Basta essere complici del sistema
di Fabrizio Fratus - 18/10/2011
Fonte: sintesimilano

Domenica mattina sono iniziati i controlli in tutta Italia a cellule estremiste ed anarco-insurrezionaliste, dopo gli scontri avvenuti sabato a Roma durante il corteo degli indignati. La violenza attuata dai Black Block ha scatenato una reazione di profondo sdegno da parte della società civile, che si è immediatamente ed istintivamente schierata dalla parte dello status quo… una manifestazione che doveva sollevare il popolo contro l’establishment ha dunque ottenuto il risultato opposto. Tutto ciò è servito a fare il gioco delle istituzioni e della politica in generale, che si sono affrettati a condannare i violenti senza se e senza ma, felici di aver ricevuto un assist inatteso.
In questo contesto, è passato sotto traccia il fatto più importante: è vero che un gruppo minoritario ha causato ingenti danni applicando violenza inaudita durante una manifestazione pacifica, ma altrettanto certa è l’incapacità da parte del sistema Stato di intervenire nelle sacrosante richieste sociali fatte dagli indignati, che ha così costituito il presupposto per tale violenza. Non è nostra intenzione giustificare ciò che è avvenuto a Roma, ma specificare che quanto accaduto è solo l’anticipo di ciò che avverrà nel prossimo futuro se non si realizzeranno azioni concrete per contrastare l’aumento della povertà (più 7% dal 2010 in Italia), per ridistribuire equamente il capitale e creare un sistema di giustizia sociale. Le famiglie non hanno più soldi per fare la spesa, ma gli vengono chiesti sacrifici… nel frattempo però non si procede ad applicare la tassazione sulle transazioni finanziarie o la patrimoniale, a regolarizzare la prostituzione (fonte di ricchezza per la malavita) e via dicendo.
Non va tollerata la violenza dei cosidetti Black Block ma neppure l’inefficienza di un sistema che impoverisce i tanti e arricchisce gli amici degli amici… Perché, ad esempio, lo Stato deve dare contribuiti ai quotidiani, quando in un sistema di mercato la loro esisteza dovrebbe dipendere dalla capacità di vendita? Non sarebbe meglio investire questi milioni di euro destinati alle lobbies della carta stampata per politiche del lavoro giovanile? Non è demagogia, è la fotografia di un sistema che va avanti da decenni e che la gente comune non è più disposta ad accettare.
Siamo in un sistema marcio e pieno di contraddizioni, dove i potenti continuano ad arricchirsi alle spalle dei tanti che ogni giorno faticosamente lavorano con sacrifici e fatica reale. Noi non siamo complici dei violenti senza progetto, che come è stato dimostrato spesso neppure hanno idea del motivo per cui si ribellano, snobilitando così il significato della rivolta. Ma ci guardiamo bene dall’essere complici di ladri autorizzati come banche, assicurazioni, confindustria, speculatori, evasori fiscali, lobbisti. Ci ribelliamo alle carenze di questo Stato e invochiamo la strada di una rivoluzione federale, che abbandoni Roma e i suoi palazzi – autori del disastro di questa Italia – e crei un sistema basato sul riconoscimento e la responsabilizzazione delle tre Patrie… Nord, Centro e Sud. Uno Stato federale a servizio (non a capo) dei popoli italiani, che si prenda carico delle loro rivendicazioni e specificità, provvedendo al benessere di chi la Patria la tiene in piedi con il sudore… non di chi la sfrutta per speculazioni e interessi personali.
Pene severe per i black block. Pene severe per banche, multinazionali, evasori fiscali e politici corrotti.