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Un forte grido contro le lobby del legno

di Alessandro Rizzo - 14/04/2006

Fonte: criticamente.it

 
Dall'Oregon un forte grido contro le lobby del legno: la terra prima di tutto!


Vi ricordate Earth First? Era un movimento di ecologisti radicali americani, di impostazione molto integrale e ideologica, che combatteva unitariamente, organizzata in piccoli gruppi locali, contro ogni forma di devastazione delle risorse ambientali: puntava alla conservazione del panorama ambientale ed ecosistemico del territorio. Nascono nel 1979 negli Stati Uniti e la loro ideologia parte dall‚analisi del fatto che la biodiversità e l‚ecosistema debbano essere elementi incontaminati non oggetti di trattative e manovre politiche: valori assoluti che devono essere calati all‚interno di un contesto sociale e culturale reale e ideale

Un‚'zione eclatante da loro effettuata fu quella contro una diga perché deturpante e alterante il sistema idrogeologico prima esistente, ossia costituito da fiumi navigabili e da foreste incontaminate. Ma, su queste orme, una grande battaglia viene portata avanti dall‚alleanza dei movimenti eco pacifisti americani, in questi ultimi anni.
Ricordiamo Joan Norman, la donna settantaduenne morta l‚anno scorso, che con la sua costante presenza impediva il passaggio di autotrasportatori dalla zona del disboscamento alle falegnamerie dedite alla costruzione di materiale ligneo: parquet, mobili e materiali per arredamento, oggetti di produzione delle grandi case produttrici americane. Joan è diventata un simbolo di disobbedienza civile e pacifista contro l‚incessante aumento del neoliberismo e della logica dello sfruttamento per interessi di profitto delle risorse naturali presenti sul territorio. La piovra tentacolare del Forest Service americano, l‚insieme delle imprese che lavorano in questo ambito, viene costantemente ostacolata da azioni di sabotaggio e di opposizione di massa e coordinata dei militanti ambientalisti americani. Un caso ultimo di difesa del cosiddetto ambiente naturale, il wilderness, viene propugnato tramite sit-in o tree-sitting, raduni eco-pacifisti, e il guerrilla-theatre, fino ad arrivare alle forme più estreme di vero e proprio sabotaggio ecologico, il monkeywrenching. Siamo nell‚Oregon, nell‚Opal Creek, ossia una vasta area forestale e boschiva posta in gravissimo pericolo da parte dell‚amministrazione Bush. Dopo le deliranti e irresponsabili dichiarazioni del presidente americano di voler tagliare gli alberi perché cause preventive del diffondersi di incendi, nell‚agosto 2002, alla vigilia del summit sul clima, disertato dalla Casa Bianca, Bush Junior ha considerato necessario allentare i vincoli legali posti contro il taglio di sequoie e querce millenarie, patrimonio dell‚umanità e dell‚ambiente in senso internazionale, in quanto erano considerate responsabili del diffondersi incessante di incendi nello stesso stato dell‚Oregon. Le dichiarazioni sono state accolte con azioni di forte protesta da parte della comunità locale, non solo quella militante eco pacifista storica. Tant‚è che unitariamente hanno deciso di denunciare l‚amministrazione Bush di connivenza e di subordinazione agli interessi delle grandi industrie del legno, portatrici di voti, di consensi e di lauti sostegni economici alle campagne elettorali presidenziali repubblicane. In particolare è documentato il fatto che l'area in questione faceva gola alla potente lobby del legno spalleggiata dal senatore Hatfield. I contestatori, abitanti soprattutto della zona, hanno inscenato forme di protesta e di opposizione pacifica ma sostanzialmente incidente nella diminuzione dei profitti per le grandi case in questione. Alcuni si sono legati agli alberi e si sono arrampicati alla cima delle piante storiche, mentre alcuni altri hanno cercato di piantare chiodi, come nella tradizione dei sabotaggi e delle forme di azione non violenta di obiezione e di contrasto del movimento radicale ambientalista, nelle piante, innocui per la salute degli alberi in questione, ma tanto forti da rendere inutilizzabili le seghe elettriche usate per il loro abbattimento. Altri, infine, come Joan, hanno creato dei picchetti alle fonti delle vie di trasporto del materiale, oppure hanno sabotato le macchine di trasporto disposte dalle falegnamerie.

Il movimento continua incessantemente la propria battaglia per difendere questo grande patrimonio dell‚umanità e dell'ambiente, internazionalmente parlando, polmone di aria per tutta la zona e per il restante pianeta, luogo di sviluppo di forme di vita eccezionali, da particolari razze di volatili a particolari generi animali, e zona di esempio di incontaminata biodiversità, da tutelare nell‚era di una globalizzazione senza controllo e senza confine per la logica del guadagno, a discapito dell‚interesse sociale e collettivo. Il ricordo di Joan, icona delle lotte civili per la tutela del territorio dei diritti di cittadinanza, rimarrà nelle menti di questo popolo di coraggiosi e costanti contestatori contro le decisioni del potere economico e hobbistico di annientare il diritto dei popoli di disporre, secondo le proprie esigenze e i propri bisogni, delle risorse naturali presenti sul proprio territorio, con senso di responsabilità collettiva e sociale.