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Clima, se anche gli ecoscettici fanno retromarcia

di Erasmo Venosi - 15/09/2010

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Il campione tra coloro che negano l’esistenza di una grave questione climatica, lo statistico danese Bjorn Lomborg, ha cambiato idea: nel suo ultimo libro “Soluzioni intelligenti al cambiamento climatico” riconosce che i cambiamenti climatici sono una grave minaccia per l’umanità.

Il campione tra coloro che negano l’esistenza di una grave questione climatica, lo statistico danese Bjorn Lomborg, ha cambiato idea: nel suo ultimo libro “Soluzioni intelligenti al cambiamento climatico” riconosce che i cambiamenti climatici sono una grave minaccia per l’umanità. I negazionisti italiani, molte testate, e televisioni italiane avevano Lomborg come ospite frequente delle trasmissioni e come editorialista. Il suo libro “L’ambientalista scettico”, pubblicato nel 2004 e oggetto di “culto” da parte dei negazionisti italiani, ha registrato molte smentite dalle nuove evidenze scientifiche.
 
Un Paese come la Russia, che aveva sottoscritto il Protocollo di Kyoto per pura convenienza, ritenendo che lo scioglimento dei ghiacciai avrebbe comportato dei benefici (accessibilità dei giacimenti dell’Artico, nuove rotte navigabili lungo le coste settentrionali, agricoltura in zone improduttive) ha redatto un Piano per i cambiamenti climatici. A Cancun, a dicembre, molto probabilmente, in seguito alla siccità e al calore che hanno prodotto morte, danni e devastazioni, la Russia assumerà un atteggiamento molto più determinato sulle nuove misure da approvare per combattere il riscaldamento globale.
 
Il grande ecologista May, in un articolo su Nature del 1985, affermò che l’uomo deve avere più rispetto per come la natura può sorprenderci. Alcune discipline, come la fisica galileiana, la termodinamica e la biologia molecolare, benché rette da criteri differenti, hanno in comune il dato che le ipotesi di lavoro possono essere provate mediante esperimenti condotti secondo procedure definite: esperimenti replicabili per verificare la riproducibilità dei risultati.
 
Tale approccio viene meno quando si affronta il problema dei cambiamenti climatici, perché in questo caso i modelli interpretativi non sono verificabili con gli esperimenti, poiché disponiamo di un unico esemplare del sistema che è il nostro pianeta. Pertanto, la scienza del clima è una scienza osservativa e non sperimentale. Il clima presenta molti indizi per essere considerato caotico. Caotico vuol dire complesso, quindi lo s’interpreta attraverso la teoria del Caos, che tenta di scoprire una logica dietro fenomeni apparentemente del tutto irregolari.
 
Tale teoria interpreta fenomeni non lineari, ovvero quelli in cui la somma delle singole cause non determina la somma degli effetti corrispondenti, il tutto è diverso dalla somma delle parti. Prigogine ha dimostrato che quando le leggi che governano la dinamica di un sistema sono non lineari, esistono dei valori critici in corrispondenza dei quali si va incontro a una biforcazione. Il termine indica il passaggio, una transizione tra due situazioni strutturalmente differenti, attraversato il valore critico, il nuovo stato d’equilibrio si raggiunge in maniera imprevedibile e ne è conoscibile solo la probabilità.
 
Nel Protocollo di Kyoto si parla di “stabilizzazione delle concentrazioni” di gas serra, intendendo l’equilibrio tra le emissioni e gli assorbimenti dovuti all’oceano e alla biomassa continentale. Considerato che gli assorbimenti oggi sono pari al 47%, i tagli dovranno essere superiori al 50%. Impresa costosa, complessa e che necessita di un accordo globale, ma la posta in gioco è troppo alta per tutti gli abitanti del pianeta.