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A Vancouver le Olimpiadi saranno verdi?

di Miriam Giudici - 02/02/2010

Il comitato canadese ha lavorato perché l'impatto ambientale dell'evento sportivo, generalmente molto elevato nel caso delle Olimpiadi, sia il più ridotto possibile. E ha pensato a tante cose, dalle costruzioni, ai trasporti, dal recupero del calore all'utilizzo di energie rinnovabili, fino alle medaglie fatte di materiali riciclati.

 

Logo delle Olimpiadi di Vancouver
Bisogna dire che gli organizzatori delle olimpiadi invernali 2010 di Vancouver hanno pensato davvero a tutto.
Immaginare che un evento come le olimpiadi, estive o invernali, possa essere a basso impatto ambientale probabilmente è pura utopia: perché esige impianti e infrastrutture che consumano il territorio e cambiano il paesaggio, perché comporta il trasporto di masse di persone e di materiali, perché il consumo di energia è altissimo...

 

Ma si può lavorare per limitare i danni, nonché sfruttare un evento planetario per veicolare i temi della sostenibilità e del risparmio energetico.

E bisogna dire che gli organizzatori delle olimpiadi invernali 2010 di Vancouver – già una delle metropoli più vivibili e verdi del mondo – hanno pensato davvero a tutto.

Le tecnologie e le innovazioni più interessanti sono state messe in campo nella progettazione dei nuovi edifici: tutti hanno certificazioni LEED (Leadership in Energy and Environmental Design) con altissimi punteggi. Tutti hanno montati sui tetti pannelli solari, e hanno sistemi di recupero dell'acqua piovana per l'irrigazione del verde e per i servizi igienici.

 

Lo stadio Oval di  Richmond
Lo stadio Oval di Richmond: l'imponente soffitto è di legno ricavato da alberi destinati a essere bruciati perché infettati da un parassita
Altro aspetto importante e all'avanguardia è quello che riguarda il recupero del calore generato dalle apparecchiature che devono raffreddare le piste per gli sport su ghiaccio: calore che viene utilizzato per portare a temperatura confortevole una piscina, l'acqua dei rubinetti e persino l'aria degli impianti di ventilazione.

 

Una menzione speciale la merita lo stadio Oval di Richmond, destinato al pattinaggio di velocità: l'imponente soffitto è di legno, ricavato da alberi destinati in origine a essere bruciati perché infettati da un parassita.

Si possono vedere le specifiche di ogni impianto sportivo nel sito ufficiale www.vancouver2010.com, molto ben fatto, dove ogni scheda ha la voce “Sustainability & Legacy”.

 

Le medaglie olimpiche
Anche le medaglie sono fatte di materiali riciclati: rottami e componenti elettronici forniti dalla Teck Resources Limited
Molta attenzione anche al capitolo trasporti: una nuova linea su rotaia collega la città all'aeroporto, e autobus a idrogeno trasporteranno atleti e spettatori.

 

I quali saranno non solo incoraggiati, ma praticamente obbligati a servirsi dei mezzi pubblici: si è infatti scelto, coraggiosamente, di non costruire parcheggi per gli spettatori presso gli impianti sportivi. L'uso dei mezzi pubblici è compreso nel prezzo dei biglietti per le gare.

Estrema cura anche nel progettare le modalità con cui edifici e infrastrutture, a olimpiadi finite, entreranno a far parte del patrimonio della città oppure saranno smantellate: in quest'ultimo caso, tutti i materiali riciclabili saranno recuperati, e le aree dismesse rinverdite – proprio con quelle piante che durante la costruzione non sono state abbattute, ma salvate e ricollocate temporaneamente altrove.

E per finire, anche le medaglie sono fatte di materiali riciclati: rottami e componenti elettronici forniti dalla Teck Resources Limited. Segneranno quindi una vittoria per gli atleti che le conquisteranno e anche per l'ambiente.