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Una cultura violenta

di Mickey Z. - 28/06/2006


Sicuramente, saranno condotte accurate indagini su gli ultimi ripugnanti eventi in Iraq, e i colpevoli dovranno pagare. Il problema più grande, tuttavia, è che abbiamo a che fare con una cultura che manca di riconoscere la propria natura violenta

Ormai, tutti noi dovremmo conoscere la norma: i militari statunitensi vengono spediti tra bugie e propaganda per far piovere morte e distruzione su un paese straniero. Le atrocità abbondano ma non verranno menzionate fino a quando le loro “dichiarazioni” saranno così ovvie da non destare scalpore. E ancora, gli ufficiali di più alto rango assicurano che le truppe statunitensi sono costituite solo da bravi ragazzi, e che qualsiasi comportamento criminale raffiguri solo l’eccezione, non la regola.

Nel corso delle più recenti discussioni sul tema, tra gli ufficiali quello di rango alto è stato il Segretario della Difesa Donald Rumsfeld, che ha rassicurato così il suo pubblico: “Sappiamo che il 99.9% delle nostre forze si comporta in maniera esemplare, e sappiamo anche che durante i conflitti ciò che non dovrebbe succedere purtroppo succede”.

Non c’è bisogno di essere uno specialista per riconoscere che anche una conoscenza superflua della storia militare Usa porterebbe ad annoverare abbastanza crimini di guerra e atrocità da sorpassare quello 0,1% di cui parla Rumsfeld… ma, secondo il classico stile aziendale, forse dovremmo esternalizzare questa conoscenza.

Dovremmo chiedere ai residenti del Sud-Est asiatico di dirci qual è la percentuale di truppe Usa che commette atrocità come quella di Haditha; e, a maggior ragione, dovremmo essere ancora più multi-culturali e chiederlo anche ad alcuni coreani, iracheni, afghani, somali, filippini, giapponesi e panamensi (solo per nominare alcune opzioni). Questo dovrebbe bastare a far salire almeno di un po’ la percentuale di Rumsfeld.

Comunque, per il gusto di ampliare il nostro scopo, facciamo finta che “Rummy” abbia ragione, facciamo finta che il 99.9% del personale militare americano “si comporti in maniera esemplare”. Questo è il problema: se solo un decimo dell’un per cento del totale si rende protagonista di atti esecrabili, cosa stanno facendo tutti gli altri per riuscire a farci cantare “Dio benedici l’America” durante il settimo inning allo Yankee Stadium? In che modo dovrebbe essere esattamente definita una “maniera esemplare”?

Secondo il calcolo di Rumsfeld (e quello della linea standard di tutti i politici e gli esperti), “esemplare” include l’utilizzo dei Daisy Cutters, delle bombe a grappolo, delle cariche esplosive B-52 da 5.000 metri. Un decimo dell'1% di quelle mele marce massacrano i civili senza ordini... ma il rimanente 99.9% rappresenta quegli eroi impiegati per sfruttare l’uranio, il napalm, e il fosforo bianco. Guerrieri “esemplari” con i “principali valori americani” lanciano i missili cruise sulle città affollate, fanno esplodere le dighe per inondare deliberatamente le risaie e far morire di fame i civili, e distruggono i villaggi per riuscire a salvarsi.

“Le cose che non dovrebbero succedere succedono”, spiega Rumsfeld. Ma cosa, riguardo a tutta questa feccia che questa società accetta, “dovrebbe” succedere? Quello che dovrebbe succedere sono gli assassinii dell’Operation Phoenix, l’invasione illegale dell’Operation Just Cause, e la collaborazione con i nazisti nell’Operation Paper Clip. Quello che dovrebbe succedere sono lo schock e la paura. Quello che dovrebbe succedere è la repressione della “purificazione etnica”, dovuta a quegli elicotteri “Apache” usati "senza saperlo" dagli Stati Uniti. Quello che dovrebbe succedere è far cadere le bombe atomiche sui cittadini di Hiroshima e Nagasaki e sterminare la popolazione dei nativi americani.

Sicuramente, saranno condotte accurate indagini su gli ultimi ripugnanti eventi in Iraq, e i colpevoli dovranno pagare.

Il problema più grande, tuttavia, è che abbiamo a che fare con una cultura che manca di riconoscere la propria natura violenta, che non riesce a comprendere ciò che realmente succede a Haditha e ciò che passa per “esemplare”.


Michael Zezima (Mickey Z.) ha alle spalle un’esperienza ventennale come scrittore e giornalista. È autore di Nuoce gravemente ai luoghi comuni – Manuale di autodifesa intellettuale, Nuovi Mondi Media, 2005.

 

 

Fonte: Online Journal
Traduzione a cura di Barbara Redditi per Nuovi Mondi Media