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Emergency: la solita bufala orchestrata dalle “barbe finte”.

di redazionale - 16/04/2010

Fonte: comunitapopoli

http://ndn2.newsweek.com/media/51/afghanistan-kajiki-dam-taliban-fight-wide-horizontal.jpg


    Nulla di nuovo, con gran strombazzamento da parte
    di squallidi personaggi che hanno addirittura ruoli
    istituzionali in Italia, e invece starebbero meglio al mercato
    paesano, ad urlare sterili anatemi contro la “minaccia
    comunista”.
    Ma che almeno stavolta serva da lezione a qualche brutto
    figuro che solitamente si diletta con la delazione di quelli che
    nella sua mente malata vede come avversari.
    Teoremi, teoremi, teoremi: continuate a scrivere trame sui
    vostri blog e giornali, a gettare lì menzogne con cui nutrire
    i porci. Poi correte a gridare al “complotto”, ma soltanto se
    tocca a qualcuno dei vostri. Pensate un po’ se invece di
    bombe a mano ed esplosivi, nell’ospedale di Gino Strada
    fossero state rinvenute le micidiali “linguette di alluminio”,
    componenti fondamentali per la costruzione di missili “v1” e
    “v2” dei “fascisti della Comunità Solidarista Popoli”, quelli
    che trafficano in armi, droga, mercenari, bambini e organi.
    oppure degli scudetti con il fascio littorio, vera minaccia al
    bene comune. Ma va là, scemi, non avete ancora capito chi
    è il nemico.
    La Comunità Solidarista Popoli si augura che al più presto
    gli operatori italiani di Emergency coinvolti senza colpa in
    questa brutta ma non sorprendente storia tipicamente
    afghana, vengano rilasciati. In Afghanistan, specialmente
    nell’area in cui si trova questo ospedale di “Emergency”,
    trattare con i talebani è normale, anzi, indispensabile se vuoi
    operare, come fa in modo eccelso “Emergency”, per il bene
    della gente. Chi è incaricato di mantenere questi contatti
    può soltanto essere un afghano. Non si può escludere che
    tra i dipendenti della struttura vi sia qualcuno che abbia
    approfittato della sua posizione per introdurre armi per
    conto di un gruppo talebano, contravvenendo alle rigide
    regole poste da Gino Strada, pacifista totale, estremo e
    indubitabile. Tutto qua. Le altre trame, ripetiamo, le lasciamo ai
    funzionari dell’intelligence e ai pennivendoli dell’una e
    dell’altra parte. Di quella sinistra e quella destra che non
    hanno ancora compreso di essere categorie morte, superate.
    Inutili.