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Avatar, i Dongria Kondh e le sacre Pandora del Pianeta Terra

di Umberto Mazzantini - 10/02/2010

 

 

Avatar il filmone "ambientalista ed anticolonialista" di James Cameron è finalmente un grande e abbagliante prodotto di massa per l'alfabetizzazione della biodiversità, una fiaba planetaria che mischia miti e storie per raccontarci del nostro perduto legame con la natura, con la Gaia globale e la rete del vivente che stiamo scavando nelle miniere, avvelenando con i gas serra e seppellendo sotto il cemento. E' probabilmente un film che farà per l'immaginario popolare molto di più di quanto riescano a fare studi scientifici, biologici ed etnografici e sembra un (probabilmente non voluto) gigantesco e affascinante spot per l'Anno internazionale della biodiversità. Un'operazione di decrittazione della complessità senz'altro meritevole e che avviene impastando "nuove" idee del vivente, miti ancestrali, sapienze sconosciute e dimenticate dei "primitivi" che popolano ancora la terra accanto alla globalizzazione del pensiero unico.

Però Avatar corre alcuni rischi: che l'eterna storia del buono e del cattivo rimanga nel limbo della fantascienza, che nessun "traditore" si accorga dell'handicap del sacro Pil e della sacra crescita ad ogni costo, che la fiaba interplanetaria non arrivi ad illuminare le tante Pandora sparse nel nostro Pianeta, che i "ricchi" dell'Occidente e dei Paesi in via di sviluppo che lo potranno vedere (magari in 3D) uscendo dal cinema siano così abbagliati dal lucente mondo virtuale da non vedere la distruzione della biodiversità e delle risorse naturali nel mondo reale.  E' un rischio che deve aver ben presente Survival International, uno dei non molti Avatar globali che si occupano di difende i diritti dei popoli indigeni, dei Na'vi dimenticati e "inutili" delle tante Pandora della Terra, che vivono ogni giorno il dramma della spoliazione di natura, paesaggio, bellezza, lingua, cultura e storie comunitarie. L'Associazione ha scritto un appello a James Cameron, il regista di Avatar, a nome della tribù dei Dongria Kondh, una piccola popolazione autoctona che vive nelle montagne dell'Orissa, in India e lo ha fatto ha fatto irrompendo con un annuncio pubblicato l'8 febbraio sulla bibbia dello star business, Variety.  Survival chiede a Cameron di usare tutto il suo peso e la sua fama mediatica per aiutare la tribù dei Dongria Kondh, che resiste di fronte all'avanzata di un'industria mineraria britannica che ha già costruito una raffineria di alluminio e dove progetta di cominciare i lavori della miniera e che ha già annichilito, comprato a poco prezzo ed avvelenato le tribù delle pianure. Nel 2009 il governo di Londra aveva pubblicamente biasimato il gigante minerario per il mancato rispetto dei diritti umani della tribù indiana ed aveva detto di ritenere «essenziale un cambiamento d'atteggiamento» da parte della società.

Nell'appello a Cameron si legge: «Avatar non è solo fantasia... è anche realtà. La tribù dei Dongria Kondh, in India, sta combattendo per difendere la sua terra da una compagnia mineraria determinata a distruggere la sua montagna sacra. La prego, aiuti i Dongria. Noi abbiamo visto il suo film, ora lei guardi il nostro:http://www.survival.it/film/mine». Si tratta di "Mine: storia di una montagna sacra", un filmato che dura 10 minuti, che nella versione italiana ha la voce narrante di Claudio Santamaria, testimonial dell'associazione, che illustra l'invasione mineraria e la distruzione sistematica della biodiversità umana e culturale che va di pari passo con quella della natura.

Survival spiega che in questa Pandora indiana, nelle magnifiche e generose foreste delle colline di Niyamgiri, dove vivono in armonia con le risorse naturali i Dongria Kondh, «La compagnia Vedanta Resources, una delle 100 società più capitalizzate quotate al London Stock Exchange (FTSE-100), è determinata a estrarre bauxite (alluminio grezzo) dal ricco giacimento che si trova nella loro montagna sacra. Il proprietario di maggioranza della Vedanta è il miliardario indiano Anil Agarwal. I Dongria e altri gruppi Kondh che abitano nella zona si stanno opponendo alla Vedanta e sono determinati a impedire che Niyamgiri sia trasformata in una desolata zona industriale. Altri gruppi Kondh stanno già soffrendo a causa di una raffineria di bauxite costruita e gestita dalla Vedanta alle pendici delle colline».

Il direttore generale di Survival International,  Stephen Corry, spiega il perché della lettera a Cameron: «Esattamente come i Na'vi descrivono la foresta di Pandora come il "loro tutto", allo stesso modo, per i Dongria la vita e la terra sono sempre state profondamente interconnesse. Al di là dei lemuri multicolori, dei cavalli dalle lunghe proboscidi e degli androidi, la storia di Avatar si sta svolgendo proprio oggi nelle colline di Niyamgiri. Come quella dei Na'vi, anche la vita dei Dongria Kondh è in pericolo perché le loro terre sono pronte ad essere trasformate in un sito minerario dalla Vedanta Resources che non si fermerà davanti a nulla pur di raggiungere i suoi obiettivi. La miniera distruggerà le foreste da cui i Dongria Kond dipendono e farà a pezzi le vite di migliaia di altri Kondh che risiedono nell'area. Spero veramente che James Cameron voglia unirsi alla lotta dei Dongria, per salvare la loro montagna sacra e garantire il loro futuro».

Vedremo se il ricco regista utilizzerà la forza ed il successo planetario dei suoi personaggi in 3D e se tradurrà in gesti reali per uomini, donne e bambini in carne ed ossa il suo sfolgorante e plurimiliardario successo hollywoodiano, vedremo se da questa fiaba ecologica e dal mondo immaginario la notte degli Oscar e il mondo dell'economia virtuale globalizzata (ma pesantemente sostenuta dalle tante miniere di materie prime e di esseri umani) sapranno far uscire una riflessione vera sullo stato del nostro pianeta, se sapranno ascoltare i pianti e le proteste di piccoli popoli "virtuosi" e dimenticati come i Dongria, ancora attaccati con la loro vita alla rete sensibile della Madre Terra che stiamo facendo a brandelli. Vedremo se il sogno non si trasformerà nell'ultima battaglia perdente per un luogo sacro liquidato come "superstizione primitiva".

Intanto qualcosa si muove nel profondo delle passioni e delle religioni dell'opulento Occidente che prima benedivano le bandiere dei colonizzatori che portavano la civiltà tra i primitivi e gli infedeli: il 5 febbraio la Chiesa Anglicana ha annunciato che disinvestirà dalla multinazionale mineraria che scava nell'Orissa e minaccia il paradiso delle colline: «Vedanta non ha mostrato il livello di rispetto per i diritti umani e le comunità locali che ci saremmo aspettati, e temiamo non lo farà nemmeno in futuro. Mantenere investimenti nella Vedanta sarebbe incoerente con la politica degli investimenti etici della Chiesa».

E' anche vero che Survival stava premendo inascoltata da più di un anno sugli anglicani perché prendessero  una decisione in tal senso. Miracoli di Avatar. «Questa decisione senza precedenti ha commentato Corry - è molto apprezzata e manda un segnale forte a tutte le compagnie che calpestano i diritti dei popoli tribali: "noi non finanzieremo i vostri abusi!". Chiunque possegga azioni Vedanta, se ha a cuore i diritti umani, dovrebbe liberarsene oggi stesso».

Qualche altro Avatar "traditore" e "disertore" si era già manifestato: nel 2007, il governo norvegese aveva venduto il suo pacchetto azionario da 13 milioni di dollari della Vedanta dicendo: «Non ci sono molte ragioni per pensare che l'inaccettabile atteggiamento della compagnia verso i diritti umani possa cambiare in futuro». Lo stesso avevano fatto gli scozzesi del fondo di investimenti Martin Currie, che nel 2009 hanno venduto azioni della multinazionale mineraria britannica per 2,3 milioni di sterline, e il BP Pension Fund che ha tolto i suoi investimenti  a causa «della preoccupazione per il modo in cui la compagnia opera».

Forse i tanti e dimenticati Na'Vi del pianeta Terra hanno ancora qualche speranza.