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George Soros: un milione di dollari per la marijuana

di Antonio Marafioti - 28/10/2010


Il multimiliardario George Soros ha donato 1 milione di dollari per la Proposition 19, il disegno di legge per la legalizzazione della marijuana in California.

Anche il multimiliardario George Soros entra nell'arena politica dei record: quella delle elezioni di metà mandato che si terranno il prossimo 2 novembre negli Stati Uniti. Lo fa trasversalmente rispetto alla bagarre per il controllo di Camera dei Rappresentanti e Senato, finanziando con 1 milione di dollari la campagna più importante fra le centinaia che si voteranno tra sei giorni: quella per il "sì" alla Proposition 19, il disegno di legge per la legalizzazione della marijuana in California.

Da navigato uomo d'affari qual è, Soros ha aspettato il momento più propizio per annunciare la lauta donazione alla causa capeggiata da Richard Lee, l'imprenditore di Oakland diventato famoso per essersi speso per l'approvazione della legge che, nel 1996, ha permesso alla California di diventare il primo Stato degli Usa a legalizzare la cannabis per i trattamenti medici. Al tempo lo stesso Soros, che si è sempre dichiarato un filantropo liberale, ha investito 3 milioni di dollari per le tre iniziative che portarono all'introduzione dell'oppiaceo all'interno delle cliniche e degli ospedali californiani. Per quest'ultima scommessa il magnate è intervenuto a una settimana dal voto e all'indomani dell'amplificazione definitiva della campagna contraria al disegno di legge promossa dal fronte del "no".

E se i media statunitensi parlano già dell'ennesimo grande avversario del presidente Barack Obama, contrario alla legalizzazione, lui, Soros, ha spiegato le ragioni della sua presa di posizione sulle colonne del Wall Street Journal. In un articolo dal titolo "Perché sostengo la marijuana legale", pubblicato ieri sul quotidiano finanziario, il magnate di origini ungheresi ha scritto: "La criminalizzazione della marijuana non le ha impedito di diventare la sostanza illegale più diffusa negli Stati Uniti e in molti altri paesi. Ma ha dato luogo a costi rilevanti e conseguenze negative.
Le forze dell'ordine ogni anno spendono molti miliardi di dollari dei contribuenti per far rispettare tale divieto inapplicabile".

L'attacco di Soros prende le mosse dal punto più pubblicizzato nello schieramento dei favorevoli, quello sul risparmio economico per le casse statali che è al contempo taglio alle risorse finanziarie dei cartelli, ma si sposta, poi, alle tematiche sociali. "Le ingiustizie razziali che sono parte integrante delle politiche di contrasto alla marijuana non possono essere ignorate - continua l'articolo. Non è detto che gli afro-americani facciano più uso di marijuana rispetto agli altri americani, ma le probabilità che essi siano arrestati per possesso di marijuana sono tre, cinque o addirittura 10 volte più alte [...]. Sono d'accordo con Alice Huffman, presidente del Naacp (National Association for the Advancement of Colored People ndr) California, quando dice che essere coinvolti nel sistema di giustizia penale, ai giovani fa più male della marijuana stessa".

Soros chiude con una denuncia e con un proclama. La prima è quella a carico dei signori del narcotraffico messicani "che guadagnano - ribadisce l'imprenditore - miliardi di dollari ogni anno da questo traffico illecito, e che perderebbero rapidamente il loro vantaggio competitivo se la marijuana fosse una merce legale". Il secondo è rivolto agli elettori affinché votino sì alla Proposition 19 che, conclude Soros, "non risolverà tutti i problemi connessi alla droga, ma rappresenterebbe un importante passo in avanti. Come molti genitori e nonni, sono preoccupato per i giovani nei guai con la marijuana e altre droghe. La soluzione migliore, comunque, è un'educazione onesta ed efficace all'uso della droga. Tutti i sondaggi indicano che gli adolescenti hanno un accesso più facile alla marijuana rispetto alla maggior parte degli adulti e che, spesso, è più facile acquistare la marijuana rispetto all'alcool. Legalizzare la marijuana può rendere più facile per gli adulti comprarla, ma può rendere più difficile l'accesso per i giovani. Preferirei investire in un'istruzione efficace piuttosto che nelle politiche che favoriscono arresti inefficaci".

Il presidente della Soros Fund Management è il più importante donatore al fronte del sì, ma non l'unico. La causa per la legalizzazione della cannabis ha raccolto, finora, circa 3,8 milioni di dollari contro i 300mila finiti nelle casse degli oppositori al disegno di legge. Secondo Roger Salazar, portavoce del "No on Prop 19", i grandi fondi degli avversari sarebbero direttamente proporzionali alla loro debolezza nei sondaggi. "Abbiamo sempre saputo che avrebbero avuto più soldi di noi - ha ammesso Salazar. Sono stati in vantaggio fin dal primo giorno, ma ci sembra che più hanno speso, più le loro preferenze sono scese negli exit-poll".