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Conto alla rovescia per Bush

di Arthur Schlesinger Jr. - 11/05/2006

 
I Cento Giorni rimarranno indelebilmente legati alla figura di Franklin D. Roosevelt (politica del New Deal, n.d.t. ), ed i Mille Giorni con quella di John F. Kennedy.

Ma in questi giorni mille sono i giorni che restano prima della fine del mandato del Presidente Bush; giorni che saranno pieni degli infausti preparativi e delle peggiori indiscrezioni sulla guerra preventiva contro l'Iran. L'argomento della guerra preventiva come prerogativa presidenziale è largamente conosciuto. Nel febbraio del 1848 il deputato repubblicano Abraham Lincoln così spiegava la sua opposizione alla guerra con il Messico: «Autorizzate il Presidente ad invadere una nazione vicina quando lo ritenga necessario e lo autorizzerete a farlo ogni volta che lo ritenga necessario , con ogni giustificazione; lo autorizzerete a fare la guerra a suo piacimento [con più enfasi]...

Se oggi decidesse di dire che ritiene sia necessario invadere il Canada per anticipare una invasione britannica, come potrete impedirglielo? Potrete dire: "Non vedo come gli inglesi possano invaderci"; ma lui vi risponderebbe: "Silenzio; anche se tu non lo vedi, io lo vedo"».

Questo è esattamente quello che fa George W. Bush, nell'interpretare la sua prerogativa presidenziale: Silenzio; anche se tu non lo vedi, io lo vedo. Questo nonostante sia il presidente Truman che il presidente Eisenhower, veterani della Prima Guerra Mondiale, abbiano chiaramente scartato la possibilità di guerre preventive contro i tentativi di Stalin di dominare l'Europa. E nonostante il presidente Kennedy, lui stesso eroe della seconda Guerra Mondiale, nel pieno della crisi dei missili di Cuba dell'ottobre 1962 abbia rigettato la raccomandazione del Consiglio di Stato di un attacco preventivo contro i sovietici a Cuba.

Fu una fortuna che JFK abbia voluto liberarsi pacificamente dei missili, perchè solo decenni dopo si seppe che le forze spiegate dai sovietici a Cuba erano munite di testate nucleari tattiche e avevano l'ordine di usarle contro un'eventuale invasione statunitense. Ciò avrebbe significato un botta e risposta nucleare. Invece, Kennedy approfittò dei suoi mille giorni per tenere il discorso dell'American University, un appello pressante rivolto tanto agli americani quanto ai russi per riesaminare «il proprio atteggiamento, come individui e come nazione». A questo episodio fece seguito il Trattato per il bando parziale dei test nucleari. Era un atteggiamento che andava nella direzione del teoria elaborata da George Kennan - contenimento e deterrenza - che diede dei risultati effettivi per evitare lo scontro nucleare.

La crisi dei missili cubani non fu solo il momento più pericoloso della Guerra Fredda, ma il più pericoloso di tutta la storia dell'umanità: mai, prima di allora, due contendenti avevano avuto la capacità tecnica di distruggere il pianeta. Se alla Casa Bianca ci fosse stato un fautore della guerra preventiva, ci sarebbe sicuramente stata una guerra nucleare. E' certo che l'arma nucleare sarà usata di nuovo. Durante la guerra civile americana Henry Adams, il più brillante tra i nostri storici, scrisse: «Un giorno la scienza avrà l'esistenza della specie umana nelle sue mani, e la razza umana causerà il suo proprio suicidio facendo saltare in aria il mondo».

I nostri presidenti della Guerra Fredda invece si attennero alla teoria di Kennan, contenimento e deterrenza, e vincemmo la Guerra Fredda senza l'escalation verso la forza nucleare. Nel 2003, aprofittando del collasso dell'opposizione democratica, Bush spostò l'asse della politica estera dal principio del contenimento-deterrenza a quello della guerra preventiva: Silenzio; anche se tu non lo vedi, io lo vedo. Nella sua convinzione di adempiere un progetto divino, Bush è stato definito dagli osservatori come «messianico». Ma come disse Lincoln nel suo secondo discorso di insediamento: «l'Onnipotente ha i suoi propri progetti».

Qui cominciano per Bush i suoi ultimi mille giorni di presidenza. Potrebbe usarli per dare inizio alla Terza Guerra Bush: dopo l'afgana (giustificata), l'irachena (basata su fantasie e menzogne dette al popolo ed a se stesso) ora è il momento di quella iraniana (anch'essa frutto di fantasie e di bugie dette alla nazione ed a se stesso). Non c'è nulla di più pericoloso per una democrazia di una politica estera basata sul principio della guerra preventiva.

Forse il presidente Bush, che sostiene di essere uomo compassionevole, dovrebbe rinunciare all'idea di una guerra preventiva dal dolore che essa provoca, per ritornare alla collaborazione con gli altri Paesi, nell'interesse della sicurezza collettiva. Abraham Lincoln se ne sarebbe rallegrato.


da THE WASHINGTON POST
Traduzione per Megachip di Diego Cirio
Fonte:
www.megachip.info
10.05.06

L'autore, uno storico, lavorò come consigliere per il presidente John F. Kennedy