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Anche la Gran Bretagna si scaglia contro l'Iran

di Kim Sengupta - 09/10/2005

Fonte: nuovimondimedia.com

Anche la Gran Bretagna si scaglia contro l'Iran
di Kim Sengupta
In un momento in cui gli Usa sono impegnati in un duro faccia a faccia con l'Iran per la questione nucleare, la presa di posizione britannica contro la Repubblica Islamica è destinata ad ottenere immediate ripercussioni internazionali
La Gran Bretagna ha accusato l’Iran di complicità diretta negli omicidi dei soldati britannici in Iraq. L’accusa è quella di fornire esplosivi ai rivoltosi.

In un momento in cui gli Stati Uniti sono impegnati in un aspro scontro con la Repubblica Islamica per la questione nucleare, l'iniziativa è destinata a suscitare importanti reazioni sul piano degli equilibri internazionali.
Diplomatici e osservatori internazionali osservano che la denuncia britannica rafforzerà i falchi dell’amministrazione Bush che invocano azioni punitive contro Teheran.

L’esercito britannico aveva già riferito di sospettare una partecipazione dell’Iran alle uccisioni di otto soldati, da maggio a oggi, nella zona di Basra. Ma ieri, per la prima volta, sono stati alcuni esponenti del governo iraniano ad essere stati chiamati in causa per gli attacchi alle truppe britanniche in Iraq.

È stata l’accusa più grave che sia mai stata rivolta ad uno stato confinante i territori di guerra. Nemmeno la Siria – più volte chiamata in causa da Washington per ipotesi di infiltrazioni interne di terroristi – era mai stata destinataria di insinuazioni tanto pesanti.

Ieri un ufficiale superiore dell’esercito britannico ha dichiarato che gli esplosivi incriminati sono stati inviati in Iraq dalla Guardia Rivoluzionaria Iraniana ed ha sostenuto che una delle motivazioni alla base di tale azione potrebbe essere stata il risentimento dell’Iran per le ingerenze occidentali al proprio programma di energia nucleare.

“Sarebbe assolutamente naturale che abbiano voluto inviare un messaggio, del tipo ‘Lasciateci stare’. Se consideriamo gli standard della politica di Teheran non ci sarebbe poi da stupirsi tanto”, ha dichiarato. “Credo che un giorno gli iraniani si siano svegliati e abbiano pensato ‘I ragazzi giù al sud (in Iraq) potrebbero aver bisogno di questa roba”.

L’improvvisa serie di incidenti che ha colpito le forze britanniche è stata ricondotta ad una nuova strategia bellica ad armi a raggi infrarossi ideata e messa in pratica dai gruppi sciiti nella zona meridionale dell’Iraq. Secondo un rapporto pubblicato ieri, questa tecnologia – la quale eluderebbe le contromisure dell’esercito della coalizione – sarebbe stata sviluppata dai gruppi Hezbollah libanesi vicini alla Guardia Rivoluzionaria Iraniana. “Crediamo che il materiale bellico sia stato inviato in Iraq via Iran dal Libano”.

Secondo gli ufficiali britannici, gli attacchi sono stati opera di membri di una fazione distaccatasi dall’esercito del clericale radicale sciita Muqtada al-Sadr’s Mehdi. Il leader della fazione, Sheikh Ahmed al-Fartusi, è stato arrestato dall’esercito britannico.

Gli ufficiali britannici hanno riferito di aver collaborato con i loro colleghi iraniani per raggiungere un accordo in merito alla lotta al contrabbando di materiali esplosivi, ma i negoziati si sono bloccati quando è stato eletto presidente dell’Iran Mahmoud Ahmadinejad.

Gli ufficiali tuttavia riconoscono come Teheran abbia negato con forza ogni possibile coinvolgimento negli attacchi alle truppe della coalizione, mentre la maggior parte degli osservatori internazionali mette in guardia dall’azzardata ipotesi secondo la quale gli episodi siano stati il frutto di una precisa volontà politica del governo iraniano. Gli osservatori hanno fatto inoltre notare che il permeabile confine tra Iran e Iraq rende problematico il corretto svolgimento delle iniziative politiche in ognuno dei due paesi.

Ma la Gran Bretagna non sente ragioni e accusa direttamente Teheran di voler deliberatamente “destabilizzare” il territorio iracheno, sostenendo che il supporto fornito dai gruppi sciiti iraniani non sia rivolto solo agli iracheni sciiti, ma anche ai rivoltosi sunniti. “Gli iraniani sono in contatto con i gruppi sanniti”, ha dichiarato ancora l’ufficiale superiore britannico. “Non credo si tratti di rapporti ordinari. È invece parte integrante degli sforzi di Teheran di destabilizzare l’Iraq. Anche se solo in parte l’obiettivo di queste collaborazioni è quello di tenere occupate le truppe della coalizione, ciò sarebbe comunque perfettamente coerente con il sostegno dato a questi gruppi”.

Due mesi fa la Gran Bretagna ha formalmente contestato alla repubblica islamica dell’Iran di interferire nella questione irachena e negli attacchi alle truppe della coalizione. Nell’occasione è stata citata la questione del contrabbando di armi ed esplosivi lungo il confine tra Iraq e Iran, senza però muovere accuse dirette agli apparati statali di Teheran.

L’iniziativa britannica è stata seguita da una dichiarazione pubblica del Segretario della Difesa Usa Donald Rumsfeld, il quale ha inviato una dissimulata minaccia: “Alla fine per l’Iran ci saranno grossi problemi”.

Ultimamente la posizione britannica sul programma nucleare iraniano si è piuttosto irrigidita: il governo Blair ha tentato di avanzare un deferimento dell’Iran al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

L’Iran, a sua volta, ha rinviato al mittente le proposte di Francia, Germania e della stessa Gran Bretagna di abbandonare il ciclo tecnologico del combustibile nucleare in cambio di incentivi economici e ha annunciato di aver smantellato l’accordo con i tre paesi europei per la non proliferazione dell’uranio.



Fonte: http://news.independent.co.uk/world/middle_east/article317493.ece
Tradotto da Luca Donigaglia per Nuovi Mondi Media