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Da Draghi a Montezemolo

di Gianni Petrosillo - 04/08/2010




Beppe Grillo vorrebbe affidarsi a Montezemolo, il fatto Quotidiano di Travaglio a Draghi. Anni di sfanculamenti di piazza e di cronaca giudiziaria, spacciata per alta politica, solo per arrivare a queste misere conclusioni da straccivendoli. Bell’accoppiata di imbecilli, il comico che fa piangere le ascelle e il pennivendolo che fa pisciare sotto dalle risate.
Per parte nostra riteniamo, dato l’andazzo generale, che anche Paperino sarebbe un ottimo Presidente del Consiglio in questa repubblica disneyana e cialtrona. Davvero la confusione comincia ad annebbiare le sinapsi. Giullari che si dilettano di politica, politici impegnati in numeri da circo, magistrati che scambiano barzellette per sentenze e giornalisti ridotti a guardoni con la bava alla bocca. Ed ora ci mancavano pure i tecnici, questi idioti con alto quoziente intellettivo, che s’improvvisano statisti per il bene collettivo. A sinistra lo slogan si rinnova: contrordine compagni riformisti che la tecnocrazia è meglio della democrazia. Tutto va bene per disarcionare Berlusconi e consegnare l’Italia al salottificio dei poteri forti della Grande Finanza e Industria Decotta. Gracchiano rumorosamente le rane progressiste che, come nella favola di Esopo, chiedono un vero re a Giove per di liberarsi del Caimano. Il viscido rettile dunque dovrà lasciare lo stagno ma arriverà presto al suo posto un bel serpente con la lingua bifida e i denti aguzzi. Tutti gli abitanti della palude finiranno divorati dal mostro acquatico. Perché le larghe intese, i governi di responsabilità nazionale, gli esecutivi di transizione sono solo l’ultimo orizzonte delle canaglie, la dimensione infima di quel nugolo di saprofiti, di destra-centro-sinistra, che senza il consenso del popolo vuol decidere cosa è meglio per tutti. Mettere i lupi (o i lupi travestiti da “Agnelli”) a guardia del gregge è solo l’ultima idea brillante di questa opposizione che ama i razziatori e gli infingardi. Va bene che tra canidi ci s’intende, stessi tratti e stesso istinto predatorio, ma a tutto c’è un limite. Ed in questo zoo della politica nostrana popolato da animali famelici e insetti fastidiosi, mancavano  all’appello giusto i Draghi fumanti. Valgano le dichiarazioni di Cossiga (proferite in altra occasione politica, allorché fu ugualmente perorata l’ascesa di Draghi a Palazzo Chigi) su tutto il resto che pur potremmo riportare a sostegno dell’ "onorabilità" del Presidente di Bankitalia: “Sembra che Mario Draghi, già socio della Goldman & Sachs, nota grande banca d'affari americana, oggi Governatore della Banca d'Italia, sia il vero candidato alla presidenza del Consiglio di un 'governo istituzionale'. E così avrà modo di svendere, come ha già fatto quando era direttore generale del Tesoro, quel che resta dell'industria pubblica a qualche cliente della sua antica banca d'affari" ed ancora “un vile affarista che venderà l'economia italiana''. E Montezemolo? Un altro onest’uomo che fu cacciato dalla Fiat perché accettava denaro per presentare i grandi capi del Lingotto a chi lo richiedeva. Davanti al giudice che lo accusò di ciò disse: “Ero giovane e ingenuo”. Adesso è vecchio e furbo, quindi anche peggio di prima.