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A proposito di Henry (Kissinger)

di Maurizio Chierici - 13/04/2010

Fonte: Il Fatto Quotidiano




 

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Compleanno amaro. Fra qualche giorno Henry Kissinger fa 87 anni. E arriva un “regalo “ che riapre ferite nascoste: documenti segreti declassificati dall’Amministrazione Obama senza una riga di censura. Raccontano un passato che l’aureola di statista non riesce ormai a nascondere, e il suo Nobel per la Pace diventa la maschera del carnevale degli orrori.

 

Blogger sparsi nel mondo bombardano i comitati di Oslo e Stoccolma: “Cancellatelo dal libro d’onore di chi si sacrifica per l’umanità “.

Che Kissinger avesse intrigato per annientare il presidente Allende per far sedere al suo posto il generale Pinochet (colpo di stato 11 settembre ’73 ) lo si sapeva dai documenti liberati da Clinton prima di lasciare a Bush la Casa Bianca. Kony, ambasciatore Usa a Santiago, aveva testimoniato il colloquio con Kissinger e il presidente Nixon terrorizzato dall’ipotesi che “il comunismo dilagasse in America Latina”.
Ecco i fondi segreti affidati alla Cia: 12 miliardi di dollari per destabilizzare Allende, capitali distribuiti a giornali e Tv (El Mercurio di Santiago: 1 miliardo e 800 milioni all’editore Edward) e l’invenzione di un servizio di informazioni incrociate fra le dittature. Insomma, il piano Condor caccia senza pietà a chi sventolava idee che annacquavano il sogno americano dei monopoli nell’altra America.   
Coinvolte non solo l’Argentina dei 30 mila desaparecidos, o la Santiago della paura; anche Brasile, Paraguay, Uraguay. Con l’approvazione della Cia della quale Bush padre era vicedirettore, i dittatori del Sud aprono una rete di protezione attorno ai loro poteri.

Proteggere, cosa vuol dire? Lo spiegano i documenti appena usciti dall’Archivio della Sicurezza Nazionale di Washington. Il 23 agosto 1976 (Allende sepolto da tre anni e il fedele Pinochet alla presidenza) Kissinger firma una circolare per gli ambasciatori Usa nei quattro paesi amici. E’ preoccupato per certe voci: Cile e Argentina insistono nell’usare il piano Condor come “macchina di attentati intesi ad eliminare protagonisti dei governi rovesciati nelle città straniere dove hanno trovato rifugio”.

Buenos Aires è un rifugio con tanti rischi: la Tripla A di Isabelita Péron stava per passare la mano alle dittature di Videla e Massera, P2 alla Casa Rosada. Un errore, spiega Kissinger. Rovina l’immagine delle autocrazie che proteggiamo in quanto funzionali al nostro sviluppo economico. Vi prego di trasmettere il mio disagio ai responsabili di governo.

Gli attentati crescono ogni giorno e il segretario di Stato sembra preoccupato. Gli ambasciatori rispondono con la morbidezza della diplomazia, ma il messaggio è chiaro: non ne hanno il coraggio.

Ernest Siracusa, ambasciatore in Uruguay, dice di più: “Ho paura per la mia famiglia. Perché non se ne interessa direttamente la Cia?”. Il 2 settembre Kissinger tranquillizza: l’allarme è rientrato, il passato è passato. Ma il 16 settembre l’ultimo documento diventa categorico: dimenticate queste voci, vengo informato che non succederà ciò che è successo in questi mesi.

Invece quattro giorni dopo, l’ex ministro degli Esteri di Allende, Orlando Letelier, viene assassinato proprio a Washington, non lontano dal Dipartimento di Stato. Muore assieme alla segretaria Ronni Kasper Morfin.   

Una bomba aveva già chiuso l’esilio del generale Prats, fedele ad Allende: assassinato con la moglie in Argentina. E Bernardo Leighton che aveva fondato la Dc cilena ed era vicepresidente di Allende, cade in un’imboscata a Roma. Vivo ma segnato per sempre dalla sparatoria.

Oltre 37mila “sovversivi” finiscono sotto terra o spariscono nei labirinti del piano Condor. Da anni i comitati per i diritti umani pretendono una nuova Norimberga sempre rifiutata mancando le prove che i governi sapevano. Adesso la prova c’è, firmata da Kissinger.
Ma non succederà niente, un po’ di chiacchiere di giornali e finisce così. Solo un capitolo del braccio di ferro tra Obama e le lobbies repubblicane.