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Missili salva-Obama? I rivali: no, ora basta guerre

di Girgio Cattaneo - 04/11/2010

Fonte: libreidee

E se l’America si ritirasse clamorosamente dai teatri di guerra disseminati nel mondo? Potrebbe succedere, per assurdo, se fra due anni cadesse la “colomba” Obama, come sembra annunciare il disastroso esito delle elezioni di medio termine. Solo una guerra, scrive il “Washington Post”, oggi potrebbe “salvare” il presidente che prometteva “Yes, we can” ed è stato invece travolto dalla propria inerzia di fronte alla catastrofica crisi ereditata da Bush. A puntare sulla pace oggi non è più Obama, ma i suoi rivali, i tradizionali “falchi” di ieri: proprio i leader emergenti dei repubblicani oggi sono gli unici, in America, a prospettare il ritiro immediato e unilaterale degli Stati Uniti da ogni guerra.

Sono gli inediti scenari aperti dalla nettissima sconfitta di Barack Obama, secondo l’analisi di Pino Cabras. Tutto può succedere, scrive il direttore di Barack ObamaMegachip”: la portata della crisi rende il futuro più imprevedibile, facendo saltare i vecchi schemi. «Nel pieno di una crisi così grave e con un presidente ridotto ad “anatra zoppa”, l’Impero non ha una guida solida. Lo sbando sta durando da anni, e le vere decisioni sono prese da poteri irresponsabili». Il movimento del Tea Party, che ha rivitalizzato i repubblicani, è la verà novità di questa tornata elettorale: si tratta di una galassia di opposizione variegata e piena di contraddizioni, «una vasta protesta anti-establishment che però viene accanitamente foraggiata da pezzi da novanta dell’establishment stesso, e incitata a far suo un programma demagogico e ultraliberista».

Eppure, avverte Cabras, emergono candidati che sono espressione di tendenze ben lontane dallo stile dei plutocrati come Murdoch. «Su tutti appare squillante la vittoria di Rand Paul, neosenatore del Kentucky e figlio del parlamentare Ron Paul, un repubblicano che ha corso anche alle ultime primarie presidenziali, il quale sosteneva e sostiene che gli Usa debbano immediatamente ritirarsi da tutti gli scenari di guerra nel globo e ridurre drasticamente le immani spese militari statunitensi». Non solo: Ron Paul attacca frontalmente da anni tutti i tabù del potere washingtoniano, a partire dalla Federal Reserve. Il figlio segue la stessa scia. «Saltano insomma gli schemi», rileva Cabras, «sullo sfondo di un paese che in tantissime città sta ormai rinunciando all’asfalto perché non ci sono nemmeno più i soldi per la Rand e Ron Paulmanutenzione delle strade. La presidenza Obama viene associata a un declino terminale dell’Impero».

I democratici «tenteranno disperatamente una correzione che potrebbe persino portare a contrapporre un altro candidato a Obama nel 2012», prevede Cabras. «Tra una sconfitta certa con Obama e la brutta figura di una sostanziale sconfessione di un presidente in carica – e senza un vero programma per invertire la tendenza al declino, mentre il peso demografico della Florida si riversa di nuovo sui repubblicani – le speranze dei democratici di tenere la Casa Bianca sono minime». Se i repubblicani soffieranno implacabilmente sul fuoco della protesta, conquistando masse di cittadini spaventati dalla crisi, una leader come Sarah Palin resta un personaggio imbarazzante. «La sorpresa potrebbero perciò essere i Paul padre e figlio, che avevano predetto la crisi e propongono soluzioni insieme più solide e più rivoluzionarie, che potrebbero incontrare favori anche nell’agone nazionale».

La stampa, americana e nostrana, bollano i Paul come “ultraconservatori”. «Etichetta sbagliata e fuorviante», sostiene Cabras. «Assistiamo invece a una spinta potenzialmente in grado di rovesciare in profondità lo stile di governo delle istituzioni statunitensi». Di conservatore, secondo Cabras, nei Paul c’è un richiamo plurisecolare alla Costituzione, un’idea di Stato federale in ritirata, una riduzione isolazionista della presenza nel mondo. Ma le implicazioni di un simile programma «vanno ben oltre la dicotomia progresso-conservazione (non parliamo di destra-sinistra)». Infatti: «Molta sinistra europea, per dire, è per la guerra in Afghanistan ed è pronta per una guerra in Iran. Ron Paul vuole invece smantellare il complesso militare industriale. Come andrà a finire?» (info: www.megachipdue.info).