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Lettera agli Illustri Ministri degli Esteri Massimo D'Alema e della Difesa, Arturo Parisi

di Giulietto Chiesa - 30/06/2006

 
 

Apprendo dai giornali, segnatamente dall'International Herald Tribune (27 giugno 2006), che il Governo dell'Ucraina ha indetto un referendum popolare per decidere l'eventuale adesione di quel paese alla NATO.
Non è mia intenzione contestare il diritto di un Governo, e di un popolo, di decidere del proprio destino.
La questione che pongo alla vostra attenzione è la seguente: poiché risulta che "nei mesi scorsi gli Stati Uniti, la Polonia e il Canada hanno favorito una politica di speciale accelerazione (fast tack) per l'Ucraina allo scopo di permetterle un ingresso nella NATO e nell'Unione Europea il più rapidamente possibile", chiedo se in Governo italiano sia stato informato di questi orientamenti e se, nel caso, li abbia condivisi.
Le stesse fonti giornalistiche - del resto in piena sintonia con le valutazioni di chi scrive - rilevano che "un tale referendum creerà sicuramente una enorme lotta politica" e metterà a repentaglio l'unità de paese, l'ordine pubblico e le relazioni già tese tra la parte orientale, di lingua russa, e quella occidentale.

Fatto salvo il diritto degli ucraini di decidere, chiedo alle signorie vostre se non ritengano del tutto irresponsabile che dall'esterno si alimentino e incoraggino gesti e atti le cui conseguenze possono creare acute situazioni di crisi dai pericolosi risvolti internazionali ai confini dell'Europa.

Emerge da questa situazione che un'alleanza militare, di cui l'Italia fa parte assume decisioni gravi su indicazione di alcuni dei suoi membri, rischiando di trascinare gli alleati in situazioni di pericolo e comunque politicamente inaccettabili.

Chiedo alle Signorie Vostre di fornire al Parlamento italiano informazioni esaurienti sull'eventuale coinvolgimento dell'Italia in questa provocatoria avventura. E, in caso l'Italia non fosse stata coinvolta, di agire energicamente in seno all'alleanza affinché le regole del consenso siano ripristinate senza equivoco.

In quanto alleati, e in base agli statuti, noi siamo in pieno diritto di essere non solo consultati, ma di esprimere un parere vincolante. Non esistono alleati che possono esercitare diritti speciali. E non esistono coalizioni di alleati che possono decidere per conto di altri.

In attesa di sollecita risposta

Giulietto Chiesa
Parlamentare europeo
Fonte:
www.megachip.it