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I macellai del Kossovo

di Carlo Musilli - 19/12/2010



Venivano rapiti e portati in prigioni segrete nel nord dell'Albania, dove subivano trattamenti disumani. Di qui, erano condotti in una clinica vicino Ushe Kruje, a 20 chilometri da Tirana. Un colpo di pistola alla nuca ed erano pronti per l'espianto degli organi. Reni, per lo più. Da vendere sul mercato nero delle cliniche private europee. Gli autori di questa vergogna erano i guerriglieri dell’UCK kossovari, guidati da Haslim Thaci, detto “il serpente”.

A subire questo trattamento erano principalmente prigionieri di guerra serbi ed alcuni kosovari albanesi moderati. Le altre vittime erano semplici civili, uomini e donne accusati a vario titolo di tradimento o collaborazionismo. In tutto sono scomparse 470 persone.

La denuncia arriva dal deputato svizzero Dick Marty, che indaga su questi crimini per conto del Consiglio d'Europa. Nei prossimi giorni, il suo ultimo rapporto sarà discusso in Assemblea parlamentare. In ventisette pagine, Marty ha puntato il dito contro i leader di etnia albanese dell'Uck, l'Esercito di liberazione del Kosovo.

Sarebbero appunto loro i responsabili dei sequestri, degli omicidi, del commercio di esseri umani fatti a pezzi. Ma non basta: questi delitti risalgono all'estate del 1999. Il conflitto con la Serbia si era formalmente concluso il 9 giugno ed il Kosovo era pieno zeppo di forze e autorità internazionali. Nessuno di loro fece niente. Eppure, sempre secondo Marty, i traffici erano evidenti.

La notizia è stata resa nota nei giorni scorsi da un'emittente di Belgrado, ma al momento il rapporto è liberamente consultabile anche in rete. Rivelazioni pesanti per l'esecutivo kosovaro, che appena domenica scorsa è stato riconfermato alle urne. Si è trattato delle prime elezioni libere nel Kosovo dopo l'indipendenza, arrivata nel 2008. Ma i brogli denunciati sono stati tantissimi.

A nemmeno una settimana di distanza, le accuse più pesanti arrivano a colpire il vertice della piramide: Hashim Thaci, primo ministro del Paese e leader del Partito democratico del Kosovo. Uno dei suoi più stretti collaboratori è ancora oggi Shaip Muja, che nel 1999 era comandante medico (chirurgo) dell'Uck in Albania.  Nello stesso periodo, Thaci era a capo di una fazione dell'Uck chiamata "Gruppo di Drenica", che secondo Marty è stata la vera responsabile dei delitti legati al traffico d'organi.

Nel suo rapporto, il deputato svizzero precisa che "questa attività criminale è proseguita, in alcune forme fino ad oggi, come dimostrano le indagini Eulex sulla clinica Medicus a Pristina", che di recente ha portato all'arresto di quattro persone per traffico d'organi. Ebbene, le nuove prove portate oggi da Marty, relative a un caso analogo e contemporaneo, hanno spinto il Consiglio d'Europa a intimare all'Albania di "collaborare senza riserve con Eulex e le autorità serbe". Sembra che le due vicende siano strettamente collegate. Purtroppo, fino ad ora, l'Albania ha sempre negato l'autorizzazione a indagare sul proprio territorio.

Ma da Pristina arrivano voci di protesta. Il neonato governo fa già una gran fatica a respingere le accuse di brogli elettorali, figuriamoci se può tollerare di essere infangato da un'infamia del genere. "Calunnioso", così l'esecutivo kosovaro ha definito il rapporto di Marty, specificando quindi che ricorrerà a qualsiasi "azione e misura legale e politica" contro chiunque abbia contribuito alla stesura di quelle pagine così offensive.

Pristina si è spinta al limite, sapendo di giocarsi il tutto per tutto in un momento decisivo per la storia politica del Paese, ed ha esortato direttamente il Consiglio d'Europa a ignorare il rapporto.

Ma il Consiglio non ci pensa per niente e nemmeno l'Ue, che intende invece scavare a fondo per approfondire le accuse rivolte a Thaci. Per questo, Catherine Ashton, portavoce del’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, ha esortato Dick Marty a presentare a Bruxelles le prove da lui raccolte a sostegno delle teorie che ha avuto il coraggio di sostenere.

Comunque vada a finire, è già triste vedere come un Paese appena divenuto indipendente tenti senza successo delle prove generali di democrazia, non riuscendo nemmeno a mettere in piedi delle elezioni credibili agli occhi della comunità internazionale.

Ma ben altra cosa sarebbe scoprire che il premier appena riconfermato è stato prima responsabile, poi spettatore silenzioso di crimini terrificanti. E forse non si tratterebbe proprio di una scoperta, dal momento che le informazioni sugli affari e sui metodi di Thaci e dei suoi manutengoli erqano note a tutte le cancellerie europee e agli Stati Uniti.

Che però, con il recentemente defunto Holbrook, preferivano farsi ritrarre in foto con “il serpente” Thaci, piuttosto che portare alla luce quanto la Nato già sapeva. La guerra “umanitaria”all’ultimo brandello di Jugoslavia, non voleva intoppi dal vago sapore umanitario.