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Nuovi signori e nuovi sudditi

di Zanarini Manuel - 15/06/2010



Nei mesi scorsi, è uscito, per la casa editrice Petite Plaisance, il libro Nuovi signori e nuovi sudditi, scritto a quattro mani da Costanzo Preve ed Eugenio Orso. Il testo rappresenta forse la prima analisi delle relazioni tra le classi sociali, nell'era cosiddetta “postmoderna”. Col crollo del lavoro fisso, e del modello di produzione che su di esso si basa, le due classi “storiche”, borghesia e proletariato, sono scomparse. Oggi si assiste a un altro binomio, nel quale si struttura la società: Global class e Pauper class.

Il testo è composto da diversi saggi, per brevità analizzerò solo alcuni concetti chiave. Preve analizza le basi del neocapitalismo, individuandone l'inizio con la teoria dell'accumulazione illimitata, basata sul valore di scambio delle merci, che ha soppiantato il valore d'uso. Così facendo, tutto il lavoro umano è sostanzialmente diventato una merce, cosa che ha anche determinato il tipo di relazioni interpersonali e di struttura sociali. A questa analisi, va affiancata un'opera di interpretazione e di, seppur parziale, recupero delle teorie di Marx. A differenza di ciò che comunemente si crede, il “comunismo” nasce dalla borghesia, per meglio dire dalla coscienza infelice della borghesia. Questa classe, che storicamente fu la forza motrice del capitalismo, si è trovata nella situazione di crisi, dovuta all'impossibilità di coniugare le forze del mercato con la sua volontà di emancipazione dell'intera umanità. Questo è un aspetto molto importante, per capire le tendenze della globalizzazione capitalista. Ciò che il grande capitale internazionale sta facendo è procedere alla forzata eliminazione del ceto medio, la borghesia, proprio per sbarazzarsi della classe sociale che potrebbe ribellarsi ponendo fine al dominio mercantilista, basato sulla mercificazione di ogni rapporto sociale.

Tale fenomeno viene definito da Orso come flessibilizzazione delle masse, parafrasando la nazionalizzazione delle masse, che al termine della I Guerra Mondiale ha aperto la strada all'avvento del fascismo in Europa. Nel corso degli ultimi anni, sono state distrutte le strutture sociali, nate col Welfare State, la cui espressione tipica era il posto di lavoro fisso. I “poteri” hanno agito su diversi fronti: ideologico-culturale, imponendo il neoliberismo e il politicamente corretto (americanismo, religione olocaustica, teoria dei diritti umani per giustificare gli interventi militari nel mondo, antifascismo in totale assenza di fascismo, finto scontro destra-sinistra), narcotizzando le masse, in modo che non si accorgano dello sfruttamento che subiscono; economico, finanziario e giudiziario, col dominio del mercato, della globalizzazione, della finanza internazionale, distruggendo ogni misura di protezione sociale; sociale e culturale, attraverso la diffusione delle droghe e degli psicofarmaci, e di modelli di vita imposti dai mass media, gettando i giovani nel nichilismo (dando vita a quella che Orso definisce la generazione né-né, né studio, né lavoro) e nel lavoro precario (grazie al pacchetto-Treu e alla riforma-Biagi).

Il risultato di tale operazione è stato il superamento della società divisa in borghesia e proletariato e l'affermazione di due nuove classi: Global Class e Pauper Class, a loro volta suddivise in altre sotto-classi.
Partendo dalla Global Class, esiste la upper class, l'elite che dirige la globalizzazione, a sua volta divisa in occidentali (americani, europei e i loro alleati) e orientali (cinesi, arabi, russi,ecc.). Al di sotto, la middle global class, formata dal management essenziale per la diffusione dei modelli culturali, necessari ad asservire le masse all'upper class. Infine, la lower global class, la parte più bassa della classe dirigente (manager meno importanti, professori, speculatori di borsa, ecc.) e i personaggi dello showbusiness (attori, attrici, modelle, presentatrici, cantanti, calciatori, piloti di Formula 1, ecc.)
Dall'altro lato, troviamo la Pauper Class, che ricomprende i ceti medi declassati, gli immigrati clandestini, i contadini cinesi urbanizzati, gli agricoltori indiani, ecc. Al suo vertice, troviamo la middle class proletariat, la fascia più alta travolta dalla globalizzazione, la flessibilizzazione e la fine del Welfare State. Al di sotto, la new workers proletariat, la vecchia classe operaia, schiacciata tra la finanziariazzazione dell'economia e la degenerazione dei sindacati, diventati veri e propri centri di potere. Infine, la under-class, coloro che vivono nelle periferie degradate e le vittime dei fenomeni migratori (zingari, clandestini, senza tetto, ecc.), i quali non hanno alcun ruolo sociale, salvo subire gli effetti del neocapitalismo. Sarà proprio dalla Pauper Class, che, una volta presa coscienza della realtà, potrà nascere la scintilla della rivoluzione.

Pur non condividendo l'impostazione classista dell'opera, il lavoro di Preve e Orso ha il grande pregio di essere una delle poche, se non l'unica, analisi sociologica della società post-moderna, nata dal superamento della dicotomia borghesia-proletariato, e dal trionfo della globalizzazione guidata dalla finanza e dal grande capitale internazionale. Di grande interesse è anche l'analisi del politicamente corretto e la denuncia della falsità della dicotomia destra-sinistra, figlia della farsa del finale del secolo scorso fascismo-antifascismo, pur in evidente assenza totale di fascismo. Quello in cui, a mio avviso, pecca tale lavoro è la visione di “lotta di classe”, ormai sconfitta dalla storia. In altre vie (comunitarismo e decrescita) va cercata la soluzione che ponga fine al neocapitalismo, riportando il potere alle comunità, e la politica a controllare l'economia.

Costanzo Preve – Eugenio Orso, Nuovi signori e nuovi sudditi, Editrice Petite Plaisance