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Chávez «Basta dollari, investiamo in euro»

di redazionale - 07/10/2005

Fonte: corriere.it

l leader venezuelano sposta 20 miliardi in bond dagli Usa alla Svizzera
 
Chávez «Basta dollari, investiamo in euro»
 
Nel quadro dell'infinita polemica con gli Stati Uniti si inquadrerebbe per esempio la decisione presa negli ultimi giorni dal Venezuela di spostare oltre 20 miliardi di dollari di riserve dai bonds americani verso analoghi investimenti in euro. Il governo di Caracas nega connotazioni politiche, ma alcuni esperti sostengono che è difficile trovare un'altra spiegazione. Chávez continua a ripetere che gli Stati Uniti sono pronti a muovere guerra al Venezuela, con armi, marines e tutto: ovvio che in questa prospettiva gli «imperialisti», dice, non esiterebbero a congelare i nostri beni nelle banche americane. Il Venezuela, grazie ai prezzi del petrolio, galleggia come mai nella sua storia su un oceano di valuta pregiata. La spesa pubblica, in aumento costante, sostiene la popolarità di Chávez, che sta godendo di un inesperato boom dell'economia. Nel 2004 il Pil è cresciuto quasi del 10 per cento e quest'anno dovrebbe arrivare al 5. Solo nel primo semestre di quest'anno la rendita petrolifera ha fruttato 30 miliardi di dollari in più del previsto. Solo che gli effetti di questa cuccagna sono molto controversi. Studi internazionali sostengono che in Venezuela la povertà e la disoccupazione sono aumentati da quando Chávez è al potere. Il governo nega. Riecheggiando l'amico Fidel Castro, Chávez cita spesso l'alfabetizzazione di un milione e mezzo di cittadini in due anni e l'assistenza sanitaria gratuita a 17 milioni.
Lo schema chavista prevede che il surplus di utili della Pdvsa, l'impresa petrolifera pubblica, fluisca direttamente verso i programmi sociali. Il socialismo bolivariano procede incuneandosi anche nell'industria privata. Non sono mai nazionalizzazioni o misure drastiche, ma colpi ad effetto per mostrare l'assoluta priorità dello Stato, come l'invasione di un paio di latifondi nei mesi passati. E' di ieri per esempio la decisione del governo di punire grandi multinazionali come Nokia, Microsoft e Ericsson, multandole o sospendendone le attività «per 24 o 48 ore» sulla base di presunte irregolarità fiscali. Qualche settimana fa, era stata annunciata una misura per le banche private. L'idea di Chávez è di imporre d'ora in avanti due membri del governo nei consigli di amministrazione degli istituti. E' questo il «socialismo del 21esimo secolo», sostiene il leader venezuelano, le banche non si espropriano, ma si tengono sotto controllo per il bene pubblico. L'idea dei commissari politici nelle banche ha suscitato proteste e indignazione, ma c'è sempre la possibilità che le declamazioni di Chavez durante il suo monologo settimanale in tv non riescano poi a trovare compimento nella realtà. Così come appare problematica l'idea del «computer bolivariano», appena lanciata dal governo. Per sottrarre spazio e profitti ai colossi dell'informatica Usa, il governo ha creato una joint-venture con i cinesi della Lang Chao per costruire dai 100 ai 200.000 pc all'anno a prezzi popolari. Poi, ha detto Chávez, passammo ai portatili e ai cellulari.