Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / L’Italia non sia un semplice strumento della politica Usa

L’Italia non sia un semplice strumento della politica Usa

di Malalai Joya - 07/06/2006

L’appello letto a Montecitorio dalla deputata afghana Malalai Joya: «La cruda realtà è che gli americani stanno commettendo oggi lo stesso errore che commisero finanziando i talebani»


Cari amici,
mi auguro che le mie parole possano sollecitare il nuovo governo a lavorare sulle linee guida necessarie per costruire pace, stabilità e democrazia durature nella mia terra devastata, a partire da un’analisi rigorosa delle questioni centrali e vitali che sono alla base della tragedia dell’Afghanistan. Provengo da un paese che ancora brucia tra due fuochi, da una parte ci sono i criminali fondamentalisti dell’Alleanza del Nord sostenuti dal governo americano; dall’altra i talebani e i terroristi di Al-Qaida sostenuti da regimi, partiti e organizzazioni fondamentaliste e antidemocratiche provenienti da varie parti del mondo. (...)
Come avete potuto apprendere dai mass-media, il 7 maggio scorso sono stata fisicamente attaccata da alcuni signori della guerra e narcotrafficanti membri del parlamento per aver denunciato i crimini commessi dall’Alleanza del Nord. Donne e uomini fondamentalisti presenti in sala, che fino a pochi giorni fa parlavano e discutevano di democrazia, non hanno potuto sopportare le mie affermazioni e mi hanno aggredita e picchiata. Alcuni di loro mi hanno minacciata di morte, qualcuno ha anche gridato contro di me “è una prostituta, rapitela e violentatela! ”.

Questo singolo episodio è sufficiente per chiarire la natura della democrazia che gli americani ci hanno donato. Usa ed alleati hanno sostituito i terroristi misogini talebani ed i loro fratelli di Al-Qaida con i membri dell’Alleanza del Nord che sono più efferati ed antidemocratici dei talebani stessi. Non è un caso che secondo le Nazioni Unite l’Afghanistan si sta avviando a diventare un narcotraffico proprio a causa del governo dell’Alleanza del Nord. Oltre alle denunce del New York Times, del Los Angeles Times, del Washington Post ecc.. persino due ministri afghani hanno ammesso che grandi narcotrafficanti ricoprono importanti cariche istituzionali.

La mia terra sta affrontando un disastro umanitario peggiore dello tsunami: 700 bambini e 50-70 donne muoiono ogni giorno per mancanza di assistenza sanitaria e milioni di persone muoiono di fame e di freddo a solo pochi chilometri dal palazzo presidenziale. Non è necessario immaginare l’entità della tragedia fuori da Kabul, nelle province rurali.

Tutto questo, come per ironia, accade in un paese che ha ricevuto 12 milioni di dollari, e che ne riceverà altri 10 milioni secondo quanto stabilito dalla recente conferenza di Londra. Ma questi fondi andranno a riempire le tasche dei signori della guerra e contribuiranno a sopprimere la nostra nazione: in un paese che necessita di maggiori sforzi per la ricostruzione, il 40% dei lavoratori non sono assunti e la gran parte della popolazione vive in condizioni di povertà.

I crimini e le atrocità dei warlords fondamentalisti continuano a perpetrarsi nonostante la presenza delle truppe americane e della missione Isaf. Uomini armati dell’Alleanza del Nord hanno recentemente rapito Fatima, una giovane di quattordici anni, e sua madre, hanno rapito Rahima, di 11 anni, e sua nonna di 60 anni. Il mio paese è una terra dove la giovane trentenne Amina è stata lapidata per adulterio, dove Nadja Anjuman è diventata vittima della violenza di suo marito forte del sostegno della misoginia dei signori della guerra dell’Alleanza del Nord. Nonostante la presenza a Kabul di seicento unità Onu per le operazioni di peace-keeping, gli impiegati di organizzazioni non governative e delle agenzie umanitarie dell’Onu sono rapiti e assassinati in pieno giorno. La causa all’origine di questi crimini non è mai stata denunciata. Il governo americano promise che non avrebbe più ripetuto i suoi errori passati e che non avrebbe più supportato economicamente e militarmente i fondamentalisti. La cruda realtà è che gli americani stanno commettendo oggi lo stesso errore che commisero finanziando i talebani, anzi, il sostegno attuale al fondamentalismo è molto più generoso del passato. Ha restituito il potere all’Alleanza del Nord che, rea di aver gettato il paese in una infernale guerra civile dal 1992 al 1996, rappresenta oggi un ostacolo e una seria minaccia alla stabilità e alla pace.

Kathy Gannon, un’ esperta di Afghanistan, ha giustamente dichiarato che «gli Stati Uniti non hanno nessun interesse a ristabilire la pace nel paese. Le persone che hanno assassinato milioni di civili e che controllano il narcotraffico sono attualmente al potere». (...)
L’Afghanistan è un paese che ha a capo della Corte Suprema di Giustizia un uomo ignorante e ultraconservatore legato al partito islamico terrorista di Gulbattin Hekmatyar e di Sayyaf. Nella lista dei terroristi più ricercati dal governo americano figura anche il nome di Gulbuttin Hekmatyar, eppure oltre 34 uomini del suo partito politico sono membri del parlamento afgano. Gli Stati Uniti lavorano con i fondamentalisti filo-americani e si oppongono ai fondamentalisti che non appoggiano la loro politica.

Le elezioni per i componenti della Camera Bassa hanno rapprestato un affronto alla democrazia. (...)
Spero che da tutto quello che ho appena condiviso con voi, possiate capire che il mio paese è ancora in balia dei fondamentalisti. L’unica differenza rispetto al precedente regime talebano è che questi criminali godono dell’appoggio americano, che dà loro maggior libertà di fare quello che desiderano. (...)
Sono convinta che se l’Italia, al pari di qualsiasi altro governo, vuole aiutare la mia gente e contribuire alla realizzazione di cambiamenti positivi per il paese, deve necessariamente agire in maniera autonoma piuttosto che essere strumento degli interessi della politica estera americana.

Dovrebbe cercare di lavorare in sintonia con i desideri e le necessità del popolo afgano e cessare di fornire qualsiasi tipo di supporto ai signori della guerra e a tutti quegli elementi reazionari ed ignoranti che detengono il potere. Solo in questo modo può riconquistare la fiducia infranta del mio popolo e dimostrare concretamente amicizia e solidarietà al nostro disperato bisogno di aiuto.

Traduzione Simona Cataldi