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Monti, dalla padella alla brace

di Enzo Chiaradia - 14/11/2011

Fonte: liberaopinione




Sbaglia chi pensa che Berlusconi abbia fallito sul piano politico interno e oggi sia costretto a far le valigie a causa dei suoi errori. Di stupidaggini Silvio ne ha fatte molte, non ultima quella di riciclare tutto il ciarpame della vecchia politica (ma ce ne sarà mai in Italia una nuova?) - comunisti americanizzati, fascisti pentiti, socialisti disoccupati, storme confuse di democristiani incalliti – mischiandoli a signorine in carriera, a clown ossequienti e traditori; ma tutto ciò, per quanto mediocre e squallido, non sarebbe stato sufficiente a detronizzarlo. Sarebbe solo servito – ed è ciò che sta accadendo – a rendergli meschina e poco dignitosa l’uscita di scena.

Quando ci si attornia di personaggi come il “bifronte” Franco Frattini, passato dal “Manifesto” al partito socialista e dal baciaculo a Gheddafi (“Dobbiamo sostenere la riconciliazione politica”) al suo linciaggio; quando si chiamano a corte comunisti del giorno prima come Sandro Bondi o democristiani di ferro come Beppe Pisanu – tutta gente accecata da smanie di potere e pronta quindi a salire o scendere su e da qualsiasi carro, i risultati non possono essere diversi da quelli che si vedono. I nodi vengono sempre al pettine e anche i finti tonti devono, prima o poi, render conto del loro agire dissennato. Mica si può continuare come Umberto Bossi a viver di rendita in eterno prendendo in giro la gente incazzata con qualche slogan indovinato, dichiarando guerra a “Roma ladrona” il sabato per poi sedersi a cena con i sudisti la domenica e riuscendo in vent’anni a portare a casa un ministero del Nord privo di telefono ed una riforma federalista che prevede il taglio di circa 10 miliardi agli enti locali. Per non parlare del “nulla assoluto”, l’attuale presidente della Camera Gianfranco Fini, uno dei cui reggicoda (Luciano Lanna) ha così riassunto l’attuale momento politico: “Forse ci siamo: nasce un governo di alto profilo istituzionale, con personalità autorevoli e con il sostegno politico di tutte le forze democratiche dal PD a FLI, sino ai parlamentari cattolici e liberali eletti nel centrodestra (a cominciare da Beppe Pisanu). E, ai margini, all’opposizione, le due forze populiste della Lega e dell’ Idv. Sarebbe una vera e grande svolta, un anno di decantazione e di aggressione alla crisi finanziaria per poi passare a una storica legislatura costituente. Meno male che Giorgio Napolitano c’è”. Roba da far venire il vomito.

Mettiamo, sinteticamente, ancora una volta i puntini sulle i. L’attuale crisi è nata per volere delle bande finanziarie americane in combutta con alcuni poteri forti europei che non hanno gradito alcune iniziative di Berlusconi, ad esempio il suo trattare senza il permesso “delli superiori”con Gheddafi e Putin. Perché dev’essere chiaro a tutti che noi siamo dal 1945 una nazione a sovranità limitata e che prima di intraprendere qualsiasi azione dobbiamo avere, da buoni coloni, il benestare del padrone. A scavare la fossa a Berlusconi è stato demandato anche il sig. Gianfranco Fini, da sempre cameriere degli Stati Uniti e soprattutto di Israele, che ha cominciato a creare spaccature e scissioni all’interno del governo. Contemporaneamente, lo scorso luglio, i mercati internazionali, soprattutto statunitensi – banche, agenzie di rating, assicurazioni, multinazionali – hanno dato il via all’attacco speculativo contro l’Italia. Qui, a differenza che negli USA, non si avvertiva nessuna crisi di quel genere: è stato un attacco improvviso, studiato nei minimi particolari.

Si è trattato di un vero e proprio terrorismo finanziario messo in atto contro un Paese fiaccato dall’immagine creatagli da Silvio Berlusconi e dalla sua corte che doveva venir messo in ginocchio, umiliato e messo nell’impossibilità di reagire. Sarebbe allora scattato “l’aiuto fraterno” di chi avrebbe dovuto prendere in mano la situazione per aggiustare le cose nel senso voluto dalle solite lobbies.

L’ultimatum è partito ad agosto con la famosa letterina di Trichet e Draghi che ordinavano all’Italia cosa fare per porre fine ai bombardamenti speculativi ed evitare il default sul modello greco: privatizzazioni, taglio di salari, pensioni e servizi sociali.

Adesso ci si appresta a varare il nuovo governo, presumibilmente guidato da Mario Monti,già consulente della Goldman Sachs (la banca che ha causato il collasso greco e l’affossamento dei BPT italiani) e presidente europeo della Commissione trilaterale di David Rockfeller e membro del tristemente noto Club Bilderberg e composto presumibilmente da personaggi strettamente legati alle banche: Fabrizio Saccomanni, direttore di Bankitalia; Giuliano Amato consulente di Deutsche Bank, Domenico Siniscalco, vicepresidente esecutivo della BCE, Piero Gnudi, consigliere di amministrazione di Unicredit, oltre al solito lustrascarpe Franco Frattini. Il tutto con la benedizione di un Capo dello Stato che sembra  plaudere all’invasione dei caimani della finanza internazionale allo stesso modo con cui nel secolo scorso plaudeva all’invasione sovietica dell’Ungheria.

Cosa questo governo-fantoccio saprà fare lo vedremo tra poco. Certo è che se una compagine di ampia maggioranza come quella di Berlusconi è arrivata a dichiarare bancarotta prima della scadenza naturale della legislatura, è presumibile che l’aggiunta al calderone dei Bersani, dei Casini e dei Di Pietro e dei sunnominati bankster produrrà risultati di certo peggiori. Almeno per il popolo italiano.

Il mondo in questo momento gira così: o ci si allinea, con le buone o con le cattive., o si viene travolti. E le cattive sono queste: golpe in America Latina, guerre civili in Africa, rivoluzioni colorate negli ex paesi comunisti, lacci finanziari lacrime e sangue in Europa.

Sia almeno chiaro a tutti che ormai si è o di qua o di là: o con questa gente (camerieri politici incolori e banchieri usurai) o fuori da questo euro e da questa Europa creata dalla finanza internazionale per ridurre sul lastrico i popoli europei. Monti, dalla padella alla brace: Tertium non datur.