Vittorio Feltri: un falco di Netanyahu
di Riccardo Ianniciello - 04/06/2010
“Israele ha fatto bene a sparare: dieci morti fra gli amici dei terroristi”. Apriva con questo titolo, il primo di giugno il Giornale di Vittorio Feltri, riferendosi all’assalto delle forze israeliane alla Mavi Marmara, una delle navi di pacifisti ( terroristi, per Feltri) diretta nella Striscia di Gaza a portare aiuti umanitari. La stampa di Tel Aviv, da destra a sinistra ha unanimemente condannato il bliz, considerato il frutto di una grave decisione politica, ha chiesto le dimissioni del ministro della Difesa, Ehud Barak, ed ha invitato (il quotidiano Haaretz, in particolare) a rivedere la politica fallimentare del blocco di Gaza. Lo stesso Silvio Berlusconi ha usato parole distensive come risposta al clima di tensione creato dal bliz e insieme di critica alla politica israeliana rispetto alla questione umanitaria derivante dal blocco imposto alla Striscia di Gaza: “Auspichiamo che venga evitata ogni azione suscettibile di innalzare ulteriormente la tensione e compromettere il dialogo ed invitiamo Israele a dare un deciso segnale per la soluzione umanitaria a Gaza”.
Le dichiarazioni di Feltri possono essere sicuramente condivise da due persone: Netanyahu e Barak, gli ideologi che hanno armato la mano dei militari e comandato di premere il grilletto. Due riflessioni sorgono spontanee considerando la marcata divergenza di opinioni, in questo caso specifico, tra Berlusconi e Feltri ideologicamente e politicamente assai vicini. La prima: Berlusconi finge posizioni moderate e la sua condanna dell’attacco israeliano è di facciata, mentre il suo vero pensiero è quello letto nelle parole di Feltri su il Giornale. La seconda: Berlusconi è sinceramente amareggiato per l’accaduto e Feltri è finito sul libro paga di Netanyahu.
Qualunque sia la risposta, al di là della battuta provocatoria, occorre gridare una verità incontrovertibile: Feltri con una simile affermazione ha la medesima responsabilità morale di coloro che hanno materialmente sparato e ucciso quegli esseri umani innocenti. Se il giornalista approva un simile crimine si macchia, ripetiamolo, moralmente dello stesso crimine.