consentono a chi denigra e massacra la personalità di un cittadino – a maggior ragione se si tratta di un  rappresentante istituzionale – di continuare impunemente a farlo.

L’amore per la politica va sempre più scemando,   la gente continua a disertare le  urne (frequentate ormai  da un quarto dei cittadini se è vero che poco meno della metà degli aventi diritto non va più a votare e un altro 25% è coinvolto nel mercato partitocratico) e quei pochi che ci vanno, lo fanno  senza convinzione in quanto convinti che il meccanismo messo in essere dalla partitocrazia non abbia niente a che fare con la sbandierata partecipazione popolare ma serva unicamente a perpetuare il potere delle lobby.

In effetti i programmi delle coalizioni sono simili (sono tutti liberisti, filo atlantisti, democratici,ecc.) e le liste dei candidati sono  confezionate dalle segreterie dei partiti, combriccole autonominatesi in  congressi rigidamente controllati o, addirittura, senza ricorrere ad alcuna assise (il caso più eclatante è stato quello di A.N che per anni non ha più tenuto un congresso). Dopo gli ultimi aggiustamenti elettorali, è stato tolto anche il voto di preferenza, permettendo così l’elezione in Parlamento, come si è detto, di personaggi impresentabili scelti dai vertici dei partiti.

Il partito-re, formato da elementi allineati (chi contesta viene immediatamente espulso) comanda sul suddito (singolo o gruppo economico) che deve inchinarsi a chiedere e, per ottenere, pagare vassalli e valvassini quando non direttamente i vertici della piramide. Un sistema molto peggiore di quello mafioso perché il mafioso è un fuorilegge che agisce nella clandestinità, rischiando del suo, mentre i partiti – privi di personalità giuridica – operano protetti da una legalità creata in Parlamento da loro stessi  con leggi ad hoc che li mette al riparo da ogni rischio. E’ di questi giorni la presentazione da parte del sottosegretario Margherita Boniver (ex PSI, ora PDL) un disegno di legge governativo per la reintroduzione dell’immunità parlamentare regolamentata all’indomani di Tangentopoli.

A questo impianto viene poi affiancato un sistema di prevenzione antintrusione atto a scoraggiare iniziative non in linea, come la raccolta di centinaia di migliaia  di firme per presentare una lista a livello regionale o nazionale e, contemporaneamente, la  richiesta di un numero limitatissimo di firme per la presentazione di liste locali che rassicurino sul “ buon funzionamento”  dell’apparato e sulla “partecipazione popolare”.

Protette e garantite da questi meccanismi, le oligarchie partitocratiche possono far approvare  qualsiasi legge. E’ di questi giorni il varo, nel silenzio pressocché unanime, di una legge che privatizza l’erogazione dell’acqua (a quando il pagamento dell’aria che respiriamo?).

L’attuale pesante situazione economica  ha aperto gli occhi a molta gente rendendo il gioco tra sudditi e sovrani più duro. E’ proprio per questo che il potere ha pensato bene di autotutelarsi ulteriormente introducendo apposite leggi come il “mandato d’arresto europeo” (votato nell’aprile 2005 anche dal parlamento italiano) che prevedono il carcere per chi dissente dalle tesi ufficiali imposte dall’oligarchia mondialista anche alla sua sezione italiana .

Un altro aspetto sconvolgente del problema è che, mentre si rafforzano le strutture di queste oligarchie  rappresentative solo di se stesse, si riducono anche le distanze ideologiche in seno alle  varie élites. Essendo ormai tutto ridotto ad una lotta per il possesso del potere tra gruppi meticciati, succede così – tanto per rimanere all’esempio italiano – che vi sia maggior intesa tra Gianfranco Fini e Veltroni di quanto non ve ne sia tra Fini e Berlusconi che sono al governo assieme.

Una confusione che si estende anche alla base, dove, a prevalere  tra liste simili, é il simbolo maggiormente pubblicizzato(il contenente) e non il contenuto, cioè i candidati . Con il risultato che un partito di cosiddetta destra come il PDL (ex Forza Italia e AN), nato assieme alla  Lega sulle ceneri della prima repubblica, sia guidato da rottami  riciclati della prima repubblica e da obbedienti ed illustri signor nessuno, qualitativamente inesistenti.

Insomma, Lega o Italia dei Valori da preferire a dentifricio Colgate o Mentadent. Come scriveva Machiavelli, “governare è far credere” alla gente certe cose, veicolare mediaticamente concetti e slogan,  indipendentemente dalla realizzazione dei programmi e dagli obiettivi da raggiungere.

E così la gente vive aspettando il Messia, che per alcuni si chiama federalismo e  per altri regime presidenziale , senza tener conto che questi programmi antitetici (lo stato o è centralista o è federato, non può essere questo e quello assieme) dovrebbero venir realizzati dallo stesso mostro a più teste, l’attuale maggioranza.

Le differenze, le idee che caratterizzavano i vecchi schieramenti,  non esistono più e, se esistono, vengono assorbite nel calderone del potere. Non esistono più destra e sinistra, ma  solo lobby agitate da  frequentatori di trans o mignotte attorniati da falliti e ruffiani.

La gente è stanca, non ne può più, ma è impotente: in balìa di una crisi economica di proporzioni imprevedibili (quasi la metà dei giovani sotto i trent’anni è  senza un  lavoro), non ha più la forza né la  voglia di opporsi ai potentati politici. Anche se la soluzione è ormai chiara a tutti: i cittadini, chi lavora e produce, alla guida del Paese, al posto dei burocrati, dei rappresentanti delle oligarchie politiche, di protetti e protettori.

Sarà dura scalzarli, ma la posta, la nostra libertà, vale la candela.