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Ci sono arrivati anche negli States! Non c'è più dubbio: l'Iraq è in uno stato di guerra civile

di redazione - 31/08/2006

 

[Tornatevene a casa, criminali... (ndr)]

Certe cifre sono peggio di una sentenza. Eccone alcune tratte dal vasto repertorio di studi che la Brookings Institution, centro di ricerca politica e sociale tra i più prestigiosi degli Usa, sta dedicando all'Iraq: 3.402 civili e 217 tra poliziotti e militari iracheni uccisi in luglio, 2.990 e 132 in giugno. Nell'uno e nell'altro mese ci sono stati 75 attentati con autobomba. Eccone altre, fornite questa volta dal ministero della Sanità iracheno: dall'aprile del 2003 a oggi sono stati assassinati 300 professori universitari e 720 medici, mentre altri 4.000 professori e 1.000 medici hanno lasciato il Paese. Si approssimano a 200mila i morti dall'inizio dell'invasione angloamericana.
Non stupisce, dunque, che Kenneth Pollack e Daniel Byman, direttore e ricercatore del Centro Saban per il Medio Oriente della stessa Brookings, aprano così l'ultimo studio sull'Iraq: «Non c'è più dubbio: l'Iraq è in uno stato di guerra civile.  E il conflitto potrebbe facilmente coinvolgere i Paesi vicini e portare disordine nel Golfo Persico ricco di petrolio».