L'Europa è un nano politico
di Michele de Feudis - 11/03/2011
Fonte: Epolis
On. Borghezio, il Nord Africa è in pieno tumulto e l’Europa pare caduta dalle nuvole.
“è un segno dei tempi e della decadenza della diplomazia europea, che non ha più antenne per captare certi fenomeni. La sponda sud del Mediterraneo sta vivendo un vero 1848, percepito dalle capitali del nostro continente come un fulmine a ciel sereno”.
Cosa la sorprende?
“Eppure sono noti i rapporti dell’establishment con i capataz di questi paesi erano molto stretti. Ben Ali recentemente era stato accolto con tutti gli onori addirittura dall’Internazionale socialista… L’ex ministro degli Esteri francese Michèle Alliot-Marie ha trascorso vacanze d’oro sul mare tunisino… C’è un enorme intreccio di interessi tra lobbie, grandi istituzioni e società petrolifere e finanziarie. Insomma non si è voluto vedere quello che stava succedendo”.
I regimi pre-esistenti si stanno sfaldando. La Lega propugnava l’autodeterminazione dei popoli. Varrà anche per gli arabi?
“Non siamo entusiasti dell’interventismo democratico, la democrazia non si può imporre sulla punta delle baionette. Ogni popolo ha il diritto ed il dovere di trovare la propria strada. E sulle stesse coordinate ideali riteniamo prioritario difenderci da una possibile invasione. Non sosteniamo la colonizzazione politica ed economica di questi Paesi e pretendiamo che loro non ci considerino terra di conquista, come nelle intenzioni malcelate dell’internazionale islamica”.
L’Unione per il mediterraneo di Sarkozy è fallita. Come si spiega questo flop?
“Tutti i progetti, a partire da quello di Barcellona, si sono arenati. E non abbiamo una politica estera comune. L’Ue è un nano”.
Maroni ha posto l’accento sulla possibile emergenza immigrazione. Come andrebbe affrontata?
“La burocrazia di Bruxelles ha espresso troppi “niet” nei confronti delle legittime richieste di aiuto di Malta, Grecia, Italia e persino della Francia. Bisognava prevenire concretamente un esodo che potrebbe assomigliare alla trasmigrazione ipotizzata nel romanzo profetico Il Campo dei Santi di Jean Raspail”.
La Lega a Strasburgo ha una posizione comune con gli altri partiti populisti?
“No. Ma attenzione per queste dinamiche c’è anche nel Ppe. Alcuni di questi deputati mi hanno sollecitato una missione a Lampedusa per valutare le condizioni di vivibilità del centro di accoglienza e l’impatto sulla popolazione dell’isola”.
C’è un rischio di infiltrazioni di Al Qaida tra i migranti?
“è demenziale pensare che il terrorismo islamico, pesantemente combattuto da Gheddafi, non voglia approfittare di questa situazione per infiltrarsi nei movimenti di piazza. Non è trascurabile il dato che in Egitto sta crescendo il consenso per i Fratelli Musulmani”.
Il leader PD Massimo D’Alema ha aperto ai partiti islamici.
“Vanno tenuti sotto osservazione. Ma il dialogo lo lascio al leader del Pd. Noi preferiamo altri compagni di strada”.
L’ondata migratoria sarà banco di prova per il governo italiano al fine di coniugare solidarietà e sicurezza. “Frontex conferma le cifre enumerate da MaronI e il 99% sono emigranti economici e non profughi. Altro discorso riguarda chi fugge dalla Libia. Auspico una politica rigida, non dobbiamo aprire le porte, sarebbe un segnale pericoloso che alletterebbe i tanti migranti che aspirano ad arrivare sulle nostre coste. Allo stesso tempo l’Ue deve predisporre un piano Marshall, con riflessi politici e sociali, per rilanciare le economia dei Paesi che si affacciano sul mediterraneo”.
Esiste una via italiana all’integrazione dei musulmani nel nostro sistema?
“Non discriminiamo nessuno per la religione. Però c’è anche la propaganda degli estremisti islamisti che in direzione non compatibile con questo obiettivo”.
Il Front Nazional di Le Pen ha tra i suoi dirigenti esponenti maghrebini. Nella Lega?
“Abbiamo avuto consiglieri comunali di origine araba. A Torino un militante della mia sezione è un operaio metalmeccanico nordafricano…”
Il suo rapporto con i meridionali?
“I commentatori antifederalisti del Sud mi considerano un Babau, ma nelle ultime europee ho ricevuto un largo consenso tra gli elettori meridionali che risiedono a Torino e dintorni”.
Tra i suoi autori preferiti c’è il filosofo Julius Evola. Uno degli intellettuali più legati al Barone è stato il mistico islamico René Guénon…
“Credo nell’unità trascendentale delle religioni. E grazie agli insegnamenti di Guénon considero una espressione deprecabile del mondo moderno l’islam politicizzato ed estremista, quanto di più lontano dal pensiero islamico tradizionale”.
L’ultima volta al Sud?
“Un mese fa sono stato al Gambrinus di Napoli, con Enzo Rivellini di Fli, per una giornata antigaribaldina, in linea con la critica al centralismo statalista di Gianfranco Miglio”.