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Netanyahu gela il negoziato 238 case a Gerusalemme Est

di Umberto De Giovannangeli - 16/10/2010



Per i palestinesi è il «chiodo» sulla bara dei negoziati. Per la destra oltranzista israeliana è l’ennesima vittoria. A Gerusalemme Est i cantieri ebraici riprendono a lavorare: il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha infatti autorizzato la costruzione di circa 240 nuovi alloggi nei rioni di Ramot e di Pisgat Zeev, oltre la linea di demarcazione in vigore fino al 1967, cioè fino alla guerra dei Sei Giorni. Ufficialmente in merito non era mai stata annunciata alcuna moratoria (a differenza da quanto è avvenuto fra il dicembre 2009 e il settembre 2010 nelle colonie in Cisgiordania). Ma in pratica le polemiche di marzo, seguite alla visita del vicepresidente statunitense Joe Biden a Gerusalemme, avevano indotto il governo Netanyahu per non suscitare vespai a mettere la sordina ai progetti edili ebraici in città. Le forze nazionaliste dell'esecutivo avevano ingoiato l'amaro boccone senza fare troppe proteste.
RUSPE IN AZIONE
Mentre le trattative israelo-palestinesi restano dunque bloccate già in seguito alla fine della moratoria edile nelle colonie cisgiordane, la stampa locale scrive che a Gerusalemme Est (la cui annessione da parte di Israele non è mai stata riconosciuta da parte della comunità internazionale) il ministro dell'edilizia Ariel Atias (Shas) ha autorizzato la costruzione di 158 alloggi nel rione ebraico di Ramot (che già oggi conta 47 mila abitanti) e di altri 80 a Pisgat Zeev (fra Gerusalemme e Ramallah) dove vivono già 45 mila israeliani. Secondo il quotidiano Maariv, Netanyahu ha avuto cura di dissimulare questa iniziativa in un progetto nazionale di costruzioni per complessivi 500 alloggi. Il giornale aggiunge che il premier ha avvertito Washington della novità lasciando intendere di essere stato obbligato, dopo mesi di inattività, ad autorizzare una iniziativa circoscritta.
L’ANP PROTESTA
La dura reazione palestinese non si è fatta comunque attendere. «Si tratta di un chiodo ulteriore sulla bara dei negoziati» ha dichiarato a caldo una fonte dell'Autorità nazionale palestinese (Anp). Poi anche il capo negoziatore Saeb Erekat è tornato sull'argomento. «Sembra che Netanyahu abbia fatto la propria scelta: meglio gli insediamenti della pace». «Israele ha proseguito continua ad adottare ogni possibile provvedimento pur di impedire la costituzione di uno Stato palestinese indipendente». A Gerusalemme Est la tensione resta alta, specialmente nel rione di Silwan (alle pendici della Spianata delle Moschee) dove, attorno ad un vasto parco archeologico, 300 israeliani si sono insediati fra circa 60 mila palestinesi e dove le frizioni sono costanti. Ieri si sono segnalati lanci di pietre contro le abitazioni ebraiche e una postazione della guardia di frontiera è stata data alle fiamme.