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Soros parla di speculazione insieme ai suoi complici

di Filippo Ghira - 12/05/2010

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Alcuni dei peggiori banditi in guanti bianchi del mondo si sono riuniti ieri a Zurigo in un vertice, ovviamente a porte chiuse, come gli incontri del Bilderberg e della Commissione Trilaterale. Un comunicato aveva anticipato che l'incontro puntava “a stimolare la riflessione sul funzionamento del sistema monetario internazionale e a stimolare i governanti a un dialogo sulle riforme necessarie nel medio e lungo termine”. Una puntualizzazione che fa presagire che l’incontro di ieri abbia rappresentato l’occasione per delineare proposte in un funzione della realizzazione di un sistema di controllo globale della finanza nel quale comanderanno gli stessi criminali che hanno innescato la crisi del 2008 e che oggi, di nuovo in piedi grazie agli aiuti statali, hanno ripreso nelle loro speculazioni, del tipo di quelle hanno affossato la Grecia.
Ad organizzare l’evento sono stati i padroni di casa della Banca nazionale svizzera e il Fondo monetario internazionale. C’erano alcuni governatori delle banche centrali, investitori e rappresentanti di organismi internazionali. Erano presenti il governatore della Banca centrale svizzera, Philipp Hildebrand, quello della Bundesbank, Axel Weber, il cinese Zhou Xiao Chuan, e il francese Jean Claude Trichet presidente della Banca centrale europea. Ben Bernanke, presidente della Federal Reserve Usa non si è fatto vedere ma a rappresentarlo c’era Donald Kohn. Presenti al vertice anche i finanzieri Willem Buiter (uno dei massimi dirigenti di Citi Group) e George Soros, quello che viene considerato a ragione l’emblema stesso della speculazione.
Nel suo intervento Kohn ha affermato che l'economia Usa deve contare più sul finanziamento agli investimenti produttivi e meno sul debito legato a consumi privati e immobiliari. Peccato che Kohn non abbia ricordato che la Federal Reserve e il Tesoro Usa in questi ultimi due anni hanno fatto tutto meno che finanziare l’economia produttiva ma che invece hanno continuato ad aiutare massicciamente gli speculatori, tipo Goldman Sachs, che avevano versato una barca di quattrini per la campagna elettorale di Obama il quale, una volta alla Casa Bianca, ha pensato bene di ricambiare il favore. Tanto i soldi utilizzati non erano certamente suoi ma dei cittadini Usa.
La presenza di un autentico bandito come Soros a Zurigo a parlare di regole e di etica dovrebbe comunque indignare qualsiasi persona di buon senso visto che sarebbe come curare un malato di Aids iniettandogli dosi massicce di virus Hiv. Eppure agli gnomi di Zurigo, tanto per usare un termine reso famoso da John Kennedy, tutto questo pare perfettamente normale. Sono infatti i finanzieri come Soros, capaci di mobilitare risorse “virtuali” pari a 100 volte i soldi di proprietà, ad avere scatenato la crisi finanziaria che si è poi riversata sull’economia reale globale. Certo Soros non è la speculazione ma ne fa parte integrante come il suo degno compare John Paulson. A metà febbraio, Soros e Paulson, unitamente ad altri finanzieri Usa, si erano infatti riuniti a Wall Street per programmare un attacco contro l’euro, incominciando a speculare contro i titoli di Stato dei Paesi europei, contrassegnati da un alto debito, come appunto la Grecia. Il resto è cronaca recente. Un’azione che ha fatto arricchire Soros come nell’autunno del 1992 quando speculò contro la lira obbligando la Banca d’Italia di Ciampi (!) a svalutare la nostra moneta del 30% e rendendo più appetibili per la finanza anglosassone le imprese pubbliche che il governo dell’epoca (quello di Giuliano Amato) aveva messo sul mercato. L’offensiva contro la Grecia, oltre al guadagno immediato, aveva tra i suoi obiettivi anche un traguardo del genere. Tanto per confermare che la speculazione con mezzi “virtuali” finisce sempre razziare la ricchezza reale delle Nazioni.
 
Primi soldi alla Grecia e impegni per tutti
Il ministero delle finanze della Grecia, Georgos Kostantinou, ha chiesto ai Paesi dell'Eurozona la prima tranche di aiuti per 14,5 miliardi che servirà a rifinanziare i titoli del debito pubblico in scadenza il prossimo 19 maggio. Oggi la Grecia riceverà altri 5,5 miliardi di euro dal Fondo Monetario Internazionale. Complessivamente la Grecia dovrebbe ricevere in tre anni finanziamenti pari a 110 miliardi a fronte dei quali dovrà operare massicci tagli alla spesa pubblica, in particolare alle pensioni e agli stipendi dei dipendenti pubblici. I prestiti alla Grecia e ancora di più la costituzione di un meccanismo capace di mettere in campo 750 miliardi per difendere l’euro dalla speculazione, sono stati l’occasione per un regolamento di conti interno tra quei Paesi che credono di essere “virtuosi” perché tengono stretti i cordoni della spesa pubblica, in primo luogo la Germania, e gli altri considerati cicale perché portati a spendere e spandere. La Grecia quindi, seguita da Portogallo, Irlanda e Spagna. Quelli indicati dall’acronimo PIGS. Per non parlare dell’Italia che con il suo 112% di debito pubblico sul PIL non si trova davvero in condizioni ottimali. Ma anche la Francia dalla quale, secondo Bruxelles, verrebbero segnali non incoraggianti sulla capacità di tenere sotto controllo il debito. Così, il commissario europeo agli Affari economici e monetari, il finlandese Olli Rehn, ha ricordato che Italia e Francia, come Spagna e Portogallo soffrono di un indebitamento elevato e pertanto devono intensificare i loro sforzi per ridurlo. Ha ricordato Rehn che Madrid e Lisbona sono state obiettivo di speculazioni. Di conseguenza, si deve temere che queste potrebbero in futuro colpire Italia e Francia. In particolare, ha lamentato Rehn, il governo di Roma non ha adottato un vasto programma di rilancio dell’economia perché non dispone di molti soldi in conseguenza del livello elevato del suo debito.