Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / amministrazione Bush : Che differenza c'è fra "destra" e "destra"?

amministrazione Bush : Che differenza c'è fra "destra" e "destra"?

di Massimo Mazzucco - 05/06/2006

 
 



Una delle ferite maggiori che l'amministrazione Bush rischia di aver inferto al futuro dell'America, potrebbe essere il taglietto quasi invisibile, e apparentemente indolore, rappresentato dal nuovo equilibrio che si è venuto a creare all'interno della Corte Suprema americana, con il pensionamento (volontario) del giudice Sandra O'Connor, sostituita senza troppo clamore da Bush con il giudice Samuel Alito (accento sulla "i", in caso di dubbio).

Nulla in realtà sarebbe cambiato dal frustrante 5-4 che i democratici vanno subendo ormai da tempo, e che è già passato alla storia per aver deciso, in pieno sospetto di anticostituzionalità, le fatidiche elezioni del 2000 a favore di Bush.

Repubblicana era la O'Connor, e repubblicano è Alito. Ma la differenza fra i due è fondamentale, e sintetizza alla perfezione le due anime, ...

... completamente diverse, che convivono a fatica nella "grande destra" americana. Quella moderata e laica, e quella fondamentalista e religiosa.

La prima incarna i sani principi di indipendenza dallo stato sociale, del fai da te, sia a livello statale che individuale, della sana competitività basata sulla legge della jungla, e adotta quindi un credo economico che ne consegue. Completa il menu un razzismo "light", aperto e sincero - quasi naturale, sembrerebbe - motivato dalla serena convinzione di essere di fatto una razza superiore, e privo quindi di effettivi sensi di colpa. A sua volta, questo atteggiamento interiore fa apparire agli occhi del repubblicano classico la pena di morte come un semplice strumento "utile", da tenere a portata di mano per districarsi ogni tanto dagli impicci della legge, magari facendo mandare dal tuo amico giudice un "nero qualunque" al tuo posto a friggere sulla sedia elettrica. Condire il tutto con un sano pragmatismo a tutto campo, mescolare in un pentolone di gelido ateismo, e ti ritrovi pronto da servire in tavola, ad esempio, un bel Dick Cheney già cotto e mangiato.

Nella cucina opposta invece si lavora nella penombra delle candele da monastero, con il cilicio che ti costringe alla continua penitenza, e si sospirano appena le parole per non risvegliare il Demonio onnipresente, sorretti dalla incrollabile certezza di essere su questa terra "in a Mission for God", in missione divina. Qui invece il razzismo, la pena di morte, e la stessa presunzione di superiorità, sono vissuti in maniera totalmente conflittuale: non a caso infatti, a seconda della pagina della Bibbia che ti capita di aprire, puoi trovarti davanti un Dio vendicativo e capriccioso, che ti incita apertamente a passare a fil di spada un'intera tribù di consanguinei, oppure un Cristo misericordioso e placido, che porge l'altra guancia anche a chi non gli ha nemmeno sfiorato la prima.

Perennemente alla ricerca della linea-guida, che separa con chiarezza il Bene dal Male, il Giusto dallo Sbagliato, il Bianco dal Nero, il cristiano fondamentalista non conosce il grigio, ed è condannato a vivere in maniera conflittuale anche tutto il resto della sua vita normale, dal sesso al lavoro, dal denaro all'uso del tempo libero, e a tutto ciò che possa impegnarlo dal momento della nascita a quello del trapasso.

E' da queste cucine che esce gente come Samuel Alito. E sempre da queste cucine, naturalmente, è anche uscito il Presidente che lo ha appena insediato al posto della O'Connor. (I giudici "supremi" sono eletti a vita, li sceglie il Presidente, e il Parlamento li approva, quasi sempre in forma semi-automatìca).

La differenza quindi fra Alito e la O'Connor, in termini pratici, diventa enorme; la seconda - vero esempio di giudice da Corte Suprema - non aveva mai avuto problemi a sposare tesi provenienti dal campo opposto, se solo avessero coinciso con il suo pensiero, e per questo si era addirittura meritata il soprannome di "swing-vote", il "voto pendolo", con il quale ha spesso dato grossi dispiaceri ai colleghi di partito.


Con Alito invece non corriamo nemmeno il rischio di vederlo veleggiare nelle vicinanze dei quattro democratici - il fondamentalista non ragiona in senso critico, ma procede per dogmi, ed è a questi, intoccabili, che cerca ogni volta di adattare le circostanze - e di certo da lui sorprese di quel genere ne aspettiamo ben poche.

Questo significa che ora la destra di Bush può tranquillamente spingere sul pedale più bieco, senza rischiare di venire sbugiardata dalla sempre vigile O'Connor (il suo stesso ritiro anticipato, improvviso e mai spiegato, ha lasciato uno strascico tutt'altro che limpido).

Questa lunghissima rincorsa, solo per inquardare meglio una notizia che, di per sè, si poteva commentare anche da sola: la scorsa settimana la Corte Suprema di Washington ha approvato - per 5-4, naturalmente - una legge che annulla la protezione per il Whistleblower, cioè il dipendente statale che "fa la spia" contro i suoi superiori, sia che abbia inciampato in qualcosa che la sua coscienza non gli permette di ignorare, sia che sia stato vittima di un abuso di potere da parte dei superiori.

Se non fosse stato per la protezione garantita al dipendente statale dal Whistleblower Act, che risale al 1987 [sotto Bush padre, curioso], non avremmo mai saputo dall'agente dell' FBI Coleen Rowley delle sue inspiegabili difficoltà a condurre un'indagine, nell'agosto 2001, su Zacharias Massaoui, che ci hanno indicato con chiarezza come vi fossero pesanti complicità in quegli attentati all'interno dell'agenzia stessa.

Se non fosse stato per il Whistleblower Act, non avremmo mai saputo da Sharon Watkins, dipendente della Enron, dei vertiginosi buchi in bilancio che hanno affondato in poche settimane una delle società più potenti della Terra. Oppure di quello della World.com, che ha fatto la stessa fine dopo una simile denuncia da parte della sua dipendente Cynthia Cooper. (E poi dicono che il coraggio è una dote maschile. Boh). Le tre donne infatti si meritarono nel 2004 la copertina di Time come "Persone dell'Anno".

Ebbene, oggi il Wisthleblower Act non c'è più, mentre la O'Connor, che solo un anno fa incoraggiava apertamente le dipendenti statali che avessero subito molestie sessuali a farne uso, non avrebbe mai permesso che fosse cancellato. Non è una differenza da poco.