Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Dalle fogne ai prodotti tipici Riesumata la «legge mancia»

Dalle fogne ai prodotti tipici Riesumata la «legge mancia»

di Sergio Rizzo - 20/12/2009

 

 

Ricordate la «legge mancia»? «Mai più», aveva decretato il governo Prodi, che l' aveva abolita con la Finanziaria del 2008 per iniziativa dell' Idv di Antonio Di Pietro. «Mai più», aveva convenuto anche il governo Berlusconi, a quella sconcia distribuzione a pioggia prevalentemente dettata da esigenze clientelari. Un sistema per dare un contentino ai singoli parlamentari, ansiosi di foraggiare un po' i loro collegi: questa era la «legge mancia». Che pure qualcuno apertamente non si vergognava di difendere. L' attuale vicepresidente della Camara Maurizio Lupi, già responsabile dei Lavori pubblici di Forza Italia, non esitò a definirla «un' esigenza precisa del territorio, quella di avere risorse a disposizione per interventi puntuali». Nata nel 2004 con la scusa di finanziare le piccole opere pubbliche degli enti locali, rivelò ben presto una natura ben diversa. Dalle società sportive alle associazioni culturali alle parrocchie, alle missioni sull' Himalaya: i soldi della «legge mancia» sono andati a finanziare praticamente ogni cosa. Senza che nessuno, in parlamento, sia mai arrossito. Fino, appunto, a quel fatidico 2008. Adesso, a sorpresa, la «legge mancia» risorge dalle ceneri, ma assumendo un' altra forma. Giovedì 17 i parlamentari della Commissione Bilancio della Camera, tutti compatti tranne i soliti dipietristi, hanno presentato una risoluzione che «impegna il governo» a distribuire per decreto 103 milioni a 588 iniziative microscopiche, dalle Alpi alla Sicilia. Si vota martedì. Poi toccherà al ministro dell' Economia Giulio Tremonti predisporre il relativo decreto. Ma dove si prendono i soldi? Da un fondo di 165 milioni «per la tutela dell' ambiente» nascosto nelle pieghe del bilancio dello Stato dall' estate 2008. Circostanza che ha reso necessario vestire un po' di verde (ma nemmeno sempre) i quasi 600 oboli. Si va dalla pista ciclabile all' interno dello stadio Carlei di Catanzaro (50.000 euro) alle barriere fonoassorbenti di Como (133.000), a un finanziamento di 200 mila euro all' Associazione artigiani di Vicenza per la «creazione di una rete per centri di eccellenza per lo sviluppo economico». Fino a un progetto per la salvaguardia della via Appia (50.000 euro), al restauro della congrega Ave grazia plena di Afragola (120.000), all' acquisto di un impianto di videosorveglianza per il comune di Agnosine (21.500), alla sistemazione del cimitero monumentale di Albaredo (33.000), alla ristrutturazione della sede dell' ufficio del turismo di Altopascio (50.000), all' impianto fotovoltaico della scuola media di Arcole (163.000). Per non parlare del finanziamento del festival internazionale di design di Cantù (160.000 euro), della rete fognaria di Cassano Magnago (55.000), della «struttura tensostatica per manifestazioni pubbliche» di Castelletto Merli (60.000), dell' ampliamento della Casa della serenità di Cene (40.000), del restauro della Pala lignea del Perugino e annessa «asfaltatura di strade comunali» a Fano (66.500), della nuova sede della Croce rossa di Gavirate (150.000), del «recupero ambientale» degli immobili della curia arcivescovile di Manfredonia (180.000), del «recupero ambientale» del lungomare di Mazara del Vallo (160.000). Ma qualche soldarello ci sarà pure per promuovere i «prodotti tipici agroalimentari» di Milzano (70.000 euro), per la sistemazione di Largo Mazzini a Monza (133.000), per fare una rotonda a Pieve Emanuele (220.000), realizzare una rete informatica nella zona industriale di Piove di Sacco (80.000), creare un' area espositiva per l' olio extravergine di oliva di Ragalna, nel catanese (400.000), sostenere i farmer' s market di Roma (210.000), mettere in sicurezza la piscina comunale di Solopaca (120.000), finanziarie una scuola calcio di Torino (50.000). E poi, perché no, dare una sistemata all' area colpita dal disastro ferroviario di Viareggio (un milione 700 mila euro) e mettere in piedi un centro per il risveglio pediatrico dal coma a Napoli (un milione 357.000). Si potevano, infine, negare 150 mila euro alla società Veneto innovazione per «elaborazione di best practice destinate alla creazione di reti istituzionali e di imprese per uno sviluppo economico nell' area del Veneto centrale»?. Sergio Rizzo