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Una criticità senza precedenti

di Steve Connor - 11/05/2006

Le indiscrezioni su una bozza di pubblicazione redatta da un gruppo dell'Intergovernmental Panel on Climate Change rivelano che il problema del riscaldamento globale costituisce una criticità senza precedenti nell’arco degli ultimi 20.000 anni

Secondo quanto riporta una bozza di uno studio ad opera dei più autorevoli climatologi a livello mondiale, il problema del riscaldamento globale si sta facendo più grave a causa dell’inquinamento da attività umane, e nell’arco degli ultimi 20.000 anni costituisce una criticità senza precedenti. La valutazione trapelata elaborata dal gruppo di esperti internazionali fa notare come attualmente esistano prove schiaccianti del fatto che il clima terrestre sta subendo una drammatica trasformazione a causa delle azioni dell'uomo.

Una bozza del rapporto redatta da un gruppo del Comitato intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC) rivela che le concentrazioni di biossido di carbonio, metano e altri gas responsabili dell’effetto serra si trovano ai massimi livelli da almeno 650.000 anni a questa parte. Si prevede che le temperature medie globali questo secolo aumenteranno tra i 2?C e i 4,5?C, come risultato del raddoppio dei livelli di biossido di carbonio presente nell'atmosfera. Queste temperature potrebbero subire un ulteriore aumento di 1,5?C come conseguenza di "feedback climatici positivi”, risultanti dallo scioglimento del ghiaccio marino, dal disgelo del permafrost e dal processo di acidificazione degli oceani.

La bozza del rapporto si rivelerà la quarta valutazione dell’IPCC dalla sua fondazione nel 1988 – e avrebbe dovuto rimanere un documento confidenziale fino alla pubblicazione della versione ufficiale, il prossimo anno. Tuttavia, una copia del rapporto è stata messa a disposizione da un comitato governativo statunitense ed è reperibile in rete: basta inviare, tramite e-mail, la richiesta di una password per accedere all’apposita area sul sito internet.

Il 'Climate Change Science Programme', Usa, il cui rapporto pubblicato il 3 maggio dichiara che il cambiamento climatico sta subendo gli effetti dell’inquinamento umano, ha affermato di voler a disposizione quanti più esperti e stakeholder possibili per commentare la bozza di relazione dell’IPCC.

Tuttavia, secondo la rivista Nature, il presidente dell’IPCC, Rajendra Pachauri, non è venuto a sapere della decisione di pubblicare il rapporto fino a quando esso non è stato postato online. La valutazione dell’IPCC è redatta da numerosi scienziati – che possono attingere alla competenza di centinaia di ricercatori – al fine di garantire la più autorevole stima sul cambiamento climatico e i suoi impatti.

Gli scettici sul problema del riscaldamento globale troveranno scomodo il linguaggio disinvolto della bozza – la quale respinge fermamente quelle proposte che considerano il cambiamento climatico un fenomeno totalmente naturale. "Esistono prove ampiamente diffuse di riscaldamento antropogenico del sistema climatico in rilevazioni su temperature condotte sulla superficie, nell’atmosfera libera e negli oceani", dichiara il rapporto.

"È molto probabile che il ‘forcing’ dovuto ai gas serra sia stato la causa principale del riscaldamento globale osservato nel corso degli ultimi 50 anni". "Ed è altrettanto probabile che da soli i gas serra abbiano causato un più ingente riscaldamento rispetto a quanto osservato durante lo stesso periodo". Dal suo ultimo rapporto nel 2001, il gruppo dell’IPCC afferma di aver accumulato prove convincenti che mostrano come il cambiamento climatico sia un fenomeno già in atto. Si constata inoltre che tale cambiamento è probabile si svilupperà per decenni, forse secoli a venire – anche nel caso in cui le emissioni causate dall’uomo possano essere limitate.

"Gli anni 2005 e 1998 si sono rivelati i due periodi più caldi mai registrati. Cinque tra i sei anni più ‘caldi’ in assoluto cadono nell'ultimo quinquennio (2001–2005)", afferma il rapporto. Rivelazioni satellitari dal 1978 a oggi mostrano che il mar glaciale artico si è ridotto di circa il 2,7 per cento ogni decade, con picchi del 7.4 per cento durante i mesi estivi più caldi. "La minore estensione della banchisa polare durante i periodi estivi è stata osservata nel 2005. Le temperature medie dell’artico stanno aumentando dagli anni sessanta del secolo scorso, e il 2005 per l’artico è stato l’anno più caldo", dichiara la bozza di relazione dell’IPCC. "Una crescente quantità di prove suggerisce una percepibile influenza umana su altri aspetti climatici, tra cui fenomeni che interessano la banchisa polare, le onde di calore, e altri eventi estremi come cicloni tropicali e precipitazioni", si legge.

Lo scioglimento dei ghiacciai e delle lastre di ghiaccio polari potrebbe causare entro il 2100 un innalzamento dei livelli del mare fino a 43 cm, mentre per i prossimi due secoli l’aumento previsto supera del doppio questa cifra. Il rapporto dichiara che le emissioni di gas serra da parte dell’uomo probabilmente hanno già causato l’aumento del livello del mare registrato nel corso del secolo scorso.

"Il ‘forcing’ antropogenico, risultante dall’espansione termica dal riscaldamento degli oceani e dallo scioglimento dei ghiacciai e delle lastre di ghiaccio, ha contribuito probabilmente in misura maggiore all’innalzamento del livello del mare durante l’ultima metà del ventesimo secolo", afferma il rapporto. "Il ‘forcing’ antropogenico ha probabilmente contribuito alle recenti diminuzioni nell’estensione del Mar Glaciale Artico. Ci sono evidenze di un andamento decrescente nella copertura nevosa globale e di un ritiro diffuso dei ghiacciai conforme al riscaldament. Esistono inoltre prove che questo scioglimento ha anche favorito un innalzamento del livello del mare".


Dimostrazioni del cambiamento climatico

* Il Mar Glaciale Artico si è ridotto del 2,7 per cento ogni dieci anni dal 1978 e di 7,4 per cento ogni decennio nel corso dei mesi estivi;

* Cinque su sei degli anni più caldi si sono succeduti negli ultimi cinque anni, e il 2005 e il 1998 sono stati i due anni più caldi mai registrati prima;

* I livelli medi globali delle acque marine sono aumentati ad una media di circa 2 mm all’anno tra il 1961 e il 2003, e a più di 3 mm all’anno tra il 1993 e il 2003;

* I ghiacciai montani e la calotta glaciale artica si sono sciolti generalmente più velocemente rispetto al tempo che hanno impiegato per formarsi nel corso degli ultimi 40 anni;

* Le temperature del permafrost sono mediamente cresciute e la zona coperta da terreno stagionalmente ghiacciato è diminuita di circa il 7 per cento durante gli ultimi 50 anni.

 


Sui problemi ambientali Nuovi Mondi Media ha pubblicato 'Salva la Terra... o tutti giù per terra', di James Bruges.

 

Fonte: http://www.independent.co.uk/
Tradotto da Arianna Ghetti per Nuovi Mondi Media