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Ingegneria genetica umana, sull'orlo dell'abisso

di Lapis magazine - 07/06/2006

L'ingegneria genetica umana non è trattata a sufficienza sui media. Oggi ci troviamo sull'orlo di un precipizio eugenetico, ma pochi lo sanno. L'incontro tra la concezione materialista dell'essere umano e gli investimenti di Wall Street sul biotech rende possibile un futuro da incubo, a meno che non reagiamo e passiamo all'azione. Un'intervista a Richard Hayes.


 

Sui media più diffusi l’argomento dell’ingegneria genetica umana non è trattato a sufficienza. Oggi ci troviamo sull’orlo di un precipizio eugenetico, ma poche persone lo sanno. L’incontro tra la concezione materialista dell’essere umano e gli investimenti di Wall Street sul biotech rende possibile un futuro da incubo, a meno che non reagiamo e passiamo all’azione. In questa intervista, Richard Hayes ci porta all’interno dello “splendido mondo nuovo” dei devoti dell’alta tecnologia, suggerendoci cosa fare se vogliamo evitare un futuro in cui l’umanità sarà divisa in specie virtualmente diverse.

Lapis: Puoi dirci qualcosa sulle nuove tecnologie genetiche e sul perché dobbiamo preoccuparci?

Richard Hayes: La cosa più importante da comprendere è che ormai siamo quasi in grado di manipolare i geni che trasmettiamo ai nostri figli. Poche persone sanno quanto questo momento è imminente. Se tali tecnologie vengono sviluppate e utilizzate, avremo oltrepassato un punto di non ritorno. Sarebbe la fine della vita umana così come la conosciamo. So che può sembrare allarmante, ma questa è la realtà. Una volta che sarà considerato socialmente accettabile progettare i propri figli, non ci saranno più limiti immaginabili. Se diventa accettabile manipolare i geni di tuo figlio in modo da renderlo più alto, cosa si può obiettare contro la manipolazione di altri geni affinché sia meno incline all’obesità? E una volta ammesso questo, cosa si può argomentare contro la manipolazione di altri geni ancora per migliorarne la memoria? E perché allora non aggiungere cromosomi completamente nuovi e artificiali (come vorrebbero certi scienziati), per creare bambini dalle facoltà superiori a quelle degli attuali esseri umani?

I sostenitori di queste nuove tecnologie genetiche umane hanno cominciato una sofisticata campagna pubblicitaria per favorirne lo sviluppo, l’accettazione e infine l’uso. Nel 1998 all’UCLA si è tenuta un’importante conferenza che ha dato il via a questa campagna. Quasi mille persone vi hanno partecipato, e il “New York Times” e il “Washington Post” vi hanno dedicato articoli in prima pagina. Da allora, i media hanno considerato i “bambini progettati” (i cui geni vengono letteralmente scelti da un catalogo) come una realtà inevitabile. I fautori della trasformazione genetica dell’uomo appaiono nei talk show, fondano organizzazioni politiche, vengono eletti nei comitati consultivi del governo, parlano alle riunioni aziendali e così via.

Lapis: Spesso, le tecnologie rivoluzionarie sono accompagnate da nuove ideologie socio-politiche che le giustificano e ne favoriscono l’accettazione. C’è un’ideologia dietro le nuove tecnologie genetiche umane?

Richard Hayes: Sì, e fa paura. Essa si distingue dalle ideologie conservatrici per l’avversione alla religione e ai valori sociali tradizionali, da quelle progressiste di sinistra per il rifiuto dei valori ugualitari e del welfare come obiettivo sociale, e da quelle verdi per la fiducia entusiasta nel mondo naturale trasformato e rimodellato dalla tecnologia. Possiamo definirla una sorta di scientismo libertario o di randismo del ventunesimo secolo. In essa l’impegno filosofico, normativo e politico è governato da concezioni materialiste, riduzioniste e deterministe; da un’idea della scienza e della tecnologia come entità autonome, libere dal controllo della società; dalla deregulation economica, basata sulla presunta superiorità delle leggi del mercato; e da una filosofia politica iper-libertaria fondata sulla psicologia evolutiva e sul darwinismo sociale e umano. Oltre a tutto ciò, abbiamo l’ossessione propria di questa filosofia per la ri-creazione tecno-eugenetica della specie umana.

Ora come ora, questa ideologia è condivisa da pochi ma influenti scienziati, persone in contatto con le aziende private high-tech, scrittori e accademici esperti delle tecnologie. Ma in assenza di valide visioni alternative sul futuro dell’umanità, può diffondersi rapidamente in vasti settori del ceto medio.

Lapis: Chi sono alcuni dei principali fautori della manipolazione genetica umana?

Richard Hayes: James Watson, che ha vinto ex aequo il premio Nobel per la scoperta della struttura del DNA, è da molto tempo uno dei più attivi sostenitori della manipolazione genetica umana. Altrettanto dicasi di Gregory Stock, che dirige il programma di Medicina, Tecnologia e Società all’UCLA e che ha organizzato la conferenza del 1998. Lee Silver è un eminente biologo cellulare il cui libro, Remaking Eden: How Cloning and Beyond Will Change the Human Family, è attualmente il testo di riferimento su questo argomento. Questo è uno dei libri moralmente più pericolosi che abbia mai letto. Lo scorso agosto Ted Kopfel di ABC ha mandato in onda Silver in prima serata, durante la trasmissione Nightline, e ha appoggiato entusiasticamente le sue idee tecno-eugenetiche. Scrittori come l’economista del MIT Lester Thurow e il filosofo Francis Fukuyama hanno parlato in modo favorevole dell’imminente era “post-umana” delle manipolazioni genetiche.