Clima, figuraccia Italia
di Diego Carmignani - 16/04/2010
«Il mio governo soltanto ora, 25 anni dopo il referendum contro il nucleare - ha detto trionfante -, ha potuto approvare un nuovo programma per la costruzione di centrali ad uso civile. Siamo consapevoli dei pericoli per il rischio dei materiali nucleari per finalità illegittime e abbiamo deciso di creare una Agenzia nazionale per la sicurezza e una Scuola per la formazione di personale addetto alla sicurezza».
Mentre lui professa in trasferta, in casa i suoi lavorano per spianare la strada ai progetti del Cavaliere, remando però contro il resto del mondo. Ieri in Senato i negazionisti Pdl sono tornati di nuovo alla carica, con una mozione in cui si chiede all’Italia di abbandonare gli impegni del famoso 20-20-20, con cui l’Unione europea si pone l’obiettivo, entro il 2020, di ridurre del 20 per cento i gas serra, di aumentare del 20 per cento l’efficienza energetica e di raggiungere una quota del 20 per cento di energia da fonti rinnovabili. Sarebbero obiettivi inutili, secondo i firmatari guidati da Antonio D’Alì.
Accesa la polemica in aula, soprattutto da parte della sponda Ecodem: «Siamo al paradosso - ha commentato il senatore Francesco Ferrante -. La maggioranza italiana di centrodestra si conferma come l’unica forza politica a livello mondiale che continui a combattere contro provvedimenti sulla green economy, sulle fonti rinnovabili e sull’efficienza energetica che non solo sarebbero favorevoli all’ambiente e alla salute del nostro pianeta, ma potrebbero essere un’utilissima leva per combattere la crisi economica in atto».
Ma clima ed energia rinnovabile non sono solo parole. Lo dimostrano i progressi in atto in Germania, in testa a una locomotiva verde su cui è necessario salire, oltre che conveniente. L’ultima conferma arriva dalla recente ricerca dal prestigioso istituto economico McKinsey che analizza le varie opzioni per un sistema energetico carbon-free del vecchio continente.
Ebbene, lo studio, ripreso dal Wwf e diffuso dopo l’accordo italo-francese sul nucleare, dimostrerebbe in maniera inconfutabile come un sistema elettrico al 100 per cento generato da fonti rinnovabili è possibile per l’Europa entro il 2050. Un traguardo che comporterebbe un rincaro del 5-10 per cento sull’energia rispetto ad altri percorsi a basso livello di carbonio ipotizzati, ma che eviterebbe gli alti rischi legati all’atomo e i danni provocati da combustibili fossili. In sostanza, la fonti rinnovabile è la migliore soluzione disponibile.
E in più sono economicamente vantaggiose. Ulteriore conferma giunge dal primo Irex annual report della società di consulenza Althesys, ieri presentato a Milano. Secondo lo studio, lo sviluppo delle fonti verdi porterà all’Italia benefici compresi tra i 23,6 e i 27 miliardi di euro da qui al 2020, quando si sarà approdati al pacchetto sul clima e sull’energia dell’Unione europea.
Sempre che chi ci governa non abbia già indirizzato il nostro Paese in un’altra direzione, opposta e antistorica.

