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Affaire Hariri: il libro che coinvolge Washington

di Rashid Abbar - 11/05/2006

 
Secondo un libro pubblicato da un giornalista tedesco, gli Stati Uniti e Israele potrebbero essere coinvolti nell'assassinio dell'ex Primo ministro libanese Rafic Hariri.

L'implicazione diretta degli Stati Uniti come quella di Israele nell'assassinio dell'ex Primo ministro libanese Rafiq Hariri sarebbe fortemente possibile. Il sollevamento dei Libanesi anti-siriani che ha provocato il ritiro della truppe siriane dal Libano dopo vent'anni di presenza, serve prima di tutto agli interessi strategici di questi due eterni alleati. In ogni caso, questo è quanto afferma Jurgen Cain Kulbel, giornalista tedesco, in un libro apparso recentemente.

Intitolato Mordakte Hariri. Unterdruckte Spuren im Libanon (Dossier dell'assassinio di Hariri. Indizi passati sotto silenzio in Libano), il libro critica severamente il procedimento seguito dalla Commissione d'inchiesta dell'ONU.
Nel suo libro, questo giornalista indipendente rimprovera alla commissione d'inchiesta sulla morte di Rafiq Hariri di concentrarsi sulla pista siriana a spese di altre piste che sarebbero da prendere in considerazione.
«Ci sono altre piste: esse portano alla guerra civile per concludersi a Washington, New York e Gerusalemme» afferma.
L'autore denuncia «un piano ignobile»: «l'assassinio di "Monsieur Liban" (Hariri) era destinato ad imprimersi per sempre nella mente dei Libanesi per fare di loro degli strumenti di quella che sarebbe diventata la Rivoluzione del Cedro, » ha scritto. Questo libello contiene numerose pesanti rivelazioni per la commissione d'inchiesta.

Esso afferma, tra l'altro, che i principali testimoni sono diventati milionari dopo avere fatto deposizioni in cui accusavano i servizi segreti siriani. E aggiunge che uno di loro è «misteriosamente scomparso in un incidente e che le tracce DNA del "sedicente kamikaze" non sono mai state rinvenute sul luogo dell'esplosione, nel pieno centro di Beirut.»
Jurgen Cain Kulbel non accusa direttamente Washington e Tel Aviv di essere dietro questo assassinio, ma introduce degli elementi e delle testimonianze che vanno in tal senso.

Ad esempio, Jurgen Kulbel nota che l'ex ministro libanese figurava fino alla sua morte su una lista di uomini da eliminare scritta in un collegamento del sito di «United States Committee for a Free Lebanon». Si tratta di un sito della «lobby» libanese negli Stati Uniti, vicina agli ambienti neoconservatori.
E, citando il giornalista investigativo americano Wayne Madsen, il libro ricorda che l'ex Primo ministro si opponeva al progetto di costruzione di un'importante base americana nel nord del Libano.

Tra le persone citate dal giornalista tedesco, figura Mustafa Al-Nasser, già consigliere di Hariri, che ha detto: «L'assassinio di Hariri è opera del servizio segreto israeliano, il Mossad, che ha per obiettivo quello di creare tensioni politiche nel Libano».
Ma la rivelazione principale del libro è la seguente: le emittenti di disturbo del convoglio di Hariri, normalmente in grado di impedire l'attivazione di bombe a distanza, hanno «totalmente fallito». Ora, afferma il giornalista citando un esperto svizzero, questo sistema può essere neutralizzato solo dal suo produttore, una società israeliana fondata da ex agenti del Mossad.

L'accanimento di Washington nel voler rovesciare il regime di Damasco non data da ieri. Secondo un documento, che risale all'autunno del 1957, la cui esistenza è stata rivelata da «The Guardian» nel settembre 2005, la Central Intelligence Agency (CIA) e il suo omologo britannico già allora avevano convenuto di mettere fine al regime siriano facendo credere che Damasco fosse all'origine di complotti, di sabotaggi contro i governi vicini. In base agli elementi del libro di Jurgen Kulbel, l'assassinio di Rafiq Hariri potrebbe essere una manovra americana destinata a destabilizzare il regime di Damasco.