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Pulizia etnica contro i saharawi

di Francesca Dessì - 17/11/2010

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“Pacifica”. Così il governo di Rabat ha definito l’irruzione delle forze marocchine al campo di Gdeim Izik, montato in segno di protesta alle porte di El Aaiun, confermando tuttavia il bilancio degli scontri: 12 vittime, 10 dei quali militari.
In una conferenza stampa, il ministro degli Interni Taieb Cherkaoui ha addossato ogni  responsabilità degli scontri ai “ribelli saharawi”, mostrando un video nel quale si vedrebbero diversi manifestanti lanciare pietre contro le forze dell’ordine marocchine e un uomo armato di un coltello che cerca di fermare due poliziotti. Si tratta di “atti barbari” ha affermato Taieb Cherkaoui, accusando i saharawi di aver “deliberatamente assassinato militari marocchini, utilizzando coltelli, fucili molotov e bombe di gas incendiario”.
Ma in un video diffuso dall’organizzazione non governativa Resistencia Saharaui, Antonio Velázquez e Isabel Terraza, attivisti umanitari presenti nel campo al momento dell’irruzione marocchina e attualmente nascosti a El Aaiun, hanno accusato Rabat di violenze e torture ai danni della popolazione. “Il regime di occupazione marocchina non sta consentendo l’ingresso dei media di comunicazione per nascondere le atrocità commesse” dicono i due, rispettivamente di nazionalità messicana e spagnola. “Siamo nascosti da giorni nella città di El Aaiun – aggiungono – ma nella nostra stessa situazione se non peggiore si trovano migliaia di saharawi perché polizia e militari entrano con forza nelle loro case, torturano e uccidono”.
El Pais, uno dei principali giornali spagnoli, ha parlato addirittura di “ronde cittadine” formate da cittadini marocchini e appoggiate dalla polizia con lo scopo di “controllare” i saharawi. 
È in atto un vero e proprio “genocidio”. A dirlo è il presidente del Parlamento della Repubblica Democratica Araba dei Saharawi (Rads), Jatri Aduh, che in un’intervista al quotidiano El Mundo ha denunciato “una vera e propria pulizia etnica” messa in atto dalle forze dell’ordine marocchine contro i saharawi senza la presenza di “scomodi testimoni” che possa dire “quanta gente sta morendo”.