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Il misterioso suicidio del Prigioniero X

di Davide Frattini - 30/12/2010

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La sezione 15 è stata costruita per ospitare un solo prigioniero. Gli altri detenuti del carcere Ayalon non possono incontrare o vedere chi sta chiuso in quella cella un po’ più grande delle altre, con il cortile privato per l’ora d’aria in regime di isolamento. La sezione 15 ha ospitato fino al 2006 Yigal Amir, l’assassino del premier Yitzhak Rabin, quelle alte mura impenetrabili sono state costruite apposta per lui. Dietro al drappo di massima sicurezza, è finito anche Mr X, un carcerato del quale nessuno ha mai saputo l’esistenza ed emerso (per poco) dal mistero, quando il sito del quotidiano Yedioth Ahronoth ha svelato in giugno qualche dettaglio: «È una persona senza un nome e senza un’identità, in quarantena totale, senza contatti con il mondo esterno: nessuno gli parla, nessuno lo va a trovare, nessuno sa che è in prigione» , racconta una guardia carceraria. «Tutto quello che lo riguarda è segreto, non sappiamo quale crimine abbia commesso, se sia stato processato o come sia arrivato qui» . L’articolo è sparito poche ore dopo essere apparso su Internet, censurato da un intervento dei magistrati, su richiesta dello Shin Bet, i servizi segreti interni. I blogger israeliani hanno scavato nella miniera digitale e dissotterrato i frammenti della notizia pubblicata da Yedioth. Da allora si interrogano sul nome e cognome di Mr X (per non parlare della nazionalità), congegnano teorie e ipotesi. Dan Yakir, legale dell’Associazione per i diritti civili, ha scritto al procuratore generale: «È inaccettabile che in una nazione democratica le autorità possano arrestare qualcuno in completa segretezza per poi farlo sparire» . La riservatezza che circonda il caso— notano gli analisti — fa pensare a un intrigo spionistico più che a una vicenda di terrorismo. Nel 1983, lo scienziato Marcus Klingberg è stato incarcerato per vent’anni, accusato di aver passato ai sovietici informazioni sulle ricerche israeliane per la guerra batteriologica, ma si è saputo della sua detenzione solo dopo un decennio. Da tre giorni, il caso di Mr X ha ricominciato a blippare sui radar, ancora una volta sul sito di Yedioth e ancora una volta per poche ore: l’articolo è apparso e scomparso. Abbastanza per essere notato da Richard Silverstein, un blogger ebreo americano, che ha investigato il destino del prigioniero ignoto. «Un detenuto in isolamento nella prigione di Ayalon — scrive Yedioth— si è suicidato il 15 di dicembre, impiccandosi nella sua cella. A differenza che in casi precedenti, la direzione del carcere non ha fornito dettagli sull’identità dell’uomo» . Ventiquattro ore dopo, il quotidiano Haaretz pubblica un commento di Amir Oren, esperto di servizi segreti e sicurezza, che affronta «il mistero dei suicidi dietro le sbarre» . Non cita quello avvenuto ad Ayalon, ma la coincidenza tra i due articoli è sufficiente per Silverstein. Che evidenzia questo passaggio nell’analisi di Oren: «Episodi particolarmente delicati riguardano i prigionieri che sono incarcerati per ragioni classificate e la cui morte non viene resa pubblica. L’indagine deve determinare se un’agenzia governativa che ha accesso alle sezioni speciali della prigione possa aver avuto interesse nel mettere a tacere il detenuto e se la morte sia un assassinio mascherato da suicidio» . Un tassello dopo l’altro, Silverstein sostiene di aver scoperto l’identità di Mr X e che il nome gli è stato confermato da una fonte vicina a Ehud Barak, il ministro della Difesa. Nella sezione 15, sarebbe stato tenuto Ali Reza Asgari, generale in pensione della Guardia rivoluzionaria ed ex viceministro della Difesa iraniano, sparito dal suo albergo a Istanbul alla fine del 2006, poco dopo l’arrivo dalla Siria. Asgari sarebbe il detenuto morto il 15 di dicembre (anche se esiste un’incongruenza sull’età) e il blogger non crede alla versione del suicidio: il Mossad se ne sarebbe sbarazzato, dopo aver ottenuto da lui informazioni sull’esercito iraniano e gli armamenti di Hezbollah. Teheran ha subito assecondato questa ricostruzione. Mohammad Rauf Sheibani, viceministro degli Esteri, chiede che la comunità internazionale indaghi sulla sorte di Asgari e accusa Israele di «terrorismo di Stato» .] Il suicidio misterioso del Prigioniero X
Scritto da: Davide Frattini alle 09:10
Sul Corriere di oggi.

GERUSALEMME — La sezione 15 è stata costruita per ospitare un solo prigioniero. Gli altri detenuti del carcere Ayalon non possono incontrare o vedere chi sta chiuso in quella cella un po’ più grande delle altre, con il cortile privato per l’ora d’aria in regime di isolamento. La sezione 15 ha ospitato fino al 2006 Yigal Amir, l’assassino del premier Yitzhak Rabin, quelle alte mura impenetrabili sono state costruite apposta per lui.  Dietro al drappo di massima sicurezza, è finito anche Mr X, un carcerato del quale nessuno ha mai saputo l’esistenza ed emerso (per poco) dal mistero, quando il sito del quotidiano Yedioth Ahronoth ha svelato in giugno qualche dettaglio: «È una persona senza un nome e senza un’identità, in quarantena totale, senza contatti con il mondo esterno: nessuno gli parla, nessuno lo va a trovare, nessuno sa che è in prigione» , racconta una guardia carceraria. «Tutto quello che lo riguarda è segreto, non sappiamo quale crimine abbia commesso, se sia stato processato o come sia arrivato qui» . L’articolo è sparito poche ore dopo essere apparso su Internet, censurato da un intervento dei magistrati, su richiesta dello Shin Bet, i servizi segreti interni.

I blogger israeliani hanno scavato nella miniera digitale e dissotterrato i frammenti della notizia pubblicata da Yedioth. Da allora si interrogano sul nome e cognome di Mr X (per non parlare della nazionalità), congegnano teorie e ipotesi. Dan Yakir, legale dell’Associazione per i diritti civili, ha scritto al procuratore generale: «È inaccettabile che in una nazione democratica le autorità possano arrestare qualcuno in completa segretezza per poi farlo sparire» . La riservatezza che circonda il caso— notano gli analisti — fa pensare a un intrigo spionistico più che a una vicenda di terrorismo. Nel 1983, lo scienziato Marcus Klingberg è stato incarcerato per vent’anni, accusato di aver passato ai sovietici informazioni sulle ricerche israeliane per la guerra batteriologica, ma si è saputo della sua detenzione solo dopo un decennio.

Da tre giorni, il caso di Mr X ha ricominciato a blippare sui radar, ancora una volta sul sito di Yedioth e ancora una volta per poche ore: l’articolo è apparso e scomparso. Abbastanza per essere notato da Richard Silverstein, un blogger ebreo americano, che ha investigato il destino del prigioniero ignoto. «Un detenuto in isolamento nella prigione di Ayalon — scrive Yedioth— si è suicidato il 15 di dicembre, impiccandosi nella sua cella. A differenza che in casi precedenti, la direzione del carcere non ha fornito dettagli sull’identità dell’uomo» .

Ventiquattro ore dopo, il quotidiano Haaretz pubblica un commento di Amir Oren, esperto di servizi segreti e sicurezza, che affronta «il mistero dei suicidi dietro le sbarre» . Non cita quello avvenuto ad Ayalon, ma la coincidenza tra i due articoli è sufficiente per Silverstein. Che evidenzia questo passaggio nell’analisi di Oren: «Episodi particolarmente delicati riguardano i prigionieri che sono incarcerati per ragioni classificate e la cui morte non viene resa pubblica. L’indagine deve determinare se un’agenzia governativa che ha accesso alle sezioni speciali della prigione possa aver avuto interesse nel mettere a tacere il detenuto e se la morte sia un assassinio mascherato da suicidio» .

Un tassello dopo l’altro, Silverstein sostiene di aver scoperto l’identità di Mr X e che il nome gli è stato confermato da una fonte vicina a Ehud Barak, il ministro della Difesa. Nella sezione 15, sarebbe stato tenuto Ali Reza Asgari, generale in pensione della Guardia rivoluzionaria ed ex viceministro della Difesa iraniano, sparito dal suo albergo a Istanbul alla fine del 2006, poco dopo l’arrivo dalla Siria. Asgari sarebbe il detenuto morto il 15 di dicembre (anche se esiste un’incongruenza sull’età) e il blogger non crede alla versione del suicidio: il Mossad se ne sarebbe sbarazzato, dopo aver ottenuto da lui informazioni sull’esercito iraniano e gli armamenti di Hezbollah.

Teheran ha subito assecondato questa ricostruzione. Mohammad Rauf Sheibani, viceministro degli Esteri, chiede che la comunità internazionale indaghi sulla sorte di Asgari e accusa Israele di «terrorismo di Stato» .