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Corrispondenza dal Libano in guerra

di Dagoberto Husayn Bellucci* - 20/07/2006

Fonte: lettera informazione




Dopo una serie di 'peripezie' legate ai voli e ai relativi visti
d'accesso finalmente siamo riusciti , oggi mercoledi' 19 luglio, a
passare la frontiera tra la Siria e il Libano.

Arrivati via Vienna ieri notte all'aeroporto internazionale di
Damasco ci siamo successivamente spostati con un volo interno a
Latakia sulla costa sud-occidentale siriana e da li', anche grazie
all'interessamento davvero squisito delle autorita' di polizia
locali, abbiamo continuato il nostro viaggio di avvicinamento alla
frontiera libanese.

Al posto di frontiere di Arida abbiamo potuto assistere alla fiumana
di pullman ed auto in fuga dal paese dei cedri. Diciamo che, con una
buona dose di precisione percentuale, siamo tra i pochi occidentali
che andavano nella direzione opposta nell'ultima settimana.

Questa prima corrispondenza da Tripoli - dove non sono mancati nei
giorni scorsi gli attacchi dell'aviazione israeliana (ne abbiamo
purtroppo constatate le conseguenze visto che un intero posto di
pattugliamento dell'esercito libanese e' andato completamente
distrutto all'entrata della citta') - 'coincide' con una delle piu'
violente giornate di scontri tra la Resistenza Islamica e l'esercito
d'occupazione sionista.

Per tutta la giornata la Resistenza Islamica ha lanciato i suoi 
katiusha contro i centri abitati dell'Alta Galilea contro obiettivi
militari. Colpite le citta' di Nazareth e Kiriat Schmona.

In risposta l'entita' sionista ha sferrato una serie di violenti
cannoneggiamenti d'artiglieria oltre frontiera: si contano almeno
190 vittime la cifra piu' alta dall'inizio del conflitto che porta
cosi' drammaticamente a superare quota 400 vittime libanesi.

Bombardati anche i quartieri di Da'he alla periferia meridionale
della capitale, l'aeroporto e la zona del porto.

La televisione "Al Manar" ha mandato in onda continuamente le
dirette di questi ennesimi attacchi contribuendo a fornire un quadro
meno incerto della situazione soprattutto per quanto riguarda i
villaggi alla frontiera meridionale.

Meno di quarant'otto ore fa "Israele" aveva 'invitato' tutti gli
abitanti del Libano meridionale ad abbandonare i loro villaggi
facendo intendere di essere pronto a sferrare una offensiva
terrestre su vasta scala.

Nel silenzio della comunita' internazionale questo paese isolato
resiste indomito. Tutto il Libano e' con la Resistenza tutti questa
volta sono al fianco di HezbAllah. E' quello che si respira anche
qua a Tripoli, prima tappa del nostro viaggio di avvicinamento alla
capitale in fiamme, nei discorsi e nell'umore dei libanesi solidali
come mai con i rifugiati dalla Beka'a, dal sud e dalle banlieu
meridionali di Beirut.

Migliaia di profughi sono stati ospitati nelle principali scuole
della citta' (approssimativamente dalle stime forniteci questo primo
pomeriggio dall'Amministrazione comunale della citta' - che
ringraziamo per la calorosa accoglienza riservataci - non meno di
seimila sarebbero i rifugiati che hano trovato un tetto, del cibo e
un posto letto messi a disposizione dalla citta' di Tripoli) e altre
migliaia sono stati sparpagliati nei villaggi della provincia fino
al confine con la Siria.

Domani cercheremo di arrivare a Beirut. Sara' probabilmente tutta un
altra 'storia' da raccontare: Da'he - il quartiere sciita a sud
della capitale che per mesi e mesi ci ha 'ospitato' - praticamente
non esiste piu'. Tutto e' stato spazzato via dalla furia bestiale
sionista.

Vedremo di raggiungere le zone 'calde' del "fronte"

*direttore responsabile Agenzia di
Stampa "Islam Italia" da Tripoli