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Riconversione: unico vero incentivo per salvare la Fiat

di Giorgio Cattaneo - 08/02/2010

Riconversione: secondo Maurizio Pallante è questa l'unica soluzione a disposizione della Fiat per uscire dalla crisi. Sulla scia di quanto fatto dalla Volkswagen, che utilizza i motori delle auto per farne co-generatori, l'industria potrebbe diversificare la produzione creando così nuovi posti di lavoro.

 

Manifestazione degli operai Fiat
Alcune realtà difficili in Italia: la Fiat di Termini Imerese
Incentivi? No, grazie. Mentre l’ad della Fiat, Sergio Marchionne, gela il governo (e il presidente del Senato, Renato Schifani) sulla possibilità di utilizzare anche per il 2010 aiuti statali a sostegno del mercato dell’auto in cambio della rinuncia alla chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, per i cui lavoratori è intervenuto anche il Papa, il Movimento per la Decrescita Felice segnala la mancanza assoluta di idee nuove per rilanciare l’occupazione: "Basterebbe riconvertire l’industria differenziando la produzione, come farà la Volkswagen, che userà i motori delle auto per farne co-generatori che garantiranno il futuro di azienda e dipendenti".

 

Maurizio Pallante, presidente del movimento ecologista e già fondatore del Cure (comitato per l’uso razionale dell’energia) insieme allo scienziato Tullio Regge e a Mario Palazzetti, ex impiegato del Centro Ricerche Fiat e inventore del Totem, rivoluzionario co-generatore, rilancia la sfida per rispondere alla crisi: "Sarebbe enorme l’impatto della riconversione, in termini economici ed ecologici, con centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro". Pallante, autore del saggio “La felicità sostenibile” (Rizzoli), indica sia il settore edilizio, da ristrutturare secondo criteri energetici sostenibili (risultato: lavoro, risparmio, riduzione dell’inquinamento), sia sulla riconversione tecnologica del mercato dell’auto.

Segnali analoghi sono venuti dal segretario torinese della Fiom, Giorgio Airaudo, schierato contro la Tav Torino-Lione: "Le grandi opere sono figlie della vecchia cultura che ha prodotto la crisi, è necessario pensare a un nuovo sviluppo, che rispetti territori e persone". Il movimento di Pallante sta cercando di allacciare un dialogo sempre più serrato con il mondo del lavoro: il 20 febbraio a Bologna si confronteranno alcuni “imprenditori della decrescita”, aziende che non temono la contrazione quantitativa del Pil, a favore di risultati di qualità, verso un nuovo modo di pensare il lavoro, proprio mentre la crisi sta mettendo in ginocchio le fabbriche.

 

Totem
Totem: rivoluzionario cogeneratore
Il momento è talmente delicato da indurre persino il Vaticano a intervenire: occorre "fare tutto il possibile per tutelare e far crescere l’occupazione, assicurando un lavoro dignitoso e adeguato al sostentamento delle famiglie", ha detto Benedetto XVI in un recente appello, facendo esplicito riferimento "ad alcune realtà difficili in Italia", come la Fiat di Termini Imerese e l’Alcoa di Portovesme. "La crisi economica sta causando la perdita di numerosi posti di lavoro, e questa situazione richiede grande senso di responsabilità da parte di tutti: imprenditori, lavoratori, governanti".

 

"L’unico sistema per creare nuova occupazione di qualità passa dalla decrescita", afferma Luca Salvi, del Circolo della Decrescita di Verona, riferendosi alla necessità di affrontare con la massima urgenza la riconversione dei tre settori-chiave: automobile, edilizia, energia. "La decrescita – ha scritto Salvi sul quotidiano “La Stampa” – può offrire soluzioni per risolvere il problema energia e contemporaneamente dare nuovo impulso alla riconversione dell’industria dell’auto".

Secondo Salvi, quello dell’automobile è un mercato ormai saturo: "in Italia circolano ormai 35 milioni di vetture e non è possibile che l’industria automobilistica italiana continui a chiedere incentivi alla rottamazione". Occorrono nuove idee: il co-generatore, ottenuto adattando il motore dell’auto, potrebbe dare un contributo strategico per salvare industria, ambiente e occupazione (info: www.decrescitafelice.it).

Articolo tratto da Libreidee.org