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Storica marcia su Buenos Aires dei Popoli indigeni argentini

di Neno Zanchetta - 18/05/2010

http://www.kaosenlared.info/img/secciones/pueblos%20originarios.JPG

E’ in corso dal 12 scorso la Marcia dei popoli originari dell’Argentina su Buenos Aires per manifestare il 20 di fronte alla Casa Rosada e chiedere il rispetto dei propri diritti fra i quali la restituzione dei territori usurpati, in misura sufficiente a condurre una vita degna -terre che sono in mano a diverse istituzioni statali o Parchi Nazionali da dove gli indigeni sono stati cacciati!- e per il riconoscimento ufficiale delle proprie lingue. Questa data è stata scelta per anticipare di 5 giorni i grandi festeggiamenti del Bicentenario della Rivoluzione del 25 maggio 1810.
Secondo un rilevamento nazionale del 2004 le persone che si riconoscono come discendenti dei popoli originari sono 600.329, appartenenti a 35 etnie diverse distribuite su tutto il territorio nazionale, contro la credenza comune che in Argentina i popoli originari siano quasi scomparsi. Un enorme numero di indigeni fu sterminato durante la cosiddetta Conquista del deserto, la campagna militare che consentì di triplicare l’estensione del paese verso sud e verso nord. In questa campagna vennero quasi estinte nel paese le etnie Mapuche, Het e Ranquel.
Diverse colonne sono partite da vari punti del paese: Jujuy, Chaco, Mendoza e Misiones. Alla partenza della colonna da Jujuy si è celebrata “l’offerta alla Pachamama” dopo di chè la colonna si è messa in marcia con in testa uno striscione con la scritta “Por la Verdad hacia un estrado Pluricultural”, con la partecipazione del segretario generale della Centrale Argentina dei Lavoratori Hugo Yasky e vari dirigenti sindacali locali. Durante l’offerta è stato sottolineato il significato della marcia e Milagro Sala, una delle dirigenti più popolari nella regione del nordest ha detto fra l’altro: “vogliamo dimostrare che non siamo un ricordo del passato, che esistiamo e siamo esistiti per più di 500 anni e continueremo a resistere affermando il nostro diritto ad essere”. Analoghe cerimonie si svolgono nelle varie tappe ove si stanno unendo altri marciatori.
La Colonna sud, costituita principalmente dai popoli Mapuche e Huarpe, sta seguendo il percorso Rió Negro, Neuquén (dove è giunta ieri), Buenos Aires. La Colonna nord, costituita principalmente dai popoli Qom-Toba, Wichi e Mocoví, è partita da Misiones e segue il percorso Chaco, Corrientes, Formosa, Santa Fe, Buenos Aires. La colonna Nordovest, costituita principalmente dai popoli Kolla, Guaraní e Diaguita, è partita da Jujuy e segue il  percorso Tucumán, Santiago, Santa Fe e Buenos Aires.

La manifestazione vuole anche costituire un appoggio all’esecutività della legge sul rilevamento territoriale relativo alle terre di proprietà indigena, approvata 4 anni fa ma disattesa da molti governi statali a favore dei latifondisti e degli impresari agricoli locali. In particolare molte terre indigene sono state occupate illegalmente anche in questi ultimi anni per la grande espansione della monocoltivazione della soia. Un’altra richiesta riguarda la cancellazione come giorno festivo del 12 ottobre in ricordo della “scoperta” dell’America sostituendolo con le feste sacre di ciascuna comunità. La Marcia vuole anche sostenere la creazione di un Tribunale per la Giustizia Climatica e appoggiare il disegno di legge sul disboscamento e sulla protezione dei ghiacciai in progressivo scioglimento per il riscaldamento dell’atmosfera, aggrediti anche dalla smisurata crescita dell’estrazione mineraria a cielo aperto e dal disboscamento.

Ha suscitato vasta eco negli scorsi mesi la vicenda della progettata miniera d’oro di Pascua Lama, per sfruttare la quale si vorrebbe far saltare con dinamite un intero ghiacciaio a 4500 metri di altezza, al confine fra Argentina e Cile, paesi che hanno concesso il diritto di sfruttamento alla multinazionale canadese Barrick Gold. Il progetto,che sta incontrando una forte resistenza popolare, una volta esecutivo, sconvolgerebbe il regime delle acque a valle e rischierebbe lo sterminio culturale degli indigeni Diaguita che dovrebbero lasciare le loro terre.

Come rileva Stella Calloni nel suo servizio sul giornale messicano La Jornada, la grande stampa argentina sta ignorando la marcia. Figuriamoci quella italiana! Ed a noi sembra che anche l’eco sulle varie reti informatiche dei movimenti sociali stia ignorando l’evento per cui invitiamo a diffondere questa notizia. Diamo atto a Resumen Latinoamericano di avere dedicato all’evento il numero 2202 del 16 maggio e grazie al quale ne siamo venuti a conoscenza.

Come italiani non possiamo non ricordare l’odiosa presenza della società Benetton nel sud del paese con una contestata proprietà di un territorio di 900 mila ettari, pari all’estensione del Libano, circa un decimo dell’intera Patagonia, che ha dato origine a varie vertenze giudiziarie per acquisto fraudolento.

Altre notizie in tempo reale sulla marcia sui siti: www.azkintuwe.org , www.tupacamaru.org.ar/ alla voce pueblos originarios con molti filmati tramite youtube

E’ possibile inviare un messaggio di solidarietà indirizzandolo a: azkintuwe@yahoo.es (Un semplice testo possibile è : solidarizo oppure solidarizamos con la marcha de los pueblos originarios, seguito da nopme, città, paese)