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Gomorra ovvero della città distratta

di Roberto Saviano - 30/06/2006

 



Perchè se il centrodestra vince le elezioni in Sicilia si legge che ha vinto con i voti della mafia, e quando il centrosinistra vince in Campania nessuno parla di Camorra?
Perchè non si vuole sapere che tra i comuni commissariati in Campania ve n’erano anche di centrosinistra?
Perchè il Presidente Bassolino non vuole sentire parlare di Gomorra?
Perchè l’appello che qui segue, di Peppino Montesano alle istituzioni è, per il momento, caduto nel vuoto?
Perchè non si vuole vedere quello che accade e che riguarda tutti?
A quando la città di Napoli bandirà Gomorra, come un tempo condannò La pelle di Malaparte, reo d’aver gettato fango sul migliore dei mondi possibili?
Bassolino come Lauro? No, io questo, non voglio crederlo. Bassolino ti prego fà qualcosa di sinistra, forse è il momento giusto. Quando inviterai Roberto a discutere di Gomorra?
Francesco Forlani

Io, cittadino nelle terre di Gomorra
di Giuseppe Montesano
(”Il Mattino”, 12 giugno, 2006, pag. 11)

Che cosa è Gomorra di Roberto Saviano? Non è un romanzo, perché ciò che racconta non è immaginazione; non è un saggio, perché ciò che analizza non è teoria; Gomorra è letteratura che usa il reportage per raccontare la realtà: e la racconta con la bravura, la forza e la passione giovanile di cui ha dato già conto su queste pagine Francesco de Core. Ma chi scrive qui ora non vuole parlare di letteratura, bensì della vita dei troppi cittadini che abitano troppo male nel mondo devastato e feroce descritto da Saviano, nella Campania che va da Scampia a Casal di Principe, dal Villaggio Coppola a Mondragone, da Napoli a Licola e fino a dovunque, una Campania non Felix molto diversa da quella dei media che descrivono un Regno da Operetta illuminato e lieto, un Regno Infelix sporco di sangue e molto diverso dal Pulcinella Dream dell’Arte, Cultura e Mozzarella: un mondo in cui la camorra sversa e sotterra rifiuti tossici nelle campagne tra Napoli e Caserta, rifiuti che provocano tumori e alimentano ortaggi avvelenati e fanno crescere erba che nutre animali avvelenati che producono latte da cui si produce cibo avvelenato; un mondo in cui la speculazione edilizia è un affare criminale, fatto di morti sul lavoro e distruzione sistematica dell’ambiente; un mondo terrificante che ha prodotto in un breve giro di anni più morti della Mafia, e non solo morti camorristi: ma morti comuni, comuni cittadini, comuni esseri umani.

E tutti i cittadini che nel mondo a pezzi di Gomorra possono solo sopravvivere, i giovani che non possono lavorarci e devono emigrare, gli imprenditori che non possono essere onesti e devono inabissarsi o cedere, si chiedono e chiedono a chi li amministra: ma nel mondo atroce di Gomorra ci viviamo solo noi? Solo Saviano conosce le cose che descrive nel suo libro? Il cittadino che si sente impotente, non difeso, abbandonato, esce dalla lettura di Gomorra come uno a cui è stato ricordato che sopravvive in un incubo: ma perché deve essere così? Forse bisogna semplicemente consigliare a amministratori e istituzioni la lettura di Gomorra, con un codicillo: questo è ciò che ha raccontato lo scrittore Saviano, una persona singola, e non è affatto tutta la realtà. E’ chiaro? Se un solo libro riesce a classificare tanto orrore e sfascio, allora vuol dire che la realtà sommersa dell’orrore in una Campania dove la Camorra fiorisce, deve superare ogni immaginazione: la realtà, amministratori e istituzioni, non la fantasia! Perché Gomorra è fatto non solo con la lucida passione e la rabbiosa fede della letteratura, ma con atti di processi, cronache, indagini, intercettazioni. E’ per questo che il cittadino comune vorrebbe chiedere a amministratori e istituzioni: avete letto? Vi risulta la speculazione affaristica della camorra, il traffico dei rifiuti, della droga, del denaro sporco reinvestito? Non doveva già risultarvi? O forse vivete in un mondo separato dal nostro? E se la risposta è sì, se è reale anche solo una parte di ciò che Saviano racconta, perché siamo a questo punto? E dobbiamo restarci a vivere o a morire? O è possibile svoltare?

Ecco, è questo che un semplice cittadino che abita nel mondo raccontato da Saviano vorrebbe sapere: ma, forse, vuole sapere troppo.


Fonte:
www.nazioneindiana.com
Link:
http://www.nazioneindiana.com/2006/06/29/che-fare-gomorra-ovvero-della-citta-distratta/#more-2281