Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Rivolta globale contro la finanza

Rivolta globale contro la finanza

di Filippo Ghira - 07/05/2010

http://www.bramarte.it/realismo/img/dau4.jpg


Le rivolte di piazza che stanno incendiando la Grecia non rappresentano altro che una anticipazione di quello che potrebbe succedere negli altri Paesi d’Europa, e del mondo, se alla speculazione verrà consentito di agire ancora indisturbata e se i governi continueranno ad applicare le misura ultraliberiste imposte dal Fondo monetario internazionale, dalla Banca mondiale e dalla Commissione europea.
Il Libero Mercato sul quale tali organismi mondialisti continuano a cianciare descrivendolo come il paradiso terrestre, altro non è che la più completa libertà di rapina concessa ai banchieri e ai finanzieri per saccheggiare la ricchezza reale delle Nazioni e dei cittadini e trasferirla nelle loro capaci tasche. L’aspetto più grave è che nonostante i fatti abbiano dimostrato che il valore di riferimento non è e non può essere il Mercato in quanto tale ma semmai potrebbe esserlo solamente un mercato sano e messo sotto controllo in nome dell’interesse nazionale, i governi continuino ad allargare le maglie della legge e dei regolamenti per permettere che questa deriva liberista continui e faccia sentire i suoi effetti nefasti. Ancora più grave è che siano i governi espressione di quella che ancora viene chiamata Sinistra, a portare la linea liberista alle sue estreme conseguenze e danneggiando in primo luogo i diritti dei lavoratori che un secolo fa i partiti socialisti avevano scelto di rappresentare e di difendere.  
Si va avanti poi con l’abitudine di invocare il giudizio della Commissione europea e della Banca centrale per qualunque questione che riguardi la situazione economica dell’Italia. Come se questi due organismi non fossero composti da uomini con una loro storia alle spalle. E proprio qui sta il punto perché i tecnocrati che siedono negli uffici di Bruxelles e Francoforte provengono immancabilmente dagli ambienti bancari e finanziari o da quelli di società multinazionali. Tutta gente per la quale gli Stati nazionali sono il male e un mercato unico, europeo e globale rappresenta il bene assoluto. E poco importa se all’interno di tale mercato globale, dove le merci e i capitali possono muoversi liberamente, anche il lavoro è stato ridotto a merce e un dipendente può essere trasferito da un Paese ad un altro. Allo stesso modo le liberalizzazioni del mercato del lavoro imposte dagli organismi tecnocratici transnazionali, all’insegna della flessibilità e di buste paga contrassegnate da una sempre maggiore incidenza della produttività, stanno trasformando il lavoro in qualcosa di sempre più precario.
Viviamo quindi in una realtà economica ed umana fatta su misura per gli interessi dell’Alta Finanza e della Grande Industria dove le specificità nazionali, a cominciare da quelli alimentari, devono essere cancellate e rese omogenee e quindi intercambiabili. Siamo di fronte ad una devastazione sociale che si compie nell’indifferenza, più idiota che complice, dei politici di sinistra che sono così disposti a mostrarsi liberisti per fare scordare di essere stati socialisti, da non sapere dove sta di casa un minimo di decenza. A nessuno di quelli che appartengono, più di nome che di fatto, alla Sinistra classica, viene in mente di considerare autentici banditi i signori della Goldman Sachs, i gestori delle agenzie di rating o gli speculatori (come George Soros e John Paulson) che giornalmente si arricchiscono sulla pelle dei popoli. A nessuno di costoro viene in mente che la speculazione si potrebbe eliminare semplicemente impedendo agli speculatori di operare.
Una speculazione che viene dagli Usa di quel Barack Obama divenuto una icona dei progressisti solo per il fatto di essere nero ma che ha aiutato le manovre gli speculatori versandogli centinaia di miliardi di dollari. Gli stessi utilizzati oggi per speculare contro l’Europa e contro l’euro, renderci tutti più poveri e risollevare un dollaro che se vivessimo in un mondo normale sarebbe considerato poco più che carta straccia visto che l’economia Usa sta molto peggio di quella greca.