Se qualche ora prima del misterioso omicidio avessero chiesto all’uomo della strada italiano, europeo o anche americano “chi è Boris Nemtsov?”, questo sarebbe caduto dalle nuvole e avrebbe pensato a un trabocchetto, o addirittura alla solita, usurata e fastidiosa candid camera. Timoroso di fare la figura dell’ignorante, magari fidando sulla fortuna, il suddetto avrebbe potuto rispondere “un astrofisico russo, candidato al nobel” …
Per la verità, anche parecchi russi non lo conoscevano se non per sentito dire, se è vero, come ha affermato qualcuno (niente di meno che un portavoce del Cremlino), che la sua popolarità, rispetto a quella di Putin, è vicina all’anonimato del comune cittadino.
Uno che ha fatto carriera, guarda caso come Vladimir Putin, nella trista era di decadenza e fame di Boris Elt’cin, testa di ponte dell’occidente neocapitalista nell’ex Unione Sovietica, ma poi è finito oppositore di Putin, agitandosi contro gli interessi della Federazione Russa e del suo popolo in un partitello (del 5% o meno) collaborazionista degli usa. Percorsi politici con esiti opposti.
Non a caso, dopo la misteriosa esecuzione notturna a colpi di pistola da parte di uno sconosciuto, in piena Mosca, è immediatamente scattata – a comando – una ferocissima e intensa campagna mediatica in tutto l’occidente, con i media italiani in prima fila e tutti gli “apparatchik giornalistici” mobilitati. Un esempio? Durante le trasmissioni notturne di Rai news 24 – diretta dalla carrierista nostrana del bilderberg club Monica Maggioni – si poteva osservare una lunga striscia rossa in sovraimpressione che ricordava pelosamente l’omicidio di Nemtsov. La notizia principale, tale da adombrare anche lo stato islamico o Salvini a Roma! Per non parlare delle “agenzie giornalistiche” come Ansa e Agi, che stanno facendo il diavolo a quattro. Mentre sto scrivendo, i telegiornali mattutini di varia emittente e varia fatta aprono con l’omicidio Nemtsov a Mosca (seguono le manifestazioni a Roma di ieri).
Ampia risonanza è stata data alle parole del criminale di guerra ucrainofono Petro Poroshenko, il quale ha affermato che Nemtsov, poverello, per amore della verità, amicizia nei confronti dell’Ucraina e patriottismo(!), stava per rendere pubbliche le prove del coinvolgimento russo nella guerra del Donbass. Per questo, secondo l’”affidabilissimo” Poroshenko – che ha sempre denunciato l’intervento russo, ma senza fornire prove attendibili – “Boris non aveva paura, i carnefici avevano paura e loro lo hanno ucciso”. Coraggioso ma sfortunato?
Il tg1 (per non udenti), fonte di disinformazione perfettamente allineata con la Cia, apre or ora annunciando che si prepara l’imponente(?) manifestazione dell’opposizione, a Mosca, per l’omicidio Nemtsov, contro Vladimir Putin. Tutti all’unisono, i servi mediatici. Anche se i manifestanti saranno quattro gatti (rispetto alla popolazione di Mosca), la manifestazione continuerà a essere “imponente” e ne trasmetteranno ossessivamente le immagini. Pronti per favorire con ogni mezzo la destabilizzazione interna della Russia, dopo la “false flag”!
Ebbene, io mi pongo alcune semplici domande su questa misteriosa esecuzione, da uomo della strada, quale sono, che non può conoscere i retroscena. Siamo quasi a livello da bar.
Gli andava piuttosto bene, al coraggioso oppositore di Putin che aveva in caldo sconvolgenti rivelazioni, se si accompagnava a una modella ucraina strafiga e ventitreenne, di trent’anni più giovane di lui, tale Anne Duritskaya. Queste donnine costano parecchio, come sappiamo, e non mi si dica che è stato un coup de foudre di lunga durata fra un vecchio, per quanto “in forma”, e una ragazzina di grande bellezza! (Per inciso, a me è successo miracolosamente una sola volta, “una tantum” già cinquantenne, ed è durato due o tre settimane, non certo per soldi, ma son solo discorsi da bar). La Cia paga profumatamente i suoi agenti?
Cosa ben più importante, perché mai Putin, o chi per lui e anche a sua insaputa, doveva far giustiziare questo oppositore di secondo piano, poco conosciuto, se il Vladimir ha un consenso strabiliante fra i russi e una grande credibilità, in grado di polverizzare chiunque? Per creare masochisticamente un nuovo caso Politkovskaja? Per darsi la zappa sui piedi, dando adito alle assordanti accuse occidentali, tutte mediaticamente e propagandisticamente bene orchestrate? Per permettere manifestazioni destabilizzanti della sedicente opposizione democratica e liberale, pilotate dall’esterno? E ancora, se gli ucraini, appoggiati in tutto e per tutto dagli americani, dalla nato e dall’unione europide – nonché dai media servi dell’occidente – finora non sono riusciti a presentare prove attendibili del coinvolgimento russo nella guerra (né dell’abbattimento del Boeing malese), è probabile che tale coinvolgimento diretto non ci sia, o almeno che sia molto limitato, forse trascurabile. Mentre quello americano è subdolo ma evidente, fin dal golpe violento del Maidan.
Poi, ancora, il “rompicoglioni” lo ammazzi non con il veleno, nel tempo, oppure simulando un incidente e facendo sparire qualsiasi traccia, o ancora inscenando un suicidio, ma con un agguato, in presenza di testimoni (la modella con la quale si accompagnava e, sembrerebbe, un passante)! Il tutto in una zona centrale di Mosca, dopo la mezzanotte, a poca distanza dal Cremlino! O Putin in persona, i servizi federali (FSB), quelli segreti e “nascosti” sono dei perfetti imbecilli o c’è qualcosa che non va! Soprattutto nella narrazione dei media occidentali, sicuri nell’incolpare Vladimir Putin, vero obbiettivo dell’esecuzione di Nemtsov.
Infine, continuando con le possibili osservazioni dell’uomo comune – quale avrebbe dovuto essere anche il “compianto” Boris Nemtsov, rispetto alla travolgente popolarità di Putin – quali sono le sconvolgenti rivelazioni che l’assassinato aveva in caldo, sul coinvolgimento diretto della Russia nella guerra in Ucraina? Lo sapremo mai? Era lui l’unico depositario di questi presunti segreti o ci sono altri che possono divulgarli? Forse un certo Iuri Barmin, amico e “compagno di lotta” del defunto o la Cia, che muove anche lo sconfitto e loquace Poroshenko?
Scattano già i tipici slogan dal sapore occidentalizzante – questa volta contro Putin e non contro l’isis – come “siamo tutti Boris Nemtsov” … Preoccupato di un possibile tentativo di destabilizzazione interna, persino Gorbaciov invita a non trarre conclusioni affrettate.
Come si nota, le mie sono poco più delle osservazioni da bar sport che animano le discussioni fra uomini della strada. E se fosse veramente così? Chiedetevelo.