Pronto in tavola un piccolo Iraq, a due passi da Lampedusa
di Carlo Bertani - 18/03/2011

Se leggete attentamente la risoluzione ONU sulla Libia[1], v’accorgerete che è il solito copia/incolla di quella sul Kosovo del 1999: differenze di dettaglio.
Le aviazioni “alleate” avranno via libera per bombardare le forze di Gheddafi le quali – per il Diritto Internazionale – sono l’esercito nazionale libico, le forze armate della Libia: e, questo, comunque la pensiate su Gheddafi o sui cosiddetti “ribelli”.
In altre parole, ancora una volta, l’ONU concede ad una ben precisa parte – se li contate, ci sono tutte le ex potenze coloniali – di bombardare come e quando vorranno in Libia. Nel nome della difesa dei “patrioti”, ovvio.
Ecco, dunque, che una dozzina di Paesi dell’Occidente hanno dichiarato guerra alla Libia senza dichiararla ufficialmente, come usa fare da quando la guerra è stata bandita come “crimine contro l’umanità”.
Chissà perché, nel Ruanda, quella risoluzione non venne mai oppure fu così “distratta” da non accorgersi che, nel frattempo, c’erano già un milione di morti nel Paese africano. Certo, Tutsi ed Hutu non fanno la stessa rima di petrolio e gas.
La stessa risoluzione, però, non concede l’ingresso di truppe nel territorio libico: un “mix” perfetto, “cucito” addosso alla Libia per dissanguarla, per chissà quanto tempo, fin quando non sarà disposta a cedere le sue ricchezze minerarie a poco prezzo, a questo ed a quell’altro.
Una vera e propria “cima” della politica italiana – un tal Italo Bocchino, che parla con la saggezza di un Metternich – lo dice a chiare lettere[2]:
“L'Italia dovrebbe dire all'Onu “Noi siamo pronti”. Non dovrebbe mettere a disposizione le basi, ma anche gli aerei. Sarebbe un errore se l'Italia avesse un atteggiamento ipocrita o pavido. Noi siamo i dirimpettai e il primo partner economico della Libia: non ho capito perché debbano intervenire Francia e Inghilterra e diventare poi loro il primo partner.”
Insomma, ragazzi – afferma il Bocchino – là c’è un mare di soldi…forza, su…cosa volete che sia mandare qualche aereo…e se lo abbattono? Sarà l’ultimo eroe del “Afrika Korp”, faremo una bella cerimonia…
Bersani è meno fesso nelle esternazioni, ma altrettanto determinato:
“Ci sono gli strumenti per applicare la risoluzione dell'Onu. Io mi auguro che Gheddafi, alla luce anche di questa posizione più ferma e più netta della Comunità internazionale, blocchi l'operazione. Altrimenti bisognerà impedire che Gheddafi bombardi la sua gente a Bengasi.”
Insomma, up patriot sto arms…armiamoci e partite.
Non abbiamo in gran simpatia il colonnello libico, anzi, però l’esperienza insegna che nessuna delle avventure di “democrazia” occidentali ha regalato qualcosa di meglio ai Paesi “liberati”. Qualcuno se la sente d’affermare che, il “dopo Ghaddafi”, sarà meglio del prima? Come doveva essere il “dopo Saddam”?
Piccolo particolare finale: mentre i danesi ed i canadesi potranno “gustare” i tanti “breaking news” dei loro telegiornali, mangiando noccioline e pop corn, i pescatori di Mazara del Vallo si troveranno, improvvisamente, a pescare in zona di guerra. Senza contare quel che potrà accadere fra Capo Passero e Lampedusa.
Ma, ancora una volta, la democrazia deve essere esportata: USA, Francia e Gran Bretagna in testa. I soliti: quelli che ressero, per secoli, i traffici dei negrieri.
Le aviazioni “alleate” avranno via libera per bombardare le forze di Gheddafi le quali – per il Diritto Internazionale – sono l’esercito nazionale libico, le forze armate della Libia: e, questo, comunque la pensiate su Gheddafi o sui cosiddetti “ribelli”.
In altre parole, ancora una volta, l’ONU concede ad una ben precisa parte – se li contate, ci sono tutte le ex potenze coloniali – di bombardare come e quando vorranno in Libia. Nel nome della difesa dei “patrioti”, ovvio.
Ecco, dunque, che una dozzina di Paesi dell’Occidente hanno dichiarato guerra alla Libia senza dichiararla ufficialmente, come usa fare da quando la guerra è stata bandita come “crimine contro l’umanità”.
Chissà perché, nel Ruanda, quella risoluzione non venne mai oppure fu così “distratta” da non accorgersi che, nel frattempo, c’erano già un milione di morti nel Paese africano. Certo, Tutsi ed Hutu non fanno la stessa rima di petrolio e gas.
La stessa risoluzione, però, non concede l’ingresso di truppe nel territorio libico: un “mix” perfetto, “cucito” addosso alla Libia per dissanguarla, per chissà quanto tempo, fin quando non sarà disposta a cedere le sue ricchezze minerarie a poco prezzo, a questo ed a quell’altro.
Una vera e propria “cima” della politica italiana – un tal Italo Bocchino, che parla con la saggezza di un Metternich – lo dice a chiare lettere[2]:
“L'Italia dovrebbe dire all'Onu “Noi siamo pronti”. Non dovrebbe mettere a disposizione le basi, ma anche gli aerei. Sarebbe un errore se l'Italia avesse un atteggiamento ipocrita o pavido. Noi siamo i dirimpettai e il primo partner economico della Libia: non ho capito perché debbano intervenire Francia e Inghilterra e diventare poi loro il primo partner.”
Insomma, ragazzi – afferma il Bocchino – là c’è un mare di soldi…forza, su…cosa volete che sia mandare qualche aereo…e se lo abbattono? Sarà l’ultimo eroe del “Afrika Korp”, faremo una bella cerimonia…
Bersani è meno fesso nelle esternazioni, ma altrettanto determinato:
“Ci sono gli strumenti per applicare la risoluzione dell'Onu. Io mi auguro che Gheddafi, alla luce anche di questa posizione più ferma e più netta della Comunità internazionale, blocchi l'operazione. Altrimenti bisognerà impedire che Gheddafi bombardi la sua gente a Bengasi.”
Insomma, up patriot sto arms…armiamoci e partite.
Non abbiamo in gran simpatia il colonnello libico, anzi, però l’esperienza insegna che nessuna delle avventure di “democrazia” occidentali ha regalato qualcosa di meglio ai Paesi “liberati”. Qualcuno se la sente d’affermare che, il “dopo Ghaddafi”, sarà meglio del prima? Come doveva essere il “dopo Saddam”?
Piccolo particolare finale: mentre i danesi ed i canadesi potranno “gustare” i tanti “breaking news” dei loro telegiornali, mangiando noccioline e pop corn, i pescatori di Mazara del Vallo si troveranno, improvvisamente, a pescare in zona di guerra. Senza contare quel che potrà accadere fra Capo Passero e Lampedusa.
Ma, ancora una volta, la democrazia deve essere esportata: USA, Francia e Gran Bretagna in testa. I soliti: quelli che ressero, per secoli, i traffici dei negrieri.