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L'ombra del Bilderberg e della Trilateral sulla crisi del debito greco e degli altri paesi europei

di Giovanni Petrosillo (a cura di) - 24/02/2010



Vi consiglio la lettura di questo articolo che ho tradotto dal francese dal sito geostrategie.com. Viene fuori che i vertici europei, in accordo con le immarcescibili oligarchie occulte, tanto economiche che politiche, stanno mettendo in atto (per conto di chi ce lo siamo detti tante volte…) un colpo gobbo al fine di togliere sovranità ai popoli continentali attraverso le solite e immancabili sporche manovre finanziarie. Inoltre, tenete conto che le proposte che i vertici dell’UE stanno mettendo sul piatto sono molto simili a quelle fatte da profittatori incalliti già resisi responsabili, in passato, di vertiginose speculazioni monetarie (negli anni novanta sulla lira e sulla sterlina) per danneggiare gli stati anelli deboli della catena europea. Ecco cosa scrive George Soros in un editoriale di ieri pubblicato sul Sole 24 ore, dopo aver ovviamente rimproverato (non si capisce a che titolo!) gli europei per non aver saputo dar vita ad un’autorità comune che tassasse i cittadini dei paesi membri: “[all’Europa servono]: sistemi istituzionali e di controllo più intrusivi per un assistenza condizionale, e sarebbe auspicabile la creazione di un mercato di eurobond ben organizzato”. Insomma, si chiede che organi come la Commissione, non eletti dal popolo, possano disporre della nostra libertà a loro piacimento e ad esclusivo vantaggio dei peggiori affaristi agenti come giannizzeri della  grande finanza americana.
Gianni Petrosillo

 Fine della partita per i paesi dell'Unione europea

Le manipolazioni generali a favore di un nuovo ordine economico sono diventate così dense che si dispiegano in pieno giorno. Tuttavia, le vere influenze restano nascoste, e le intenzioni ultime possono soltanto essere difficilmente percepite, quasi mai comprese.

La crisi finanziaria permetterà di ricapitalizzare le banche con il denaro pubblico. Oggi sono queste stesse istituzioni che minacciano di distruggere gli stati che le hanno salvate. Chi può credere un solo istante che queste operazioni di destabilizzazione sarebbero dovute alla sola irrazionalità dei mercati, e che non obbediscano, in primo luogo, ad un ordine del giorno nascosto?

Cronologia della crisi in corso

L'agenzia di rating Flitch Ratings, controllata dalla holding francese Fimalac, è stata la prima a degradare la Grecia, nello scorso dicembre. In seguito sono stati i dirigenti della banca centrale europea (BCE) che hanno dato fuoco alle polveri, annunciando che “se prima della fine dell'anno la Grecia non ha ritrovato il livello di rating che aveva prima della crisi, non garantiamo che il debito greco possa essere rifinanziato dalla BCE. Non è del resto un nostro problema, ma della Grecia soltanto„.

Successivamente, come confermano molte fonti, è una grande banca americana d'investimenti e due hedge funds (fondi di gestione speculativi) che hanno deciso di fare correre il panico sui mercati. Questi “investitori„ hanno innanzitutto scommesso sul ribasso del prezzo delle obbligazioni emesse dal tesoro greco, portoghese o spagnolo, quindi, si sono precipitati sui prodotti derivati che permettono di garantirsi contro il rischio di mancato pagamento di uno Stato o di un'impresa, chiamati Credit Default Swap.

Prima della riunione del G7, alla fine della settimana scorsa, Dominique Strauss-Kahn, il Direttore generale del FMI, ha creato un nuovo effetto panico annunciando che “la sua istituzione era disponibile per volare in soccorso della Grecia„.

Menzogne

Ma in realtà il fallimento della Grecia è impossibile. Ciò per una ragione semplice, che non può, in virtù della sua appartenenza alla zona euro, trovarsi in mancanza di liquidità (in raffronto, quando l'Argentina si dichiarò insolvente nel 2001 era perché non aveva più valute in dollari per finanziare le sue importazioni). Inoltre, i trattati europei prevedono che l'UE debba assistere gli stati in caso “di minaccia seria di gravi difficoltà„. È dunque menzognero sostenere che l'UE potrebbe sacrificare la Grecia. La maggior parte degli analisti ammette del resto che si tratta di un'operazione pianificata. In realtà, la destabilizzazione della Grecia non ha per scopo che quello di dare l'illusione che l'UE sia impegnata in una braccio di ferro con gli speculatori, mentre si tratta in realtà “di un'azione concertata„, come indicava il primo ministro greco la settimana scorsa.

Gli statuti della BCE non permettono di emettere un debito pubblico, ma soltanto di riacquistare questi debiti attraverso gli istituti bancari privati, non sarà dunque possibile per l'UE rifinanziare direttamente la Grecia e gli altri paesi in difficoltà, la cui condizione rovinosa richiederà anche “un piano di salvataggio„ nelle settimane o mesi a venire. Per ora, “per coprire„ la Grecia, sarà necessario creare un nuovo “organo„ per mettere in comune una grande parte della politica di bilancio europea. La Grecia sarà dunque costretta a fare altre concessioni rispetto a quelle degli ultimi giorni, per aprire la via alle riforme sociali che, per cominciare, saranno in seguito promulgate in Spagna, in Italia ed in Portogallo,. L'idea centrale è di utilizzare questa crisi degli stati allo scopo di forzare al federalismo economico la maggioranza degli stati membri che finora lo rifiutava.

L'uomo dell'ombra

Il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy avevano evocato, in novembre scorso, la creazione “di un governo economico„ dei 27 stati membri, così come l’introduzione di un'imposta europea. Il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso aveva seguito l’esempio alcuni giorni più tardi, dinanzi al Parlamento europeo: “Non sono contro l'idea di un'imposta europea per permettere all'UE di beneficiare di risorse proprie rispetto ai contributi degli stati. Ho l'intenzione di esaminare tutte le questioni della fiscalità nell'Unione europea, dobbiamo passare in rassegna tutte le risorse (finanziarie) dell'UE (…) Il programma sul quale sono stato eletto dice che occorre valutare la possibilità di risorse proprie„.

L'11 novembre 2009, Mario Borghezio, membro italiano del Parlamento europeo, aveva evocato la possibilità che i candidati ai posti di presidente e ministro degli esteri dell'UE, come Jan Peter Balkenende, David Miliband, Herman Van Rompuy fra altri, potessero essere quelli “dei gruppi occulti„ Bilderberg e Trilateral e non semplicemente quelli delle forze politiche dei paesi. Il giorno dopo, Herman Van Rompuy si recava al castello de Val Duchesse per una riunione del gruppo Bilderberg per dare, in un discorso, la sua visione circa la gestione dell'Europa e la necessità di centralizzare i flussi finanziari degli Stati membri.

La messa in atto di questo “governo„ non avrà lo scopo di salvare la Grecia, la Spagna o il Portogallo, ma di unificare i bilanci degli Stati membri dell'UE per poter disporre delle loro risorse, cioè, per essere più precisi, per porre fine alla loro sovranità economica. Le disposizioni del Trattato di Lisbona, entrate in vigore il 1° dicembre scorso, danno tutto il margine di manovra necessaria per questo.

È in una situazione di crisi che Herman Van Rompuy potrà dunque presentarsi come salvatore della zona euro al vertice che riunirà i capi di Stato europei questo giovedì 11 febbraio, a Bruxelles. Tuttavia, le soluzioni che raccomanderà non saranno state decise nell'urgenza, in quanto i paesi europei potrebbero trovarsi in fallimento. È in realtà tutto preparato da oltre venti anni dal presidente europeo, dai suoi complici e dalle oligarchie finanziarie che le hanno messe in atto.

Naturalmente, questo governo non sarà effettivo alla mattina del 12 febbraio. Per fare piegare gli stati e far accettare alle popolazioni europee di essere interamente predominate da Bruxelles, così come tutte le riforme necessarie che saranno imposte sotto il pretesto di rilanciare la zona euro, occorre che la situazione peggiori ancora. Ma la trappola è dorata e si sta già chiudendo.

La democrazia europea, che era sorta in Grecia nel 507 A.C:., sarà morta, anche in Grecia, nei primi mesi dell'anno 2010.